“Le idee liberali offrono ancora una guida alle persone”

Intervista con Thierry Burkart, presidente del Parito Liberale Radicale (PLR)

Il Partito liberale radicale è un partito storico della Svizzera. Sin dai suoi esordi l’allora partito radicale democratico (PRD) si è considerato il rappresentante del Liberalismo politico in Svizzera. I suoi obiettivi erano garantire le libertà individuali e promuovere un ordinamento economico liberale, in cui gli interventi statali fossero il più possibile circoscritti. Il partito diede un contributo di rilievo al processo di edificazione dello Stato federale. Dal 1848 senza interruzioni è stato rappresentato in Consiglio federale. Negli ultimi anni però fatica a convincere la popolazione con le sue ricette. Alle scorse elezioni ha perso un seggio in Consiglio nazionale e lo 0.8% dei consensi. Ne pabbiamo parlato con il suo presidente, l’argoviese Thierry Burkart.

Signor Burkart, lei è presidente del PLR Svizzero da tre anni. Come vive questa esperienza e quali sono le sfide più grandi che ha dovuto affrontare?

È un compito di responsabilità. Perché il PLR rappresenta la base liberale su cui si fonda il modello di successo svizzero. Ma, data la struttura decentratalizzata, guidare il PLR è una sfida.

Il PLR è uscito sconfitto dalle ultime elezioni, restando comunque davanti al partito del Centro. Si aspettava questo risultato e a cosa lo attribuisce?

Mi dispiace molto che non siamo riusciti a rafforzare le forze liberali nel Parlamento federale. Questo renderà più difficile trovare maggioranze per le riforme necessarie a garantire che la Svizzera rimanga una piazza economica competitiva, che il nostro Paese abbia energia sufficiente e che le pensioni rimangano sicure. Soprattutto la situazione migratoria ha mobilitato l’area dei conservatori. Ma dove c'è ombra, c'è anche luce. Siamo riusciti a guadagnare in alcuni cantoni, come in Ticino. Dobbiamo fare leva su questo, perché il PLR è indispensabile come catalizzatore di soluzioni mirate, capaci di conquistare maggioranze.

Potrebbe descrivere il tipico elettore del PLR?

Si tratta di persone che vogliono innanzitutto dare forma alla propria vita e agire. Ma i nostri elettori sono tanto diversi quanto il PLR è ancorato alla popolazione come partito popolare. Ciò che li accomuna è la volontà di allineare la politica del nostro Paese ai valori liberali di libertà e responsabilità, progresso e spirito pubblico.

Ritiene che la vicenda delle difficoltà finanziarie del Credit Suisse e la successiva acquisizione da parte di UBS con un forte intervento del Consiglio Federale abbiano avuto un impatto negativo sul risultato del suo partito?

Sì, perché gli altri partiti ci hanno immediatamente etichettato come responsabili di questo fallimento. I media hanno prontamente ripreso questa narrazione e l'hanno riproposta per settimane. Eppure la nostra Consigliera Federale Karin Keller-Sutter, con la sua azione decisiva, ha salvato la Svizzera e le piazze finanziarie internazionali da una catastrofe economica. Il palese fallimento dei manager bancari altamente retribuiti è responsabile della rovina del CS. Devono essere chiamati a risponderne.

Nonostante la perdita di elettori negli ultimi decenni, il PLR ha mantenuto un'importante influenza sul panorama politico svizzero. È un caso unico in Europa, dove i partiti liberali faticano a farsi strada nell'elettorato. Come spiega questa "specialità" svizzera?

Il PLR si assume responsabilità a tutti i livelli di governo. Abbiamo membri nei municipi, nei governi cantonali, nei parlamenti comunali e cantonali di tutto il Paese. Il PLR continua a portare avanti l'eredità della Costituzione federale elaborata dalle forze liberali nel 1848. Il nostro Stato federale è sempre stato caratterizzato dal liberalismo e rappresenta una storia di successo unica. Anche 175 anni dopo le conquiste storiche dei padri della Costituzione, il PLR si sente impegnato nelle nostre istituzioni come allora. Il mondo e la Svizzera possono essere cambiati da allora, ma le idee liberali offrono ancora una guida alle persone.

Secondo lei, quali sono le tre sfide più importanti per la Svizzera nei prossimi quattro anni e come vuole affrontarle come PLR?

In primo luogo, dobbiamo garantire al nostro Paese elettricità sufficiente e a prezzi accessibili. A breve termine, ciò richiede una massiccia espansione delle energie rinnovabili, un aumento delle capacità di stoccaggio, la costruzione di grandi centrali a gas e l'estensione dell'attività delle centrali nucleari. A medio e lungo termine, non potremo fare a meno di costruire una nuova generazione di centrali nucleari. In secondo luogo, è compito della nostra generazione garantire e sviluppare ulteriormente la previdenza vecchiaia, in modo che anche le generazioni future possano beneficiare delle stesse prestazioni pensionistiche di cui godiamo noi oggi. Il PLR ha proposto soluzioni concrete con l'iniziativa sulle pensioni e l'iniziativa sulla tassazione individuale su cui il popolo dovrà votare.

Nella prossima legislatura, dobbiamo anche trovare soluzioni per la cooperazione internazionale che siano in grado di ottenere una maggioranza. Relazioni buone e affidabili sono fondamentali per la nostra economia e la nostra società. In particolare, relazioni intatte con l'UE sono di fondamentale importanza per il nostro Paese. Per il PLR è quindi chiaro che l'approccio bilaterale deve essere ulteriormente sviluppato. Né l'adesione all'UE o al SEE né lo smantellamento delle relazioni attraverso un accordo di libero scambio sono opzioni praticabili per il PLR. Il PLR chiede quindi l'ulteriore sviluppo e il consolidamento a lungo termine dell'approccio bilaterale sotto forma di un nuovo pacchetto negoziale (Bilaterali III).

I programmi elettorali di PLR e dei Verdi Liberali non sono poi così diversi: entrambi favoriscono politiche fortemente liberali e hanno gli stessi obiettivi nel campo della protezione del clima. Ha davvero senso mantenere due partiti separati o sarebbe più sensato pensare a una fusione nel prossimo futuro? 

«Responsabilità individuale invece di paternalismo statale, incentivi invece di divieti, economia di mercato invece di interventi statali.»

Anche il PLR chiede il rispetto degli obiettivi climatici in conformità con l'Accordo sul clima di Parigi. Ma, a differenza dei Verdi Liberali e del Partito dei Verdi, non vogliamo raggiungere questo obiettivo attraverso divieti e sussidi, ma attraverso incentivi, innovazione e apertura alla tecnologia. Ho presentato una mozione che chiede al Consiglio Federale di rivedere la strategia energetica, poiché si basa su presupposti errati. Chiudere un occhio per motivi ideologici è dannoso per il clima, visto che il Consiglio Federale vuole costruire centrali a gas per avere abbastanza elettricità in Svizzera.

Il PLR è un partito di destra?

Il PLR è un partito liberale di destra. Tuttavia, non ci orientiamo semplicemente sull'asse destra/sinistra, ma offriamo soluzioni adeguate ai problemi da affrontare. Siamo l'unico partito coerentemente liberale, cioè economicamente e socialmente liberale.

Come vede la Svizzera tra 20 anni?

Se la Svizzera vuole mantenere il suo modello di successo e quindi garantire il benessere della popolazione, i politici devono affrontare con urgenza le prossime riforme (previdenza, approvvigionamento elettrico, immigrazione, relazioni internazionali, ecc.). Il modello di vita ed economico liberale di successo è costantemente sotto attacco. Ma esso costituisce la base su cui possiamo organizzare la nostra vita come meglio crediamo e, come società, continuare a godere della prosperità necessaria in futuro per finanziare, tra l'altro, i nostri sistemi sociali. Per il nostro Paese deve quindi valere quanto segue: responsabilità individuale invece di paternalismo statale, incentivi invece di divieti, economia di mercato invece di interventi statali.

Trascurati per anni, gli Svizzeri all'estero sono ora riconosciuti da quasi tutti i partiti come un interessante serbatoio di voti, che spesso cercano di corteggiare attraverso le sotto-liste per il Consiglio Nazionale. Ma le questioni che stanno a cuore agli Svizzeri all'estero, come il voto elettronico, passano in secondo piano, mentre la Quinta Svizzera non è ancora rappresentata in Parlamento. Come spiega questa contraddizione?

«Il modello di vita ed economico liberale di successo è costantemente sotto attacco.»

Manteniamo una rete globale con il PLR International e coinvolgiamo gli Svizzeri all'estero nella vita del nostro partito. Viste le sfide strutturali che una campagna elettorale dall'estero comporta, è ovviamente difficile per un candidato raggiungere un livello di riconoscimento sufficiente per essere eletto. Ma il PLR sta lavorando intensamente su temi come il voto elettronico nell'ambito della sua richiesta di una maggiore e più rapida trasformazione digitale. È giusto procedere per gradi per non mettere a rischio la fiducia nella democrazia. Purtroppo, le recenti difficoltà e i problemi informatici di un ufficio federale stanno mettendo a dura prova gli sforzi di digitalizzazione.

Biografia

Nato nel 1975 a Baden, cresciuto a Obersiggenthal, dal 2021 vive a Lengnau (AG)

Ha studiato a San Gallo e a Losanna ed è stato ammesso all'albo degli avvocati nel 2010.

Dal 1999 al 2003, Burkart è stato presidente dei Giovani liberali di Argovia. Nel 2001 è stato eletto nel Gran Consiglio del Cantone di Argovia.

Dal 2004 al 2010 è stato vicepresidente e dal 2010 al 2013 presidente del PLR argoviese.

Burkart è stato eletto al Consiglio nazionale nel 2015 con il secondo miglior risultato della lista del PLR. Nel 2019 è stato invece eletto nel Consiglio agli Stati.

Dal 2021 presiede il PLR Svizzero.


A partire da questa edizione, Gazzetta Svizzera comincia una serie di interviste ai presidenti di partito svizzeri. L’obiettivo è quello di analizzare insieme ai diretti protagonisti il risultato emerso dalle recenti elezioni federali, approfondendo con spirito critico le posizioni dei principali partiti svizzeri e illustrare i retroscena della politica federale.

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