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Elezione elettronica del Consiglio degli svizzeri all’estero: inizio difficile, ma risultati positivi

    Elezione elettronica CSE 2025: un avvio complesso ma un bilancio positivo

    Com'è andata l'elezione elettronica del Consiglio degli svizzeri all'estero? L'ambizioso progetto pilota è stato un successo e la confusione iniziale non ha offuscato i risultati generalmente positivi.

    Dal 12 aprile all'11 maggio 2025, circa 240’000 cittadini svizzeri all'estero hanno avuto l'opportunità di decidere chi avrebbe rappresentato i loro interessi in seno al Consiglio degli Svizzeri all'estero (CSE), utilizzando il voto elettronico. Questo progetto pilota di voto elettronico, realizzato in 13 Paesi o gruppi di Paesi (circoscrizioni elettorali), aveva lo scopo di rafforzare la legittimità del CSE come “voce della Quinta Svizzera” riunendo il maggior numero possibile di elettori.

    Le urne si sono chiuse da tempo e i vari paesi e gruppi di paesi hanno già pubblicato i nomi degli eletti. La loro elezione dovrà essere confermata definitivamente in agosto, in occasione dell'assemblea costitutiva del CSE.

    Da un punto di vista tecnico, qual è il bilancio di questo progetto pilota di voto elettronico? Lo strumento di voto “UniVote”, sviluppato e gestito dall'Università di Scienze Applicate di Berna, ha funzionato senza problemi. Prima e durante le elezioni, l'Organizzazione degli Svizzeri all'estero (OSE) ha potuto contare sul supporto esperto di Eric Dubuis, professore di informatica e specialista del voto online.

    Il 12 aprile, però, il momento elettorale è iniziato con un'agitazione la cui causa non ha nulla a che vedere con lo strumento di voto: nella sua e-mail agli aventi diritto al voto, il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) aveva inviato codici PIN incompleti e inutilizzabili per il voto. L'errore è stato rapidamente identificato e il DFAE ha prontamente reinviato un'e-mail con i codici PIN corretti. Allo stesso tempo, attraverso tutti i canali disponibili, i club svizzeri locali e l'OSE hanno rapidamente informato gli elettori del problema e della sua risoluzione. L'OSE ritiene che questa “falsa partenza”, pur essendo stata spiacevole, non abbia avuto conseguenze particolari.

    Come hanno valutato il processo gli elettori? Noel Frei e Andreas Feller, membri del CSE e portavoce del gruppo di lavoro sull'elezione diretta, riferiscono di una risposta generalmente positiva. Le critiche all'elezione in sé sono state poche. Il sondaggio condotto parallelamente al progetto pilota di voto elettronico conferma questa valutazione: «Abbiamo ritenuto che gli elettori avessero molta fiducia nell'Università di Scienze Applicate di Berna e nel sistema da essa fornito. Questa soluzione “svizzera” sembra averli convinti. Hanno anche apprezzato la chiarezza del processo di voto». I portavoce sottolineano che la maggior parte degli elettori era nuova al tema: in passato, la maggior parte degli svizzeri all'estero non poteva eleggere direttamente i propri delegati. La procedura elettorale, che prevedeva la registrazione del proprio indirizzo e-mail presso il consolato, era quindi nuova per loro. Ma le istruzioni di voto erano apparentemente chiare: «Abbiamo ricevuto pochissimi commenti su questo argomento».

    Quali prime conclusioni si possono trarre da questa esperienza in vista delle elezioni del CSE del 2029? La valutazione provvisoria del gruppo di lavoro “Elezione diretta” è la seguente: «Il sistema di voto ha funzionato perfettamente. È una soluzione adeguata e poco costosa per le elezioni del 2029, che avranno un numero ancora maggiore di elettori». Il gruppo di lavoro ha anche sottolineato l'importanza di collaborare con il DFAE per raggiungere gli aventi diritto al voto. Ma nel 2029, i club e le organizzazioni regionali potrebbero ad esempio fare di più per presentare e promuovere i candidati, dato che il tasso di affluenza ha ancora un «margine di miglioramento».

    Questo tasso di partecipazione è attualmente oggetto di un'analisi più dettagliata. In più della metà dei Paesi, l'affluenza è stata di poco superiore al 7%. A prima vista, può sembrare poco. Ma non è questo il parere di Franz Muheim (Edimburgo, GBR), membro del Comitato OSE: «In alcuni Paesi, l'affluenza è stata superiore a quella per le elezioni del Consiglio nazionale del 2023. Questo è un successo». Carmen Trochsler (Adelaide, AUS), anch'essa membro del Comitato, ricorda il punto di partenza: quando il CSE veniva eletto dagli organi associativi – in altre parole, senza elezione diretta – l'affluenza alle urne era solo dello 0,1%. L'aumento al 7% rappresenta quindi «un enorme passo avanti» in questo senso.

    Noel Frei e Andreas Feller concludono: «Quando ha successo, un progetto pilota è sempre un passo importante verso un cambiamento positivo». E il duo sogna anche oltre: il successo del progetto pilota potrebbe addirittura incoraggiare «l'introduzione, nel prossimo futuro, di uno strumento di voto elettronico affidabile per le votazioni nazionali». I nuovi delegati eletti, compresi quelli dei distretti elettorali che non hanno avuto accesso al voto elettronico, si riuniranno a Berna il 22 e 23 agosto in occasione dell'Assemblea costitutiva del CSE.

    Schweizer Revue
    MARC LETTAU

    Il gruppo di lavoro “Elezioni dirette” ha dato un contributo fondamentale alla preparazione delle elezioni del CSE. Qui, i suoi membri Andreas Feller-Ryf, Antoine Belaieff, Tobias Orth, Monique Heymann e Noel Frei (da sinistra a destra). Foto Marc Lettau

    La valutazione di Franz Muheim: «In alcuni Paesi, l'affluenza alle urne è stata superiore a quella per le elezioni del Consiglio nazionale del 2023». Foto MAD

    La valutazione di Carmen Troxler: «Il passaggio a elezioni elettroniche aumenta enormemente l'affluenza». Foto MAD

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