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Moneta intera e cripto valute

    Oltre il voto del 10 giugno

    Ridurre a un livello accettabile per il popolo un tema da grandi specialisti, tra l’altro anche in disaccordo fra di loro. È questo il dilemma di fronte al quale si trova il Consiglio federale nel proporre la votazione popolare sull’iniziativa “Moneta intera” (vedi dettagli a pag. 24). Nel nostro sistema democratico questa situazione si verifica con una certa regolarità e talvolta, come nel caso specifico, anche in momenti di per sé già complicati da altri fattori.
    “Moneta intera” significa in pratica conferire soltanto alla Banca Nazionale la facoltà di creare moneta. La BNS lo fa già per le monete metalliche (però la Zecca è della Confederazione) e per i biglietti di banca. Controlla inoltre l’emissione del resto di moneta da parte delle banche con vari sistemi, tra cui la proporzione di mezzi propri necessari. Negli ultimi tempi – dopo la più recente crisi monetaria – queste disposizioni sono state inasprite e continuano ad esserlo anche attraverso l’organismo di controllo del mercato finanziario (FINMA).
    I promotori dell’iniziativa credono però che questo non sia sufficiente e chiedono che la Banca Nazionale possa controllare tutta l’emissione di moneta. Semplice da dire, ma non da fare: la Banca Nazionale Svizzera (nata sull’idea di un siciliano!) è una società anonima, al cui capitale la Confederazione non partecipa nemmeno, poiché i proprietari sono in maggioranza i cantoni e una piccola quota di privati. La legge dice però che la politica monetaria della Banca Nazionale viene praticata d’intesa con la Confederazione, che quindi ha una visione completa della massa monetaria in circolazione.
    Se la BNS dovesse controllare tutta l’emissione di moneta, dovrebbe cambiare struttura e ampliarsi moltissimo, probabilmente anche cedendo l’indipendenza che oggi ha nei confronti della Confederazione. Un altro dei miti svizzeri che deve tramontare? Quand’anche lo fosse, non con i modi proposti dall’iniziativa, poiché la circolazione monetaria nel mondo, tra qualche tempo non sarà in mano alle banche centrali, ma agli innumerevoli creatori di cripto-monete (Bitcoin, per esempio).
    Ma la Svizzera può permettersi di agire da sola in questo campo, con una nuova mossa sconsigliata dallo stesso FMI? Se lo facesse le banche perderebbero (almeno in parte) una funzione essenziale nell’economia e la massa monetaria in circolazione diminuirebbe. Aumenterebbe però l’emissione di cripto-monete. Con quali controlli e con quali responsabili? Un futuro per lo meno incerto. Ma il popolo svizzero deve decidere oggi, per uscire da un dilemma, ma per entrare subito in un altro molto più grande.

    Ignazio Bonoli