Vai al contenuto

Il mito del Lauberhorn e le sue cifre impressionanti

    È da sempre considerato lo sport nazionale: lo sci alpino gode in Svizzera di una forte popolarità e tutte le competizioni della Coppa del Mondo – sia femminili che maschili – vengono trasmesse in diretta TV. Il circo bianco, così è chiamata la competizione che da novembre a marzo si sposta in diverse località europee e degli Stati Uniti, in gennaio fa tappa anche in Svizzera, per una tre giorni solitamente composta dalle competizioni maschili della combinata (una manche di slalom e una di discesa), la leggendaria discesa e, la domenica, lo slalom.

    La discesa libera del Lauberhorn è la più vecchia e la più lunga della Coppa del Mondo di sci FIS. Si è tenuta nel fine settimana del 19 gennaio per l’89ma volta e ha riportato il piccolo villaggio alpino di Wengen, nell’Oberland bernese, sotto i riflettori internazionali.

    Gli atleti sfrecciano nella valle in ripida discesa dirimpetto all’impressionante paesaggio delle tre mitiche montagne: l’Eiger, il Mönch e la Jungfrau. Tra il punto di partenza e il traguardo vi sono più di 1000 metri di dislivello. Gli sciatori più veloci percorrono in circa due minuti e mezzo la pista lunga quasi 4,5 km.

    Uno studio condotto dall’università di Lucerna, per il 2002, ha calcolato che il valore aggiunto per la regione della Jungfrau si è aggirato sui 30 milioni di franchi.

    La discesa del Lauberhorn: con i suoi 4,5 chilometri la più lunga di tutte.

    Le cifre sono impressionanti

    L’edizione 2020 ha visto trionfare il beniamino di casa, Beat Feuz. È la terza volta dopo il 2012 e il 2018 che il bernese riesce a trionfare dopo una corsa quasi perfetta sul percorso accorciato con partenza appena sopra l’Hundschopf. E’ solo il secondo sciatore dopo Franz Klammer a vincere la discesa libera del Lauberhorn per tre volte. Per la gioia dei moltissimi tifosi accorsi a Wengen.

    Beat Feuz, vincitore nel 2020 della discesa del Lauberhorn