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Dieci domande a una giovane svizzera: Giulia Sommaruga

    Giulia, sei legata alla Svizzera e se sì in che modo?
    Prima della festa per i diciottenni al Consolato di Milano, in cui ho avuto l’occasione di avvicinarmi in prima persona a quella che è la comunità svizzera in Italia confrontandomi con altri giovani e conoscendo molti rappresentanti svizzeri, la Svizzera è sempre stata una parte relegata soprattutto alle festività, la cultura culinaria di mia nonna Juliette e la sua vita a Ginevra. Per esempio, a Natale mia nonna cucina una fusion di cucina italiana e svizzera come i tortellini in brodo e i paté di carne o durante l’anno mamma ci faceva sempre la treccia di pane per la colazione domenicale. Durante le festività pasquali fin da piccoli prendevamo un ramo di nocciolo tortuoso e facevamo un albero di uova pasquali.

    Cosa ti ha spinta ad impegnarti nell’ambito dell’UGS?
    La prima volta che ho partecipato ad un convegno UGS nel 2019 ho subito sentito quello spirito svizzero di aggregazione e di iniziativa, in barba al maltempo e all’acqua alta muniti di stivali ci siamo fatti una passeggiata a Venezia. Insieme alla guida preparatissima ho scoperto moltissimi aneddoti di Venezia che non avevo avuto il modo di approfondire durante le gite scolastiche. Ho subito sentito molta empatia con gli organizzatori dell’UGS e curiosa di lanciarmi in una nuova esperienza mi sono detta perché no?

    Ti interessa la politica, la scena culturale svizzera o lo sport svizzero?
    Non sono mai stata particolarmente interessata alla politica ma ho sempre rispettato la votazione tramite posta, e lo trovo un modo di aggregazione importante per gli svizzeri all’estero. Quando ero più piccola mi interessava molto il tennis e seguivo volentieri le storiche partite di Federer contro Nadal. Federer l’ho sempre trovato uno sportivo di classe privo di arroganza e molto impegnato nel sociale quindi un modello da seguire e ammirare.

    Hai mai letto un autore svizzero e se sì quale libro ti ha influenzata più di tutti?
    Il primo cartone animato svizzero è stato Pingu, fin da piccola adoravo guardarlo perché quando ancora doveva nascere mia sorella mi immedesimavo nella sorellina di Pingu. E trovo geniale che il creatore del cartone abbia creato un linguaggio tutto suo ma allo stesso tempo così chiaro ed efficace. Crescendo mi sono affezionata a Heidi un altro cartone molto caratteristico svizzero e con dei paesaggi fantastici. Non ho mai potuto approfondire la letteratura svizzera ma se ci sarà l’occasione la coglierò sicuramente.

    Se avessi la possibilità di cenare con un personaggio svizzero ed uno italiano chi incontreresti e perché? Quale piatto cucineresti?
    Una persona di spicco italiana che sicuramente avrei voluto conoscere è Gino Strada. Sicuramente inizierei parlando di Emergency e dei suoi viaggi umanitari in tutto il mondo. Approfondendo la situazione della crisi umanitaria e di come i paesi potrebbero migliorare la loro politica di integrazione e accoglienza. Dalla recente situazione in Turchia a quella in Afghanistan, dove hanno tolto la libertà alla scolarizzazione delle donne. Come personaggio svizzero inviterei Martha Stettler, famosa pittrice impressionista nata a Berna nel 1870, la prima donna a esporre alla Biennale di Venezia nel 1920 e ad aprire ‘l’accademia della grande Chaumière’ contravvenendo ai pensieri dell’epoca dove i pittori che esponevano erano unicamente uomini. Con lei affronterei l’argomento delle condizioni delle donne nella nostra società e dei pro e contro della tecnologia odierna. Inviterei sia Gino Strada che Marta Stettler per tè pomeridiano e servirei del tè nero e i Läckerli.

    Come è percepita la Svizzera dai tuoi amici e dai tuoi conoscenti?
    La Svizzera viene percepita come un paese sicuro e stabile, con una forte identità.

    Hai qualche aneddoto divertente da raccontare riguardo al tuo essere svizzera e italiana?
    Durante la festa per i diciottenni in consolato a Milano, ho avuto l’onore di conoscere e battere il campione di calcio Lichtsteiner a una partita di pistole laser, con annesso stupore sia da parte mia che dagli organizzatori.

    Quali pensi siano i punti di forza e/o d’eccellenza dell’Italia e della Svizzera?
    I punti di forza in Italia sono sicuramente il turismo, l’industria, la moda e la generosità e solidarietà delle persone. In questo periodo non è stato assolutamente facile per nessun paese dovuto al Covid che ha bloccato sia il turismo che l’industria. La soluzione sta nell’evolversi e superare questi momenti difficili e adottare un pensiero più ecologico e sostenibile per il mondo riducendo le emissioni e la plastica dalle nostre famiglie. I punti di forza della Svizzera sono la vasta cultura culinaria e l’economia stabile che offre tante possibilità di lavoro.

    Cosa saresti felice di ricevere dalla comunità dei giovani svizzeri in Italia e come pensi potresti contribuire al meglio?
    Quando ho deciso di unirmi all’UGS l’ho fatto anche per poter espandere le mie conoscenze della Svizzera e per poter conoscere molte persone. Porterei sicuramente la mia esperienza nel mondo dei social media da poter utilizzare per la promozione di attività o congressi.

    Infine, in quanto svizzeri di seconda generazione e portatori di un bagaglio multiculturale, cosa pensi che potreste apportare ai vostri stati di appartenenza?
    Sicuramente si ha bisogno di un cambiamento nella politica ambientale e dei consumi. Ideando nuove iniziative per sensibilizzare l’opinione pubblica riguardante molti temi attuali come il cambiamento climatico.