Leggere un testo e comprenderlo è una competenza che sta diminuendo presso gli studenti svizzeri, rivela lo studio PISA. Secondo la rappresentante dei docenti svizzeri, si tratta di fatto di una crisi linguistica.
Su un forum Internet sulla salute dei polli, Isabelle, allevatrice di polli, si interroga: «Va bene dare l'aspirina alla mia gallina? Ha due anni e credo che si sia fatta male ad una zampa. Posso andare dal veterinario solo lunedì e non risponde al telefono. La mia gallina sembra soffrire molto. Voglio darle qualcosa che la faccia sentire meglio.» La domanda di Isabelle fa parte dell'ultimo studio internazionale sul rendimento scolastico PISA (Program me for International Student Assessment). Lo studio comparativo viene effettuato ogni tre anni negli Stati membri dell'OCSE. Si concentra sulle competenze degli studenti quindicenni in lettura, matematica e scienze naturali.
La gallina ha bisogno di aspirina o di un veterinario?
L’ultimo studio PISA ha mostrato un’attenzione particolare nei confronti della lettura. L’esempio del forum Internet sulla salute dei polli è alquanto rappresentativo: gli studenti di 15 anni dovevano leggere la domanda di Isabelle e capire a cosa alludesse. L’allevatrice di polli voleva sapere se poteva dare un’aspirina alla sua gallina ferita e anche con quale frequenza. Poi chiedeva come trovare un veterinario. Oppure un modo per determinare l’intensità del dolore della sua gallina ferita.
Oltre ai tradizionali compiti di lettura con testi stampati, questi compiti interattivi hanno fatto parte del test per la prima volta. Secondo gli autori dei risultati dello studio per la Svizzera, questo è logico: la concezione dei test PISA deve tener conto degli sviluppi della società, e in particolare della “rivoluzione digitale». La definizione delle competenze in lettura tiene ora conto della facoltà di utilizzare i media digitali. Paragonati alle cifre del 2015, i risultati svizzeri dello studio mostrano diversi sviluppi:
- Le competenze in lettura dei giovani sono diminuite.
- Il piacere di leggere dei giovani è diminuito.
- La quota degli studenti deboli in lettura è aumentata.
Certo, per quanto concerne la lettura, la Svizzera non si scosta molto dalla media dell’OCSE. Ma paesi europei come la Finlandia, la Svezia, la Germania, la Francia o il Belgio hanno ottenuto risultati nettamente migliori della Svizzera.
Oggi, per rilassarsi, si preferisce guardare dei film
Perché in Svizzera le competenze in lettura e il piacere di leggere sono diminuiti presso i giovani, mentre la percentuale di allievi deboli in lettura è aumentata? Dagmar Rösler è presidente dell’Associazione mantello dei docenti della Svizzera (LCH) e in questo ruolo si confronta quotidianamente con questioni concernenti la formazione. I risultati dello studio PISA corrispondono a ciò che lei vive come docente: «A scuola, costato inoltre che gli alunni leggono meno. I media digitali fanno concorrenza ai libri. Per rilassarsi, si preferisce guardare dei film piuttosto che leggere dei libri.» I risultati dello studio PISA confermano questa costatazione: 50 giovani Svizzeri su 100 hanno rivelato, nell’ambito dello studio, di non trovare alcun piacere nella lettura. Nel 2000, essi erano soltanto 30 su 100. Ora, nella lettura, piacere e competenze sono strettamente collegate, secondo lo studio. Occorre dunque incoraggiare il piacere di leggere a scuola? «Facciamo già molto in tal senso. I docenti sono coscienti che la lettura è molto importante», ribadisce Dagmar Rösler. E conclude: «La scuola è probabilmente il luogo dove i giovani leggono momentaneamente di più e devono riflettere su quello che hanno letto.»
La crisi della lettura è forse una crisi linguistica?
Bisognerebbe investire nelle competenze in lettura già nella prima infanzia, a casa, in famiglia, ritiene Dagmar Rösler. Lo studio PISA mostra in particolare che un quarto degli alunni testati ottengono risultati molto mediocri in lettura. Una buona percentuale di questo quarto sono allievi derivanti dalla migrazione. Gli allievi provenienti da famiglie in cui si parla nella lingua del test si sono comportati visibilmente meglio.
La crisi della lettura è dunque, in fondo, una crisi linguistica? «I ragazzi che iniziano la scuola con un deficit linguistico difficilmente lo colmeranno», afferma Dagmar Rösler. «La Svizzera è troppo poco avanzata in materia di sostegno linguistico precoce.» Vi sono tuttavia delle eccezioni: il Canton Basilea Città sembra essere un modello in materia. Le autorità basilesi chiedono a tutte le famiglie di compilare un questionario sulle conoscenze in tedesco dei loro figli prima della loro entrata nella scuola materna. Quando si evidenziano delle lacune, i bambini devono seguire un corso di tedesco obbligatorio l’anno precedente alla loro ammissione nella scuola materna. Questo corso è gratuito. Anche la città di Coira propone a partire da quest’estate un corso di sostegno linguistico. Esso è obbligatorio per i bambini che non parlano sufficientemente tedesco 18 mesi prima di entrare nella scuola materna. La città di Lucerna lavora attualmente a un modello analogo, e per la prima volta in gennaio di quest’anno, ha inviato ai genitori un questionario simile a quello di Basilea Città. Nel canton Zurigo, invece, la commissione federale di formazione ha respinto un anno fa un’iniziativa parlamentare tendente ad adottare il modello basilese. Secondo Dagmar Rösler, lo studio PISA rivela in fin dei conti che è soprattutto necessario agire in un settore in particolare: «In Svizzera, dobbiamo progredire in materia di pari opportunità.»
Mireille Guggenbühler
L’indagine PISA in Svizzera
Nel 2018, 600 000 allievi di 79 paesi hanno partecipato ai test dell’ultimo studio PISA, i cui risultati sono ora noti. In Svizzera, vi hanno partecipato 6000 allievi nati nel 2002. I test, che si sono svolti in 200 scuole svizzere, hanno permesso di ottenere un punteggio medio svizzero. I dati del test non permettono di fare un confronto tra cantoni o regioni linguistiche. Nel confronto internazionale, i giovani Svizzeri hanno ottenuto le note migliori in matematica. Anche nelle scienze naturali, la media svizzera si situa nettamente al di sopra della media dell’OCSE.
(GUM)
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