Una bella storia al femminile: la preziosa “Residenza Emmy”

A Lugano uno straordinario esempio di impresa sostenibile con l’obiettivo del bene comune

LUGANO - Pare incredibile che una nazione occidentale all’avanguardia, nel cuore dell’Europa, quale è la Svizzera, abbia concesso solo qualche decennio fa il diritto di voto alle donne. Era il 1971, anni in cui la firma della moglie non era valida se non avallata dal marito...

Se si pensa a tutto questo, appare come cosa formidabile ciò che riuscì a creare un gruppo di donne alle prese con un progetto innovativo ideato negli anni Cinquanta: la Residenza Emmy, una palazzina da erigersi a Lugano con piccoli appartamenti ad affitto moderato per inquilini anziani.

Il progetto era innovativo perché non si trattava né di un ospizio, né di un’opera di beneficenza, bensì di una vera e propria impresa economica.
Gli affitti bassi dovevano favorire anziani meno abbienti e la struttura si sarebbe totalmente mantenuta dagli introiti degli inquilini. Gli anziani sarebbero vissuti in completa autonomia nei loro appartamenti, liberi di muoversi come in un qualunque altro stabile. Si tratta di un modello abitativo poi copiato con diverse modulazioni da altre strutture per anziani, ma che all’epoca della proposta destò non poche perplessità.

Per arrivare alla posa della prima pietra occorsero un po’ di anni. Fu appositamente costituita una Società cooperativa per la concretizzazione del progetto. Era il 1959, esattamente 60 anni fa. In questo anniversario è d’uopo raccontare questa bella storia tutta al femminile. Lo ha fatto di recente anche la Tv Svizzera con un delizioso documentario, e c’è un libro, “Storia di un’impresa femminile” di Karin Stefanski, pubblicato dall’Associazione Archivi Riuniti delle Donne Ticino, che narra l’intera vicenda.
Alla fine degli anni Cinquanta, una decina di associazioni femminili, patrocinate dalla Federazione Ticinese delle Società Femminili (FTSF), fonda la Società cooperativa per edificare un “Casa per anziani ad affitto moderato”. Solo la forte volontà e determinazione di queste luganesi riuscì a superare lo scetticismo e gli ostacoli di quel tempo, e finalmente nel 1972 lo stabile venne edificato. Due personalità restano il simbolo di questa impresa: Emma Bernhard e Maria Luisa Albrizzi. Dalla Svizzera interna, dopo il matrimonio Emma si trasferì in Ticino dove si prodigò per i necessari mutamenti sociali dal punto di vista femminile, con i tanti diritti politici e sociali che aspettavano di essere acquisiti. Fu la rappresentante in Ticino della difesa dei diritti delle consumatrici svizzere e divenne popolare attraverso la sua rubrica radiofonica.
Altra figura di spicco in quel periodo fu Maria Luisa Albrizzi, che dopo molte opere meritorie - per le quali ottenne importanti riconoscimenti anche dal Vaticano - negli anni Cinquanta si batté con efficacia per l’ottenimento dei diritti politici femminili.

Ambedue erano nel comitato della Federazione Ticinese delle Società Femminili e insieme furono il potente motore che permise, insieme alle altre donne del gruppo, la realizzazione della casa per gli anziani. La palazzina è stata ribattezza in anni più recenti Residenza Emmy in onore di Emma Bernhard che la gestì per molti anni con grande capacità organizzativa e sensibilità umana.

La Residenza Emmy si trova a Lugano-Loreto, in via Adamini 16. Si tratta di un edificio composto di una ventina di piccoli appartamenti, di locali multiuso e di un orto. Gli inquilini si dicono molto felici di stare in questo posto e ne spiegano in dettaglio i motivi. Per tutti, l’affitto a costo moderato è stata la motivazione principale per fare richiesta di un alloggio alla Residenza Emmy. Tuttavia, mostrando il loro appartamento, sostengono come, con questa sistemazione, il livello della loro vita sia ottimo, per l’indipendenza, la libertà totale di cui godono e, al contempo, si sentano seguiti e ascoltati, in caso di bisogno, da chi gestisce la Residenza.

Sostengono anche che (come riportato nel documentario della RSI) qualcosa è cambiato in questi ultimi decenni. Nella Residenza c’è un po’ più di individualismo rispetto un tempo, pur mantenendosi alto il sentimento di rispetto e collaborazione tra i coinquilini. È cambiata anche l’età di chi abita nella palazzina, infatti, se una volta vi erano solo anziani, oggi alcuni appartamenti sono abitati da persone sotto i 60 anni, ancora in età lavorativa. C’è la signora che si alza alle 4 di mattina perché fa la panettiera e a volte accade che, al ritorno dal lavoro, inserisca i sacchetti di pane nelle bucalettere: «così tutti hanno il pane fresco e sono molto felici».

C’è anche l’imbianchino che nel tempo libero ha dipinto di un «bel verde primavera» le scale interne della palazzina...
Anche il quartiere è un po’ cambiato con la chiusura dei piccoli negozi, ma per il resto il paesaggio attorno è molto bello e si raggiunge anche a piedi il centro città.
Nessuno andrebbe via volentieri da questo stabile, dove si può tenere il proprio animale domestico, col quale andare a spasso sul vicino lungolago di Lugano e dove tutti si conoscono da anni e vivono un ottimo rapporto umano.

La Residenza Emmy risulta un’opera di grande importanza sociale e dimostra che si può fare impresa senza speculare in modo abnorme a vantaggio di pochi soggetti.
La Residenza Emmy, dunque, fortemente voluta da donne di valore del passato, continua ad essere una realtà straordinaria anche ai giorni nostri e mostra di funzionare perfettamente: forse perché, oggi come allora, continua ad essere gestita esclusivamente da donne?

Annamaria Lorefice
lorefice.annamaria@gmail.com

La società cooperativa Residenza Emmy, nata nel 1959 da un gruppo di donne luganesi, offre alloggi a pigione moderata per persone anziane. È stata precursora in questo ambito, un esempio che andrebbe seguito. Si tratta di una società fondata dalle associazioni femminili ticinesi, il cui consiglio d’amministrazione è completamente femminile sin dall’origine.

Emma Degoli-Bernhardt (1912-2006)

Maria Luisa Albrizzi (1894-1984)

Uno degli inquilini, pittore, c’è chi invece cura l’orto situato su un lato della Residenza Emmy.

Il libro dedicato a questa utile struttura.