Un sì al sistema svizzero affidabile

Autodeterminazione

Come nelle previsioni, anzi meglio. Il popolo svizzero e quasi tutti i cantoni hanno seguito le raccomandazioni delle Camere federali e del Consiglio federale. Le due istanze chiedevano, infatti, di respingere l’iniziativa popolare “Per la dignità degli animali da reddito agricolo”, cioè la possibilità di fornire un contributo ai contadini che detengono vacche e capre con le corna, poiché questo comporta costi maggiori, ma si darebbe anche maggior benessere a questi animali.

La posta in gioco maggiore era comunque data dalla votazione sull’iniziativa popolare “Il diritto svizzero anziché giudici stranieri” definita in pratica iniziativa per l’autodeterminazione. Il no di governo e Parlamento era giustificato dal fatto che questa iniziativa avrebbe compromesso i molti trattati internazionali conclusi dalla Svizzera con molti paesi. Contrariamente a quanto sostenuto dagli iniziativisti, l’iniziativa avrebbe compromesso la stabilità e la certezza del diritto in Svizzera, indebolendo così uno dei fattori principali della piazza economica. Essa avrebbe anche messo in dubbio l’accettazione da parte svizzera della Convenzione europea sui diritti dell’uomo, a cui si ispirano ormai tutte le leggi che trattano di diritti umani. Un sì avrebbe creato notevoli disagi sul piano dei rapporti internazionali per la Svizzera, che avrebbe dovuto rinegoziare tutti i trattati internazionali in vigore. Poiché ogni adeguamento di un trattato richiede il consenso del contraente, paradossalmente l’iniziativa avrebbe messo quest’ultimo in posizione di forza rispetto alla Svizzera.

In realtà, il cittadino svizzero, mediante i diritti democratici, ha già la possibilità di partecipare alle decisioni sui trattati da concludere e la Svizzera può denunciare i trattati che ledono i suoi interessi. In qualche caso, dovendo rispettare i trattati, la decisione svizzera non è completamente libera, ma bisogna chiedersi se valga la pena di irrigidirsi su singole questioni mettendo in forse la collaborazione internazionale e l’affidabilità del sistema svizzero e per finire lo stesso modello svizzero di successo. Sono questi essenzialmente gli argomenti che hanno indotto il popolo e tutti i cantoni a respingere l’iniziativa, nonostante contenesse qualche invito allettante a favore di una completa indipendenza del paese nei confronti dell’estero e delle istituzioni internazionali.

Infine, il popolo ha chiaramente respinto il referendum contro la legge che istituiva una base legale per la sorveglianza dei beneficiari di prestazioni delle assicurazioni sociali. Il comitato referendario sosteneva che questa sorveglianza sarebbe illegale. Tuttavia, anche la mancanza di sorveglianza può prestarsi ad abusi. Il testo di legge accettato crea un giusto equilibrio tra i necessari controlli e la protezione dei diritti fondamentali degli assicurati.

Ignazio Bonoli