Care lettrici, cari lettori,
Chi l’avrebbe mai detto, solo un mese fa. La terra delle banche, sinonimo di sicurezza e stabilità, è stata scossa da un terremoto che con il senno di poi si poteva prevedere ma che nessuno avrebbe mai pensato accadesse. Il Credit Suisse, sull’orlo del fallimento, è stato “salvato” da un intervento statale, in coordinazione UBS. Si tratta di un copione che si ripete dopo il 2008, quando a non aver fatto i compiti era stata proprio l’UBS, allora salvata dalla Confederazione di fronte al rischio sistemico di un suo fallimento. Nel frattempo le legislazioni nell’ambito del “too big to fail” avrebbero dovuto evitare un ripetersi di questo scenario, ma qualcosa non è andato per il verso giusto e la storica banca – nata grazie ad una visione di Alfred Escher – pagherà il prezzo massimo per una serie incredibile di errori e scandali. Si ripercuoterà anche sulle elezioni di ottobre? Difficile da dire anche se le elezioni cantonali tenutesi nel frattempo non sembrano essere influenzate dal caso “Credit Suisse”. Prima di ottobre gli svizzeri sono però chiamati alle urne per una tripla decisione, che presentiamo in questa edizione di Gazzetta. Nel frattempo godiamoci il Congresso del Collegamento di Trento, di cui avremo il piacere di riportare sull’edizione pre-estiva di giugno. Per il momento non ci resta che augurarvi buona lettura.
Angelo Geninazzi
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