Le vendite di auto elettriche in Svizzera sono in forte aumento. Questo sviluppo va di pari passo con quello dell'energia solare. La Svizzera sovvenziona la transizione, ma non regolamenta la vendita di SUV elettrici.
Forse tra dieci anni le città svizzere saranno libere da polveri fini e dagli altri gas inquinanti emessi dalle auto a benzina e diesel. Una nuova flotta, questa volta elettrica, circolerà senza emettere CO2. «Gli studi dimostrano che le auto elettriche sono attualmente la migliore opzione disponibile per ridurre in modo significativo le emissioni di CO2 associate alla mobilità privata», afferma il professor Mario Paolone, che dirige il Laboratorio di sistemi elettrici distribuiti del Politecnico federale di Losanna. Nonostante le timide normative sul peso dei veicoli e sulle emissioni di CO2, la Svizzera sta facendo passi da gigante. «La sua transizione è più veloce di quella di molti altri paesi europei», sottolinea lo specialista. Anche se il tasso di elettrificazione della Norvegia, che supera il 90%, aveva già raggiunto nel 2014 quello attuale della Svizzera.
«Sul totale dei veicoli circolanti in Svizzera, circa il 96% è costituito da veicoli a benzina, diesel o ibridi che non devono essere ricaricati presso un punto di ricarica elettrica», sottolinea Laurent Pignot, portavoce del Touring Club Svizzero (TCS). Ma la crescita delle auto elettriche è reale. Le 40’173 nuove auto elettriche immatricolate lo scorso anno rappresentano un aumento del 26,2% rispetto al 2021, secondo Auto Schweiz. La quota di mercato delle auto elettriche ha raggiunto il 17,8% delle auto nuove nel 2022, rispetto al 13,3% del 2021, all'8,2% del 2020 e al 4,2% del 2019.
Più efficace, più semplice, più economico
Va detto che un motore elettrico – con le sue 200 parti – consuma tre volte meno energia di un veicolo dotato di motore a combustione, che ha 2’000 parti. L'aumento dei prezzi del petrolio e l'aggravarsi della crisi climatica stanno incentivando l'elettrificazione. L'organizzazione mantello Swiss eMobility sostiene che dal 2035 in Svizzera potranno essere immatricolati solo veicoli che non emettono CO2. L'associazione chiede inoltre che vengano urgentemente realizzate infrastrutture di ricarica in tutto il paese. Swiss eMobility insiste sul fatto che le emissioni di CO2 dovrebbero essere prese in considerazione quando i veicoli vengono tassati. Attualmente questo avviene raramente, con tasse automobilistiche che variano da cantone a cantone e che hanno un impatto minimo sulla scelta dell'auto. «In Francia, i veicoli pesanti e inquinanti sono tassati molto pesantemente al momento dell'acquisto con un sistema di malus esponenziale che può costare fino a 50’000 euro per un'auto che emette più di 225 grammi di CO2 per chilometro», ribadisce Luca Maillard, specialista nella valutazione dei veicoli presso l'Associazione traffico e ambiente (ATA).
L'elettrificazione della mobilità è una delle soluzioni per raggiungere l'obiettivo di zero emissioni fissato dal Consiglio federale entro il 2050. Ma i mezzi per la decarbonizzazione differiscono radicalmente a seconda degli attori di questo dibattito. Il TCS chiede alle autorità pubbliche di sostenere l'acquisto di questo tipo di veicoli e l'installazione di punti di ricarica privati. L'ATA sostiene il contrario. Raccomanda l'abolizione di incentivi come le esenzioni fiscali all'importazione entro il 2025. E si oppone ai bonus di acquisto, come ad esempio in Vallese, dove nel 2022 più di 4’000 persone hanno beneficiato di un bonus tra i 2’500 e i 5’000 franchi per l'acquisto di un'auto elettrica. Un sistema che ora esiste solo in Ticino.
Gli importatori eludono le regole sul CO2
L'ATA punta a norme che riducono l'offerta di veicoli inquinanti, elettrici e non. Denuncia il sistema ancora in vigore nel 2023, modellato su quello dell'Unione Europea, che permette agli importatori di mettere in comune i loro acquisti – quelli buoni e quelli cattivi – per raggiungere i valori medi stabiliti dalla legge (cioè un massimo di 118 grammi di CO2/km). Nel 2020, Tesla ha venduto più di 6’000 veicoli con un valore obiettivo di 0 grammi di CO2. Ha trasmesso questo valore al gruppo Fiat-Chrysler, che è stato in grado di vendere veicoli con elevate emissioni di CO2 limitando le multe, riferisce l'ATA. Queste sanzioni nel 2021 ammontavano a 100 milioni di franchi svizzeri. «Ma queste sanzioni hanno un impatto minimo sulla vendita di SUV, visti gli elevati margini di guadagno di questi veicoli», afferma Luca Maillard. E sottolinea che più della metà delle auto elettriche vendute sono SUV. Questi modelli, con emissioni di CO2 pari a zero grammi, funzionano con batterie che pesano fino a 700 chili, per un peso totale di 2,5 tonnellate. La messa in circolazione di questi mammut annullerebbe i vantaggi ecologici, perché l'energia grigia necessaria per produrli e la loro potenza fanno pendere la bilancia dalla parte sbagliata. Tuttavia, Mario Paolone ritiene che «in linea di massima, un eTank (un SUV elettrico) è molto più efficiente e meno inquinante di un'auto con un piccolo motore a combustione, soprattutto se l'auto viene ricaricata con risorse rinnovabili».
Secondo l'ATA, in Svizzera un'auto elettrica emette in media l'equivalente di 20 g di CO2/km. Il punteggio è in linea con il mix elettrico svizzero, composto in gran parte da energie rinnovabili. È sei volte migliore di quello della Polonia, ad esempio. Con tutte le spese incluse, un'auto elettrica costa come un'auto a benzina. Il vero guadagno è ecologico, perché dopo aver percorso circa 30’000 chilometri, i veicoli elettrici riducono significativamente la loro impronta ecologica, che inizialmente è peggiore di quella di un'auto a benzina. Questo equilibrio migliora ulteriormente quando le case o gli edifici collegati alle auto sono dotati di pannelli solari. «È possibile guidare un'auto a energia solare e fare il pieno con quattro franchi», spiega l'ingegnere vallesano Arnaud Zufferey.
Il problema del litio e del suo riciclaggio
«L'elettrificazione della mobilità non ha avuto finora alcun effetto positivo significativo sull'ambiente», afferma l'ATA, che si batte per un maggiore utilizzo della mobilità attiva e del trasporto pubblico. L'altro punto riguarda i materiali necessari per la produzione delle batterie. Secondo gli specialisti, non sono le riserve mondiali di litio a scarseggiare, ma piuttosto l'estrazione e il trasporto del litio a causare inquinamento. La soluzione a questi gravi problemi ambientali e sociali sta nel riciclaggio delle batterie. L'Unione Europea prevede che entro il 2035 saranno riciclati tra il 70% e il 95% dei metalli presenti nelle batterie (cobalto, piombo, litio, nichel). E l'energia? Passando a una flotta composta al 70% da auto elettriche, la domanda di elettricità aumenterebbe di 7 TWh, rispetto all'attuale domanda complessiva di elettricità in Svizzera, pari a 60 TWh, secondo uno studio internazionale pubblicato nel 2022. «Stiamo parlando di un aumento dell'11% da oggi al 2050. È abbastanza fattibile, soprattutto con un'alta penetrazione del fotovoltaico», è convinto Mario Paolone.
Schweizer Revue
Stéphane Herzog
Il boom della mobilità elettrica sta facendo aumentare il consumo di elettricità. La domanda cruciale è: l'elettricità per autoveicoli è ecologica? Questa stazione di ricarica nei pressi di Oftringen (AG) è dotata di celle solari. Foto Keystone
Un blocco di spodumene. Questo minerale viene utilizzato per produrre il metallo alcalino litio. L'estrazione dei minerali, spesso poco rispettosa dell'ambiente, è uno degli svantaggi della mobilità elettrica. Foto Keystone
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