Responsabilità delle imprese: il popolo dice sì, ma la spuntano i cantoni

È successo l’ultima volta 65 anni fa: l'iniziativa “per imprese responsabili” viene approvata dalla maggioranza del popolo, ma non basta.

Non erano in pochi che prevedevano una difficoltà per l’iniziativa di superare lo scoglio dei Cantoni: infatti, solo otto di questi e un semi-cantone hanno approvato la proposta che prevedeva un obbligo di diligenza generalizzato per le filiere all'estero di aziende multinazionali svizzere. La fase di avvicinamento a questa votazione è stata particolarmente intensa e si stima che sia stata la campagna di votazioni più costosa di sempre.
Hanno dato luce verde al testo i cantoni di lingua francese (con l'eccezione del Vallese bilingue), Berna, Zurigo, Basilea Città e il Ticino. La maggioranza dei cantoni della Svizzera tedesca si è invece schierata in modo compatto contro l'iniziativa.

La maggioranza del popolo che non basta
La maggioranza dei votanti (50,7%) ha dato il proprio sostegno all'iniziativa, che ha convinto soprattutto nelle città. Bisogna risalire al 1955 per ricordarsi come un'iniziativa popolare abbia ottenuto la maggioranza dei voti popolari ma sia stata respinta dalla maggioranza dei cantoni.

Entra subito in vigore il controprogetto
L’argomentazione dei contrari all’iniziativa si è incentrata sul fatto che in caso di bocciatura il Parlamento aveva già concepito un controprogetto efficace e in linea con la prassi internazionale. Contrariamente all’iniziativa, il controprogetto è già elaborato a livello di legge e non disciplina esplicitamente la responsabilità della società madre per le aziende controllate all'estero. Non introduce nuovi standard, ma prevede nuovi obblighi. Le aziende interessate dovranno fare annualmente un rapporto sulle loro politiche in materia di diritti umani e di ambiente e sottostaranno a un obbligo di diligenza nei confronti del lavoro minorile e dei minerali estratti nelle zone di conflitto.

Campagna lunga e costosa
L'iniziativa lanciata oltre 4 anni fa era sostenuta da 130 organizzazioni non governative, dai sindacati, dalle chiese e dai partiti di centro-sinistra. I promotori hanno lanciato l'offensiva molto prima della data di voto, creando quasi 450 comitati regionali. Su molti balconi, finestre e giardini, sono state appese bandiere arancioni in sostegno all'iniziativa. I sondaggi nella fase di avvicinamento al voto davano per diverso tempo l'iniziativa in vantaggio, anche se nelle settimane prima del voto indicavano un'erosione del soste