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Lugano bella e sconosciuta: dalla statua della libertà allo sfregio degli stemmi nobiliari

    Un libro-guida alla scoperta di una cittadina carica di storie curiose e misteriose, scritto da Jonas Marti

    È sempre interessante scoprire fatti curiosi e sconosciuti dei luoghi in cui si vive o che si ama visitare. Lugano è la cittadina di origine di molti svizzeri all’estero o anche tappa di passaggio per raggiungere la Svizzera interna dall’Italia, o, ancora, una meta vacanziera importante del Canton Ticino, insieme con Locarno.

    Jonas Marti, giornalista luganese, nel suo libro “Lugano, la bella sconosciuta”, scandaglia con dovizia storico-curiosistica la cittadina posta sull’omonimo lago (detto anche Lago Ceresio), facendoci scoprire particolari singolari e misteriosi, ignorati anche agli stessi luganesi.

    Il libro è ricco di fatti, episodi e personaggi, da cui traiamo qualche brano, per invitare ad osservare la cittàcon più calma e attenzione… con occhi diversi, meravigliati.

    La statua della libertà costruita prima di quella di new york

    Lugano costruì “la sua statua della Libertà” nel 1844, ad opera dello scultore Francesco Somaini, ben qurant’anni prima di quella di New York conosciuta tutto il mondo. “Ma la sorprendente somiglianza con la sorella americana - narra il libro - nasconde un trabocchetto. La statua luganese, che da quasi due secoli domina la città dall’alto ben salda alla sinistra del frontone che decora la facciata di Palazzo Civico, non rappresenta la Libertà, bensì la Religione”.

    Infatti i simboli che scorgiamo in essa sono i raggi che circondano il capo, il globo con una croce posto nella mano destra e un calice nella mano sinistra, a simboleggiare i raggi della luce contro le tenebre, la vittoria di Cristo e il culto eucaristico dei devoti.

    La vera “statua della Libertà” di Lugano è situata al lato opposto del frontone, quello destro.

    Lo storico Palazzo Civico, sede del municipio, è tutto un brulicare di statue e decori allegorici “… espressione della forte carica ideale ed etica del pensiero repubblicano laico che a metà Ottocento regnava a Lugano”.

    La prima fontana d’acqua potabile in centro a lugano

    Turisti e residenti ci passano davanti distrattamente, ne usufruiscono per qualche occasionale bevuta estiva, ignorando che questa fontana ha una sua storia.

    Chissà cosa pensarono i luganesi di fine Ottocento, quando per la prima volta bevvero l’acqua fresca  che scorreva dalla fontana di Piazza Dante. La fontana è una delle prime tre istallate  Lugano nel 1895, costruita per festeggiare l’arrivo della prima condotta di acqua potabile in città”.

    Annota l’Autore che la popolazione dell’epoca considerò l’evento un’impresa eccezionale oltreché fondamentale per il benessere e la qualità della vita delle persone, benché l’acqua potabile fosse, per ora disponibile solo dalle fontane e non ancora nelle proprie case.

    Fu comunque un enorme miglioramento poiché fino ad allora gli ottomila residenti prendevano l’acqua da pozze sotterranee con qualche rischio dal punto di vista igienico.

    Questa fontana la si può definire “errante” per essere stata spostata, durante oltre un secolo, in vari punti della piazza, come si può vedere dalle foto, finendo addirittura in un magazzino comunale per essere poi posta in un altro punto della città.  Nel 1967, fu ricollocata in Piazza Dante prima davanti a un porticato, rivolta verso la piazza, e infine nell’attuale posizione.

    La nobiltà vietata, lo sfregio degli stemmi

    Dove s’e mai visto lo sgarbo di eliminare i decori nobiliari posti sulle facciate degli antichi palazzi? A Lugano è accaduto. “In via Cattedrale ci sono due palazzi che nascondono una storia curiosa…”. Osservando le cornici in pietra dei due portoni, si vede chiaramente la “cancellazione“ con scalpello dei simboli degli stemmi nobiliari posti in cima all’arcata. “Chi è stato a rimuoverli? Quando? E perché? Per rispondere dobbiamo tornare indietro al 1798, quando a Lugano, sotto la spinta della libertà e dell’uguaglianza portate in giro per l’Europa da Napoleone, le autorità decisero clamorosamente di bandire la nobiltà. «Le distinzioni di nobiltà, e feudalità, gli emblemi gentilizi e simili sono le odiate insegne del fasto Aristocratico. La Democrazia non conosce altro distintivo, che quello del merito, e de’ talenti»”.

    Nessuno prese la cosa sottogamba, dato il ferreo Proclama del 14 marzo da attuarsi rapidamente secondo quanto deciso dal Consiglio provvisorio di Lugano: «… tutti gli stemmi, ed armi gentilizie, lavorini di livrea, ed altri distintivi di nobiltà dovranno essere levati nel termine di otto giorni…», e chi non avesse attuato tali misure sarebbe stato considerato un nemico del popolo. Fu un mese di marzo all’insegna della eliminazione delle tracce nobiliari per ogni via ospitante i palazzi aristocratici. I nobili e i patrizi vennero assimilati al popolo quali comuni cittadini. Durante la Restaurazione, riacquisirono gli antichi privilegi, ma questi vennero poi definitivamente aboliti (di fatto in gran parte e almeno sulla carta) nel 1848 dalla Costituzione federale.

    Il sasso delle streghe

    Una mappa celeste, con le posizioni degli astri? Una cartina geografica? Confini di proprietà? Oppure segnali di antichi pastori? I curiosi segni incisi sull’enigmatico Sasso della Predescia, in incantevole posizione a strapiombo sul lago nei boschi sopra Gandria, sono ancora aggi avvolti dal mistero e non si contano le ipotesi sul loro significato. Le incisioni sono numerose e di diverso tipo”. Questo strabiliante masso erratico trasportato dai remoti scioglimenti dei ghiacciai, presenta da un lato un profilo di volto umano e dall’atro lato un profilo animalesco. Sulla sua superficie vi sono incisioni protostoriche, canalaletti, croci ma soprattutto “coppelle” ossia conche circolari o, a volte, quadrate, che probabilmente testimoniano lo svolgimento di riti pagani di vario tipo sopra la “testa” nel masso.

    Probabilmente le croci furono realizzate più tardi quando il cristianesimo andava esorcizzando i luoghi di ritualità pagana.

    Solo lo spettacolare paesaggio che si manifesta sotto il masso vale la pena di una visita in questo affascinante e bellissimo sito naturale.

    Annamaria Lorefice
    lorefice.annamaria@gmail.com

    Jonas Marti giornalista, ha scritto il suo primo libro-guida Lugano la bella sconosciuta, ricco di fatti curiosi e sconosciuti agli stessi abitanti di Lugano e dintorni (Fontana Edizioni). In copertina, “la statua della Libertà” (in realtà della Religione) costruita ben quarant’’anni prima della omonima statua di New York.

    La prima fontana che diede accesso all’acqua potabile alla cittadinanza luganese nel 1895 in una illustrazione dell’epoca. Oggi è in altra posizione sempre in Piazza Dante.

    La testimonianza della cancellazione degli stemmi nobiliari dovuta al Proclama del 14 marzo del 1798.

    Il misterioso masso erratico “il Sasso delle streghe”, usato nei tempi antichi per riti pagani.