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Rita Adam, la nuova Ambasciatrice svizzera a Roma

    L’Ambasciatrice svizzera a Roma racconta a Gazzetta svizzera della sua carriera diplomatica, degli scambi intensi e concreti tra la Confederazione e l’Italia e della cultura italiana in Svizzera

    Biografia: Rita Adam nasce nel 1969 a Bienne, dove frequenta le scuole.
    Lingue: parla correntemente tedesco, francese, italiano e inglese.
    Gli studi: studia diritto a Berna e consegue il brevetto di avvocato nel 1996.
    Gli inizi: a cavallo del millennio svolge un periodo di formazione presso la missione svizzera dell’ONU a Ginevra.
    Francia: tra il 2005 e il 2008 è a capo degli affari giuridici e della stampa presso l’ambasciata svizzera a Parigi.
    Africa: Prima di Roma, Adam è stata per 4 anni ambasciatrice in Tunisia

    Lei ha una grande esperienza come Ambasciatrice: prima di approdare a Roma è stata attiva in Tunisia. Cosa significa per Lei rappresentare la Svizzera all’estero?
    Tirando le somme dopo vent’anni al servizio del Dipartimento federale degli affari esteri, sono molto soddisfatta di aver scelto la carriera diplomatica. Come ambasciatore, il mio ruolo è di essere l’interprete tra le autorità svizzere e estere, spiegando le posizioni rispettive e contribuendo a costruire ponti verso soluzioni che rispondano agli interessi di entrambi i lati. Rimango convinta che sia una bellissima sfida e sono fiera di poter lavorare al servizio della Svizzera.

    Da meno di un anno Lei è la massima rappresentante svizzera in Italia. Come si trova come cittadina elvetica in Italia? C’è qualcosa che l’ha sorpresa particolarmente?
    È un onore per me poter assumere questo incarico prestigioso. Sono stata accolta in modo molto caloroso. L’Italia è uno dei nostri primi partner, per esempio a livello economico. Come al solito durante i primi mesi di un tale mandato, impegno una gran parte del mio tempo a costruire la mia rete, cercando di incontrare il maggior numero di rappresentanti delle autorità italiane, del settore privato e naturalmente della comunità svizzera. Durante questi primi scambi, sono stata sorpresa di quanto siano intensi e vari i contatti a tutti i livelli. La diversità delle forme di cooperazione, di progetti e iniziative bilaterali, che siano promossi da autorità svizzere o italiane oppure da attori privati, è ancora più importante di quello che mi aspettavo.

    A suo modo di vedere cosa unisce il popolo svizzero a quello italiano e in cosa invece le due mentalità si differenziano particolarmente?
    Ecco una bella domanda che offre l’argomento per discutere per tutta una serata…. Ci sono vari punti evidenti che ci uniscono: siamo vicini, condividiamo una lingua, abbiamo una lunga storia comune. Questa vicinanza offre tante opportunità, ma racchiude naturalmente anche la trappola dei luoghi comuni. Migliorare la conoscenza della Svizzera in Italia, oltre i soliti stereotipi, sarà una priorità del mio mandato, con un accento particolare sull’italianità del mio paese. Tra l’altro, vorremmo far conoscere meglio come la cultura e il modo di vivere italiani si siano integrati nella vita quotidiana svizzera durante gli ultimi decenni.

    Quali sono a suo giudizio le priorità da affrontare tra Svizzera e Italia?
    Oltre a quanto detto nella risposta alla domanda precedente, la nostra priorità è di fare progressi nei dossier bilaterali in sospeso, per esempio in merito alla fiscalità dei lavoratori frontalieri o al tema dell’accesso al mercato finanziario, cioè la possibilità per gli intermediari svizzeri di offrire servizi finanziari in Italia. Un’altra priorità sarà il contatto con la comunità svizzera. Vorrei approfittare sistematicamente di spostamenti nelle regioni per incontrare imprese e personalità svizzere presenti localmente, per approfondire il dialogo e valutare possibilità per iniziative comuni.

    Dopo l’incontro in gennaio tra il Consigliere Federale Ignazio Cassis e il suo omologo italiano è trapelata l’impressione che i rapporti tra i due Stati rimangano sì cordiali, ma non molto concreti. Come è possibile sbloccare questa situazione di stallo?
    Mi permetta di esprimere un’opinione diversa: trovo che i rapporti tra la Svizzera e l’Italia siano molto concreti! Le do un esempio di attualità: c’è un interesse crescente in Italia nel funzionamento della democrazia diretta svizzera. In seguito a una conferenza di due giorni tenutasi a ottobre 2018 all’Istituto Svizzero a Roma in presenza del Presidente del Consiglio nazionale svizzero, stiamo attualmente valutando con i nostri partner italiani piste per approfondire la collaborazione e, facendo questo, promuovere la conoscenza in Italia di questo elemento fondamentale del nostro DNA istituzionale.
    Poi ci sono i dossier dove abbiamo questioni concrete da risolvere, come esposto nella risposta alla domanda precedente. Questi temi sono discussi sistematicamente nel quadro dei frequenti incontri ufficiali tra Svizzera e Italia. Posso assicurarle la nostra piena determinazione nel trovare soluzioni che rispecchino i nostri interessi nazionali.

    Qual è il suo auspicio in relazione alla sua attività dei prossimi anni in Italia?
    Sarà mia premura continuare l’ottimo lavoro svolto dai miei predecessori. Mi adopererò per promuovere ed approfondire ulteriormente le relazioni bilaterali tra Svizzera e Italia. In particolare spero di trovare il tempo per poter realizzare incontri in varie regioni d’Italia e in questo modo approfondire le mie conoscenze della diversità del Paese e nello stesso tempo allargare lo spettro di eventuali forme di cooperazione.

    Una mia priorità: il contatto con la comunità svizzera

    Intervista: Gazzetta svizzera