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È scomparso a Trieste l’arch. Gino Pavan grande studioso dell’architetto Pietro Nobile

    Gino Pavan ha raggiunto il suo caro Pietro Nobile

    Lo scorso 28 dicembre è mancato Gino Pavan, architetto triestino, socio onorario del Circolo svizzero di Trieste e cittadino onorario del Comune di Capriasca per i suoi meriti di eccelso studioso di Pietro Nobile, a cui ha dedicato una rilevante quantità di ricerche, articoli, mostre e pubblicazioni tali da far riscoprire ed emergere l’architetto ticinese a personalità di assoluto rilievo come esponente del neoclassicismo in Europa.

    Nella sua lunga vita Gino Pavan, grande uomo di cultura dotato di straordinaria energia vitale e passione professionale, ha curato numerosi restauri, in Italia e all’estero, di monumenti, mosaici, affreschi, opere d’arte ed edifici, tra cui alcune ville venete. Tanto per citarne qualcuno, si ricorda: il restauro del Tempio di Augusto a Pola, in Istria, gravemente danneggiato dai bombardamenti nel secondo conflitto mondiale; quello della Basilica di Santa Sofia a Istanbul con l’Istituto Centrale del Restauro di Roma; quello del Duomo di Gemona e delle mura e del Municipio di Venzone dopo il terremoto del Friuli del 1976. È stato anche ordinatore di Musei nazionali; ha fondato il Museo Pomposiano e ha ampliato quello di Ravenna, dove ha fondato la Scuola Nazionale per il Restauro del Mosaico. Ha riordinato i musei di Trieste e di Cividale, come pure il Museo Storico del Castello di Miramare affidando a Rossella Fabiani l’incarico della direzione.

    Sarebbe troppo lungo enumerare tutte le sue tappe professionali, i prestigiosi ruoli regionali e nazionali ricoperti, nonché le onorificenze ricevute. Gino Pavan lascia un’importante eredità culturale instancabilmente portata avanti fino agli ultimi giorni della sua vita, con scrupolosità e rigore scientifico in trent’anni di direzione dell’Ar¬cheo¬grafo Triestino da Presidente della Società di Minerva, fondata a Trieste nel 1810 – con discorso inaugurale pronunciato da Pietro Nobile.

    Rimane indimenticabile il suo profondo legame affettivo per l’architetto ticinese che le sorelle Claudia e Silvia Mayer, discendenti per parte materna della famiglia Nobile, chiamavano familiarmente Pietrino. A legare i due architetti era un’affinità professionale, caratteriale e di percorso formativo: entrambi affascinati della cultura classica greco-romana, entrambi grandi lavoratori, Pavan aveva perfezionato la sua formazione in Grecia ad Atene, culla della civiltà occidentale, Nobile invece a Roma, erede dello splendore dell’arte greca, lungo un percorso di oraziana memoria (Graecia capta ferum vincitorem cepit et artes intulit agresti latio). I soci del Circolo svizzero di Trieste ricordano con grande piacere la gita in Ticino organizzata nell’autunno del 2012 su proposta dell’amico Gino: quasi un pellegrinaggio nella terra dell’Ars aedificandi.

    Il binomio Gino Pavan e Pietro Nobile è stato la chiave di volta, il filo rosso per il successo degli obiettivi che il Circolo Svizzero di Trieste si era prefissato di raggiungere: recuperare alla memoria la comunità svizzera di Trieste e ripristnare il legame storico-culturale fra Trieste e la Svizzera. Grazie ai preziosi consigli, offerti sempre con generosità, l’amico Gino è stato per noi un faro di cultura che ha illuminato tutte le nostre attività: mostre, pubblicazioni e lo stesso “Premio internazionale Pietro Nobile” che si avvale anche della collaborazione di Rossella Fabiani.

    Già noto nell’ambiente culturale nazionale e internazionale, Gino Pavan ha ricevuto riconoscimenti ufficiali anche dal Governo del Canton Ticino, con lettera personalmente consegnata dal Console generale di Svizzera a Milano Massimo Baggi nel 2012. Nell’aprile del 2015 è stata conferita la cittadinanza onoraria dal Comune di Capriasca nell’affollata Sala del Consiglio del Comune di Trieste: la ricordo come una cerimonia solenne, emozionante e simpatica, occasione in cui ho definito Gino “padre culturale putativo” di Pietro Nobile.

    Giuseppe Reina