Cambio al vertice
Filippo Lombardi è il nuovo timoniere a capo dell’Organizzazione degli Svizzeri all’estero. I temi sul tavolo dell’organizzazione sono molti. La Gazzetta ha colto l’occasione per incontrarlo e chiacchierare con il nuovo numero uno dell’OSE per conoscere meglio la persona e i suoi obiettivi.
«Mi piacerebbe un’OSE più dinamica, comunicativa e giovane».
Filippo Lombardi, la sua vicinanza agli Svizzeri all’estero non è cosa recente. Lei è all’origine dell’iniziativa parlamentare, nel 2011 che ha portato alla legge sugli svizzeri all'estero. Da dove viene questo impegno per la causa della “Quinta svizzera”?
La famiglia di mio padre è tutta emigrata – principalmente in Francia – e lui è l’unico rientrato, per studiare in Svizzera durante la Seconda guerra mondiale. Lo stesso vale per parte della mia famiglia materna. Anch’io da giovane ho vissuto da “Svizzero all’estero” per sei anni a Bruxelles. Logico che fin dai miei primi anni in Parlamento mi interessassi di questa comunità, cui ho dedicato parecchi atti parlamentari, inclusa l’iniziativa che mi ha trasformato in “padre della Legge sugli Svizzeri all’estero”.
Nonostante la legge sugli svizzeri all'estero, molti temi in stallo a cuore dei concittadini fuori dalla Svizzera: niente voto elettronico, niente conti bancari, questioni irrisolte di assicurazioni sociali. Come mai questa difficoltà a trovare soluzioni concrete?
La Legge ha messo molto ordine nelle disposizioni che riguardano questa comunità, prima sparpagliate in ben tredici fra leggi, ordinanze e regolamenti. Ha tradotto in legge l’obbligo dell’articolo 40 della Costituzione, rimasto a lungo puramente declamatorio, ha ufficializzato il ruolo dell’OSE quale rappresentante della Quinta Svizzera e via dicendo. Non ha ovviamente risolto tutte le questioni pratiche. Ad esempio, i conti bancari sono delle relazioni commerciali fra soggetti privati e la legge non può obbligare le banche ad aprire conti a nessuno (questo diritto non esiste nemmeno all’interno della Svizzera). Ma qui subentra l’OSE, che ha fatto molto lobbying, ottenuto atteggiamenti più flessibili dalle banche sistemiche, assicurato praticamente a tutti gli Svizzeri in Europa di poter avere in ogni caso un conto alla Banque Cantonale de Genève, e agli Svizzeri in Nordamerica di poter lavorare con Postfinance. Problemi rimangono in altri paesi, specie in quelli sotto sanzioni, dove neppure gli ambasciatori svizzeri possono avere un conto!
Per il voto elettronico i problemi sono tecnici (sicurezza e segretezza) e lo scetticismo – a mio avviso infondato – permane soprattutto all’interno del Paese. Comunque, La Posta sta avanzando a grandi passi col suo nuovo sistema, che verrà testato in giugno 2022 per le elezioni cantonali nel Canton San Gallo. L’OSE preme, ma è chiaro che non può imporre un sistema se non viene accettato in Svizzera, e in particolare nei Cantoni che restano sovrani in materia elettorale.
Nel campo delle assicurazioni sociali, per chi vive in Europa si applicano gli accordi bilaterali, e quindi vige il regime del paese di residenza.
Delle tematiche elencate sopra quale ritiene la più urgente e quale invece la più facilmente risolvibile?
Tutte sono urgenti, nessuna è facile…
Per le elezioni federali 2023 gli svizzeri all’estero potranno votare elettronicamente?
Temo di no. La Posta avanza, ma la sciagurata decisione del 2019 le ha fatto perdere due anni ed ha minato in parte la fiducia dei cittadini. Erano stati rilevati tre errori nel codice del sistema di voto, si disse con orrore. Ora, chiunque abbia dimestichezza con l’informatica sa che in ogni programma – compresi tutti quelli che usiamo ogni giorno – si nascondono centinaia di errori, che non mettono però in pericolo la stabilità dei rispettivi sistemi.
Per riconquistare la fiducia del popolo, dei Cantoni e dei Parlamenti, bisognerà purtroppo attendere il 2027. Speriamo che nel 2023 almeno alcuni test possano essere effettuati.
“Per il voto elettronico bisognerà attendere le elezioni del 2027”
Degli oltre 770 mila concittadini all’estero (776'300), meno di 200 mila hanno fatto richiesta di esercitare i diritti politici. Non è una proporzione particolarmente alta, e di fatti oggi il Parlamento non ha un rappresentante degli svizzeri all’estero. Cosa si può fare per motivare i concittadini ad impegnarsi anche da un punto di vista democratico?
La proporzione non mi pare per nulla disprezzabile, ed è in costante crescita. Ma è una questione di motivazione personale. Chi mantiene forti legami con la Svizzera, o prevede un giorno di ritornarvi, è naturalmente più motivato degli altri. L’OSE anche qui può incoraggiare, anche tramite l’introduzione di un’elezione diretta del Consiglio degli Svizzeri all’estero (CSE).
Lo Svizzero all’estero eletto in Parlamento lo abbiamo avuto (il Consigliere nazionale Tim Guldimann, che purtroppo ha abbandonato). Ma è stato eletto non a caso nel Canton Zurigo, che vanta ben 36 deputati. E questo resterà sempre il limite: la circoscrizione elettorale è il Cantone, non la Svizzera, e quindi gli Svizzeri all’estero non possono unirsi per far eleggere uno dei loro.
Quali priorità si pone per la sua legislatura alla testa dell’organizzazione?
Non vorrei stabilire da solo le priorità dell’OSE, per questo ho convocato una clausura strategica del nuovo Comitato per affrontare il tema. Riferiremo poi al Consiglio – e al Congresso previsto per il 19-21 agosto 2022 in presenza a Lugano – le nostre proposte per un ripensamento del ruolo e delle dinamiche dell’Organizzazione.
Mi pare tuttavia sin d’ora chiaro che dobbiamo essere molto più dinamici, comunicare di più, ringiovanire le fila delle associazioni locali e nazionali per finire con il nostro stesso Consiglio, coinvolgere democraticamente la base e spingere con determinazione per il voto elettronico, a livello istituzionale come pure associativo. La collaborazione con i nostri partner istituzionali va intensificata, i nostri concittadini all’estero devono sapere di più cosa facciamo per loro, e devono poter chiedere quello che a loro più serve.
Appuntamento dunque al Congresso di Lugano per una grande e aperta discussione sul nostro ruolo e sul nostro futuro.
La persona di Filippo Lombardi, già Presidente del Consiglio degli Stati, è una persona conosciuta per i suoi numerosi impegni: politico, personaggio attivo nel settore dei media, presidente dell’Ambrì Piotta (società di hockey su ghiaccio). Cosa fa nel tempo libero, quali sono i suoi hobby e le sue passioni?
Veramente, il lavoro è il mio hobby… Mi diverto di più ad affrontare problemi, cercare mediazioni, proporre soluzioni e trovare accordi, che non a caccia, pesca, carte, scacchi o golf! Magari un giorno me ne pentirò, ma per intanto mi trovo bene così e mantengo allenato il cervello… Però certamente la presidenza dell’HC Ambrì Piotta va considerata come un “costoso hobby lavorativo” e non come un “lavoro remunerativo”….
Lei è molto vicino alla comunità dei lettori della Gazzetta, degli Svizzeri in Italia. C’è un messaggio che vorrebbe trasmettere nella sua nuova veste di numero 1 dell’Organizzazione degli Svizzeri all’estero?
Beh, la comunità svizzera in Italia mi sta particolarmente a cuore per vicinanza linguistica, culturale e geografica. Una vicinanza rafforzata anche dalla mia bisnonna bresciana, ciò che mi ha portato nell’ottobre del 2000 a prendere la parola a Montecitorio in qualità di uno dei tre delegati svizzeri alla Prima (e finora unica) Conferenza dei parlamentari d’origine italiana nel mondo. Spero di poter servire gli Svizzeri in Italia nei prossimi anni da presidente OSE ancor più di quanto abbia potuta fare nei mei vent’anni di Consiglio degli Stati. Avremo sicuramente modo di incontrarci nei prossimi congressi del “Collegamento” o in altre occasioni. E gli Svizzeri d’Italia sanno che possono contare su di me!
Angelo Geninazzi
Cambio al vertice
Studi di diritto ed economia politica all’Università di Friburgo
Dopo gli studi ha condotto il Segretario generale a pieno tempo di organizzazioni giovanili europee ed internazionali basate a Bruxelles.
Nel 1987 diventa direttore del quotidiano Giornale del Popolo e nel 1994 fonda TeleTicino,
Da imprenditore dei media presiede o siede tuttora in diversi CdA del settore (TV, radio, web, marketing) ed è vicepresidente del Gruppo multimedia Corriere del Ticino e presidente onorario dell’associazione mantello nazionale Comunicazione svizzera.
Per 20 anni deputato al Consiglio degli Stati (il Senato svizzero, di cui è stato Presidente nel 2012-13), ne ha presieduto la Commissione Energia e Ambiente (2007-09) e la Commissione di Politica Estera (2017-19), guidando la Delegazione svizzera nelle Assemblee parlamentari del Consiglio d’Europa e dell’OCSE e partecipando a quella dell’Unione Interparlamentare.
Dal 2021 siede nell’esecutivo cittadino di Lugano (Municipio) quale capo del Dicastero Sviluppo territoriale (pianificazione, ambiente, mobilità, energia ed edilizia privata).
Dal 2001 è membro del Consiglio degli Svizzeri all’estero, dal 2013 siede nel Comitato, dal 2015 al 2021 ne è stato Vicepresidente. Dal 1. settembre 2021 ne ha assunto la Presidenza