Il 3 marzo i cittadini saranno chiamati a decidere su due iniziative popolari che più diverse non potrebbero essere. La prima propone un aumento delle prestazioni dell’AVS, la seconda propone un aumento dell’età di pensionamento. Ad entrambe si oppongono sia Consiglio federale che Parlamento.
Iniziamo con una buona notizia: anche in Svizzera si vive sempre più a lungo. Questo fatto rallegrante, possibile anche grazie al progresso della medicina, pone però non pochi grattacapi al momento del finanziamento delle pensioni, sia del primo (AVS) che del secondo pilastro (cassa pensione).
La previdenza vecchiaia in Svizzera e i tre pilastri
In Svizzera, la previdenza per la vecchiaia è costituita da un sistema misto pubblico-privato, basato su tre pilastri, ovvero tre forme diverse e complementari di previdenza. Questi sono l’AVS, la previdenza professionale (chiamata in gergo anche “cassa pensioni”) e la previdenza individuale.
Assicurazione vecchiaia e superstiti (AVS)
L'AVS è la previdenza statale obbligatoria e rappresenta il 1° pilastro. Ogni persona attiva professionalmente o residente in Svizzera è obbligata a versare contributi a questa assicurazione, al pari dei datori di lavoro. A contribuire al finanziamento del primo pilastro – per circa il 30% – vi è anche la Confederazione, attraverso le imposte. L’AVS si basa sul cosiddetto principio di redistribuzione: le persone attive pagano le rendite dei pensionati: Non vi è dunque accumulo di capitale. Raggiunta l'età della pensione, le donne e gli uomini beneficiano di una rendita di vecchiaia, mentre gli orfani, le vedove e i vedovi percepiscono una rendita per superstiti.
Con l'invecchiamento della popolazione, l'AVS si trova davanti ad una sfida importante poiché i pensionati sono sempre di più (anche a seguito delle generazioni dei babyboomer che ormai escono dall’età lavorativa) e i lavoratori attivi sempre di meno. Le previsioni per i conti dell’AVS sono cupe, ragione per la quale nel 2022 il popolo svizzero ha votato per l'innalzamento dell'età di pensionamento delle donne da 64 a 65 anni, al pari degli uomini (Riforma AVS 21).
Previdenza professionale (LPP)
La previdenza professionale rappresenta il II° pilastro della previdenza. Come l’AVS anche il secondo pilastro è finanziato sia dai lavoratori che dai datori di lavoro. Ogni persona attiva dipendente deve essere obbligatoriamente affiliata a una cassa pensione.
La previdenza professionale si basa sul cosiddetto principio di capitalizzazione: gli assicurati e le imprese pagano i contributi alla cassa pensione, che investe il capitale e genera dei rendimenti. Al momento del pensionamento, il capitale ottenuto è convertito in rendita o può essere ritirato dalla persona in forma di capitale. Il secondo pilastro si aggiunge all'AVS e si pone come obiettivo il mantenimento del tenore di vita precedente. Contrariamente all’AVS, più una persona ha guadagnato e pagato durante la vita attiva, maggiore sarà la sua rendita di cassa pensione.
Previdenza individuale
Il III° pilastro del sistema si basa sul risparmio individuale. Le persone possono volontariamente effettuare versamenti su un conto privato e vincolato, deducibili al momento di pagare le imposte. Il capitale e gli interessi verranno prelevati e tassati al momento della pensione.
Una 13a mensilità AVS: il minimo che la Svizzera può fare per i suoi anziani o un lusso non finanziabile?
L’iniziativa popolare «Vivere meglio la pensione (Iniziativa per una 13esima mensilità AVS)», che ha raccolto le 100'000 firme necessarie, chiede che tutti i beneficiari di una rendita del primo pilastro abbiano diritto a una tredicesima rendita di vecchiaia. Questo supplemento comporterebbe la riduzione delle prestazioni complementari (PC), oggi destinate agli anziani, la cui somma di rendite non permette di raggiungere una soglia del minimo vitale in Svizzera.
Lanciata dai sindacati, secondo gli iniziativisti la 13a AVS compenserebbe in parte la perdita di potere d'acquisto degli ultimi anni. Per essi rappresenta una soluzione efficace, di cui beneficia anche la classe media. Gli stessi sindacati ritengono che l’iniziativa sia finanziabile e che i timori di conti dissestati non abbiano fondamenta. Secondo Pierre-Yves Maillard, il presidente dell’Unione sindacale svizzera, fino al 2030 la situazione dell'AVS dovrebbe rimanere stabile. In seguito, si potrebbe pensare a un incremento dei contributi per i lavoratori e i datori di lavoro, pari a circa 4 miliardi l'anno. Secondo i sindacati l’iniziativa non è un lusso, ma risponde a una vera necessità.
Contrari il Parlamento e il Consiglio federale
Secondo i partiti borghesi, l’iniziativa e dunque la rendita di una 13a mensilità AVS aggraverebbe ulteriormente la situazione finanziaria del primo pilastro, poiché genererebbe nuove spese pari a circa 5 miliardi di franchi nel 2032. Questo importo corrisponde a circa 0,8 punti percentuali dei salari o a 1,1 punti percentuali di IVA. Anche senza aumento delle rendite le prospettive finanziarie prevedono nel 2032 un deficit di circa 4,7 miliardi di franchi. Oltre a ciò il Governo argomenta affermando che l’iniziativa sarebbe ingiusta. Una 13a rendita non sarebbe giustificata per tutti i beneficiari di rendita. Questa infatti verrebbe versata anche a tutti i benestanti e molto benestanti. Inoltre, si creerebbero disparità nelle rendite tra gli anziani, gli invalidi e superstiti. Sempre secondo il Governo il sistema sociale svizzero può adempiere nel suo complesso il mandato di garantire la copertura del fabbisogno vitale attraverso le prestazioni complementari.
Iniziativa sulle pensioni: antisociale o la soluzione all’invecchiamento della popolazione?
L’Iniziativa sulle pensioni, depositata dalla Giovane Alleanza Libera vorrebbe garantire a lungo termine il finanziamento dell’AVS con l’innalzamento dell’età di pensionamento. Per raggiungere questo obiettivo chiede che l’età di pensionamento venga gradualmente aumentata a 66 anni entro il 2033, sia per gli uomini che per le donne. In una seconda tappa, l’età di pensionamento verrà vincolata alla speranza di vita media: l’età di pensionamento verrebbe innalzata automaticamente in caso di aumento dell’aspettativa di vita. Se accettata, l’AVS si troverebbe di fronte a costi inferiori: l’innalzamento dell’età di pensionamento a 66 anni ridurrebbe le uscite del 1° pilastro di circa 2 miliardi di franchi. Anche l’adeguamento automatico dell’età di pensionamento in funzione della speranza sgraverebbe i conti dell’AVS.
I giovani iniziativisti, guidati dai giovani PLR svizzeri, sono convinti della loro soluzione e ritengono che se viviamo più a lungo e percepiamo l'AVS più a lungo, dobbiamo anche pagare più a lungo. L’iniziativa evita così di coprire i deficit dell'AVS attraverso aumenti delle imposte e garantisce che i costi legati all’aumento dell'aspettativa di vita siano distribuiti in maniera più equa tra tutte le generazioni. Senza l’iniziativa, l’AVS sprofonderebbe nelle cifre rosse, e sarebbero necessari massicci aumenti delle imposte e dei contributi salariali a carico delle generazioni future. Non da ultimo l'iniziativa contribuirebbe a ridurre la carenza di lavoratori qualificati e porta a diminuire la migrazione di manodopera fino al 23%, poiché diventa possibile utilizzare maggiormente i lavoratori qualificati nazionali.
Contrari il Consiglio federale e il Parlamento
L’iniziativa non ha trovato i favori di Consiglio federale e Parlamento. Essi ritengono che un simile automatismo come quello proposto nell’iniziativa sia troppo rigido. Nel determinare l'età di pensionamento, si devono sempre prendere in considerazione diversi aspetti, come lo sviluppo dell'economia e del mercato del lavoro. Inoltre, secondo la sinistra, chi può permetterselo va in pensione anticipata: se l'età pensionabile aumenta, chi lavora per esempio nella vendita al dettaglio e nel settore di cura dovrà lavorare ancora più a lungo, mentre i manager di banche e i professori potranno permettersi di andare in pensione anticipata.
Angelo Geninazzi
Risponde ad una necessità, secondo i sindacati promotori dell’iniziativa.
Antisociale e problematica: la 13a rendita AVS è combattuta anche dai partiti borghesi e dall’economia.
Una soluzione “per sempre”. I Giovani liberali chiedono di lavorare più a lungo per finanziare le pensioni
Antisociale, rigida e a beneficio di chi guadagna molto: la maggioranza del Parlamento è contraria all’iniziativa.
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