Estremi Svizzeri
Più alto, più grande, più rapido, più bello? Alla ricerca dei record svizzeri che escono dall’ordinario. Oggi: in visita nella regione che possiede la maggiore densità di teleferiche della Svizzera
Nessun altro cantone conta tante piccole teleferiche bizzarre sospese al disopra di burroni quanto il montagnoso Canton Uri. Un tempo indispensabili per accedere a fattorie di montagna discoste, oggi servono anche per questioni turistiche.
Eggenbergli è una piccola terrazza naturale in alto sul fianco ripido e ombroso della profonda valle del Schächen, che conduce Altdorf, il capoluogo del canton Uri, al passo roccioso e selvaggio del Klausen. L’Eggenbergli può essere raggiunta solo da contadini di montagna motorizzati con una moto fuoristrada, ma anche da due funi metalliche lunghe 1’500 metri che lo collegano alla frazione di Witterschwanden in fondo alla Klausenpassstrasse. Sono arterie vitali, poiché portano un mezzo di trasporto innovativo.
Le due piccole cabine della teleferica, costruite nel 1953 e dipinte di verde come boschi e prati, sembrano reperti ben curati di un museo d’epoca. Sulle due panchine ci stanno al massimo quattro persone, mentre i bagagli trovano posto all’esterno delle cabina. Una sospensione a due bracci molto sottili collega la cabina alle quattro ruote sulla fune. Sono i passeggeri stessi che azionano la teleferica inserendo un gettone e premendo un bottone. Quando la teleferica, alimentata ad elettricità, scivola lungo la ripida discesa in direzione della valle, si inclina in avanti e lascia senza fiato i passeggeri.
In questa specie di “due cavalli” sospesa, ci si bilancia dolcemente al disopra di un paesaggio agricolo montagnoso: i prati, delle isole verde chiaro in mezzo allo scuro bosco della montagna, sono spesso inclinati in maniera vertiginosa con fattorie costruite sui pendii tra il fieno essiccato. Non esiste nessuna strada di accesso.
Le teleferiche così fuori dal tempo come quelle di Eggenbergli e il paesaggio rurale coltivato dai contadini di montagna urani non sono concepibili uno senza l’altro. «La costruzione di numerose piccole teleferiche ad Uri, dopo la Seconda Guerra mondiale, è stata sostenuta dal Servizio cantonale dei miglioramenti fondiari», indica lo storico Romed Aschwanden. Esso dirige l’istituto “Kulturen der Alpen”, un’antenna dell’Università di Lucerna ad Altdorf, che studia, tra l’altro, le teleferiche urane. La ricerca è originale: il musicologo Michel Roth, ad esempio, colleziona i suoni dei cavi d’acciaio che si bilanciano nella valle dello Schächen. Il suo scopo: creare una composizione con i suoni archiviati.
Romed Aschwanden si interessa alla funzione sociale delle teleferiche: nelle montagne urane, le piccole teleferiche hanno portato a un risultato simile al classico miglioramento come i lavori di risanamento e correzione delle acque in pianura. Esse hanno semplificato l’utilizzo delle terre agricole e migliorato il loro rendimento stabilendo un legame con la civilizzazione. Quando gli insediamenti periferici sono stati resi accessibili dalle funivie, i ragazzi hanno potuto andare a scuola senza problemi e i loro genitori hanno potuto trovare più facilmente un lavoro nei fondovalle.
I «piccoli battelli di Niederberger»
Dal momento che il paesaggio di Uri è straordinariamente tortuoso e ripido, è stata creata una rete di teleferiche molto densa, che conta oggi ancora 38 teleferiche ufficialmente autorizzate a trasportare passeggeri nei quattro angoli del cantone. Altrettanto spettacolare di quello di Eggenbergli, vi è ad esempio il tragitto della minicabina aperta che sale da Bristen, nella valle di Maderan, a Waldiberg, o quello che scende da Musenalp a Chlital, vicino a Isenthal. Il boom delle teleferiche è stato avviato dal pioniere dell’industria nidvaldese Remigi Niederberger, di professione fabbro, che si era reso conto del potenziale di questo modo di trasporto alla svolta del secolo. Con i suoi figli, ha sviluppato, come racconta lo storico Romed Aschwanden, una costruzione appositamente adatta alle rudi regioni montagnose: una piccola cabina, ridotta all’essenziale ma che proteggeva dalle intemperie, la cui sospensione corta ha permesso di costruire piloni bassi. I cosiddetti “piccoli battelli di Niederberger” fanno ormai parte del patrimonio industriale e culturale della regione.
Trasporti pubblici in verticale
Su un tragitto diviso in due sezioni, una piccola telecabina porta dalla valle di Schächen all’altopiano di Ruogig, che serve da alpeggio. Intorno alla stazione intermedia e alla stazione a monte sono disseminate delle piccole fattorie che sono collegate all’asse principale con teleferiche più piccole che servono al trasporto di materiale. Il latte e il fieno vengono così raccolti e inviati a valle e dei beni di consumo corrente possono essere trasportati fino alle fattorie. «La cultura urana delle teleferiche si caratterizza anche per il paesaggio di frazioni sparse», sottolinea lo storico. Si potrebbe parlare di una rete di trasporto pubblico aereo.
Il punto debole di questo sistema è la sua mancanza di redditività. «La gestione di numerose piccole teleferiche dalle basse frequenze non può essere redditizia», conferma Toni Arnold, direttore dell’associazione delle teleferiche di Uri. Le crescenti esigenze di sicurezza sono un aspetto primordiale. Anche se queste piccole teleferiche hanno l’aspetto, di primo acchito, di costruzioni provvisorie mal tenute, esse sono sottoposte a intervalli regolari a controlli imposti dalla legge. Ogni anno, l’istanza responsabile procede a un controllo tecnico di ogni teleferica sottoponendo il suo cavo a una radiografia speciale. In questi ultimi anni, si sono registrati soltanto alcuni incidenti con teleferiche utilizzate per il trasporto di materiale dove si erano seduti dei passeggeri anche se vigeva il divieto per le persone.
Concorrenza della strada
Toni Arnold spera che il crescente turismo all’aperto possa dare alle piccole funivie di Uri un certo sostegno economico, soprattutto perché la maggior parte delle cabine sono dotate di installazioni per il trasporto di mountain bike. Nel contempo, Arnold non nasconde che le connessioni stradali, in vari luoghi, rimetteranno a medio termine in questione le piccole teleferiche storiche. E questo, come fa notare, «benché la strada non sia superiore alla teleferica sotto tutti gli aspetti». Certo, un accesso stradale si rivelerebbe spesso più confortevole e più semplice. Ma con condizioni invernali ghiacciate, la funivia ha un chiaro vantaggio. Inoltre, con le sue capacità limitate, costituisce una barriera contro l’afflusso massiccio di visitatori e rappresenta la garanzia di un turismo dolce ed ecologico oggi molto ambito. D’inverno, le piccole teleferiche servono una nicchia turistica particolare trasportando gli sciatori sulle piste vergini mentre, più in alto, il rischio di valanghe è importante.
Martin Gisler non è un turista, bensì un agricoltore e non vuol sentir parlare di strade. È responsabile della gestione della teleferica che conduce da Witterschwanden a Eggenbergli, che assicura un servizio di trasporto pubblico molto particolare. Ogni cinque piloni, i passeggeri possono premere un bottone per chiedere di fermarsi. Cinque famiglie vivono tutto l’anno ai bordi della teleferica, e in ogni fermata si trova una casa. Martin Gisler vive vicino al quinto pilone. Egli apprezza la teleferica soprattutto d’inverno, quando nevica e quando è occupato quasi tutta la giornata a pulire da solo il sentiero che porta alla sua casa.
Recentemente, la cooperativa responsabile della gestione ha previsto di sostituire la teleferica ormai vetusta con una strada, ma vi ha rinunciato. E non solo a causa dei costi: a Eggenbergli, nessuno riesce ad immaginarsi una vita senza la teleferica.
Jürg Steiner
Schweizer Revue
Il “Niederberger Schiffli” che porta a Eggenbergli assomiglia ad un pezzo da museo. Foto Uri Turismo.
Nel “cockpit” della cabina, i passeggeri devono imparare da soli come azionare la teleferica. Foto Jürg Steiner
la piccola teleferica che porta da Amsteg al lago d’Arni supera i 790 metri di dislivello.
la teleferica che porta da Hofstetten a Wilerli è un veicolo… particolarmente aereo. Foto Uri Turismo
La vallata di Schächen, nel canton Uri, conta un numero particolarmente elevato di piccole teleferiche. Esse sono rappresentate da linee rosse sulla carta. © Swisstopopo
Condividi:
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Telegram (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su WhatsApp (Si apre in una nuova finestra)