Per ora niente e-voting: la fase di sperimentazione sarà ristrutturata

Il voto elettronico ha finora trovato molto apprezzamento presso gli Svizzeri all’estero.
La sua attuale indisponibilità crea ampi malumori.

Fino all’inizio dell’anno, l’e-voting era possibile da dieci cantoni con i sistemi della Posta Svizzera e del Canton Ginevra. Oggi, entrambi sono fuori servizio. Per quale motivo?
Nel 2018, il Canton Ginevra comunicava di rinunciare a proseguire lo sviluppo del proprio sistema di e-voting. Nel giugno 2019, ha chiuso la sua piattaforma con effetto immediato.

Da parte sua, La Posta prevedeva di utilizzare per la prima volta un sistema di voto elettronico totalmente verificabile nel 2019. Essa ha pubblicato il suo Quellcode nel febbraio 2019 e sottoposto il suo sistema ad un “test di intrusione pubblico”. Il testo si è svolto regolarmente, ma alcuni specialisti hanno intravisto gravi carenze, sia nel precedente che nel nuovo sistema. Di conseguenza, La Posta ha deciso di non proporre più il sistema precedente e di concentrarsi invece su misure destinate a migliorare il nuovo sistema. Essa prevede di metterlo a disposizione dei cantoni a partire dal 2020, per la fase di sperimentazione.

La Cancelleria federale ha annunciato una valutazione della situazione quando, nel marzo 2019, sono emerse le carenze del sistema postale. Le carenze hanno inoltre evidenziato debolezze nei processi di certificazione e di approvazione, che devono essere ancora analizzate. Tuttavia, la Cancelleria federale non dispone di alcun indizio che lasci presagire che queste carenze avrebbero provocato una falsificazione dei voti precedenti.

Al momento attuale, la Svizzera non dispone dunque di nessun sistema di voto elettronico.

L’e-voting non diventa, al momento, un canale di voto ordinario
Il Consiglio federale ha lanciato nel 2017 dei lavori per fare dell’e-voting il terzo canale di voto accanto al voto “di persona” e per corrispondenza. La necessaria revisione parziale della legge federale sui diritti politici prevedeva di semplificare la procedura d’autorizzazione e avrebbe, nel contempo, regolamentato le esigenze essenziali a livello legislativo, in particolare la verificabilità del voto e la determinazione dei risultati, la trasparenza dei sistemi e la loro accessibilità. Questo non verrà realizzato. La consultazione ha mostrato che una netta maggioranza dei cantoni e dei partiti erano fondamentalmente favorevoli all’introduzione del voto elettronico: la Conferenza dei governi cantonali nonché 19 cantoni sperano che quest’ultimo diventi un canale di voto ordinario. Ma la maggior parte dei partiti ritiene questa tappa prematura. In giugno, il Consiglio federale ha dunque deciso di mantenere il voto elettronico nella fase sperimentale e di ristrutturare quest’ultima con i cantoni entro la fine del 2020.

L’e-voting è considerato un servizio importante per gli elettori. L’obiettivo è di introdurre un’interfaccia stabile, basata su sistemi di ultima generazione. Si tratta in particolare di estendere i controlli indipendenti, di rafforzare la trasparenza e la fiducia e di coinvolgere maggiormente gli ambienti scientifici. A questo scopo, i requisiti e i processi sono attualmente in fase di revisione e ridefinizione.
(DFAE)