Una nuova «super domenica» di votazioni

La pandemia di coronavirus non ferma la democrazia diretta: il 13 giugno il popolo svizzero si pronuncerà nuovamente su cinque temi, due iniziative e tre referendum. Ecco una panoramica.

Iniziativa per un’acqua potabile pulita
Questa iniziativa popolare lanciata da cittadini apartitici chiede che soltanto i contadini che rinunciano all’utilizzo di pesticidi, alla somministrazione di antibiotici e all’acquisto di foraggi presso terzi possano ancora ricevere sovvenzioni. Anche la ricerca e la formazione in agricoltura dovrebbero adempiere queste condizioni per poter ricevere sussidi dallo Stato.

Iniziativa sui pesticidi
Il progetto intende vietare i pesticidi sintetici in Svizzera non solo nell’agricoltura, ma anche nella cura del suolo e del paesaggio. Anche l’importazione di prodotti alimentari fabbricati utilizzando pesticidi o che ne contengono sarebbe vietata. Questa iniziativa popolare proviene da un gruppo di cittadini apolitici.

Legge sul CO2
La legge federale sulla riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra riduce i valori soglia di CO2 per i veicoli e aumenta le tasse sulla benzina e l’olio combustibile. Un comitato economico di vari settori sostenuto dall’UDC vi si oppone. Anche alcuni sostenitori del Movimento sciopero per il clima sono contrari al progetto: secondo loro, la legge non va abbastanza lontano nella lotta contro il cambiamento climatico.

Legge per la lotta al terrorismo
La legge sulle misure di polizia per la lotta al terrorismo permetterebbe alle autorità giudiziarie di intervenire in modo più tempestivo contro le persone a partire dai 15 anni. Sarebbero possibili anche misure concernenti i giovani dai 12 anni. Diversi partiti giovanili di sinistra e di destra vi si oppongono. Secondo loro, questo progetto costituisce un «attacco frontale contro lo Stato di diritto».

Legge COVID-19
La base legale per le misure d’emergenza adottate dal Consiglio federale per combattere la pandemia di COVID-19 è già in vigore e si applica fino alla fine di giugno 2021. Gli «Amici della Costituzione» hanno comunque presentato un referendum contro di essa, ritenendo questa legge inutile, contraria all’etica e pericolosa. Essi temono che quest’ultima legittimi in futuro altri «diktat distruttori del Governo».

Theodora Peter

La prova della verità per la politica svizzera del clima

La Svizzera deve raggiungere la neutralità carbone entro il 2050. La legge sul CO2 sarà una prima tappa su questa strada a condizione che il popolo vi si dichiari favorevole il 13 giugno.

Sottoscrivendo l’accordo di Parigi sul clima, la Svizzera si è impegnata a limitare il riscaldamento climatico mondiale. Per raggiungere questo obiettivo, gli Stati firmatari devono ridurre massicciamente le loro emissioni di gas ad effetto serra, nefaste per il clima, entro la metà del secolo. All’inizio dell’anno, il Consiglio federale ha definito una strategia climatica a lungo termine per il paese. Quest’ultima indica tutto ciò che bisogna fare per raggiungere l’obiettivo di «zero emissioni nette» entro il 2050, vale a dire non più rigettare nell’aria gas ad effetto serra più di quanto le riserve naturali e artificiali possano assorbire. Così, il settore della costruzione e il traffico stradale devono totalmente cessare le loro emissioni nocive. Per poterlo fare, occorrerà un’elettricità pulita che dovrà essere prodotta in Svizzera, mediante energia termica, solare, eolica ed energia derivante dal legno.

Aumenterà il prezzo della benzina e dell’olio combustibile
Le prime tappe sulla via della neutralità carbone della Svizzera si trovano nella legge sul CO2 che il Parlamento ha approvato lo scorso autunno. «Prepariamo il terreno affinché la Svizzera possa raggiungere l’obiettivo zero emissioni nette», sottolinea la ministra dell’ambiente e dell’energia Simonetta Sommaruga (PS). Concretamente, la legge abbassa notevolmente i valori soglia di CO2 per i veicoli e aumenta le tasse sulla benzina e l’olio combustibile. Essa prevede così una tassa sul CO2 sui biglietti aerei. Queste misure d’incentivazione non piacciono in particolare al settore dell’automobile e del petrolio. Un comitato economico sostenuto dall’UDC ha lanciato un referendum contro la legge sul CO2.
Secondo il comitato che ha lanciato il referendum, «questa legge è costosa e inefficace». Esso argomenta che il fardello finanziario che pesa sulla popolazione, l’economia e l’industria non deve essere appesantito ulteriormente. Da parte sua, la potente organizzazione economica delle imprese svizzere economiesuisse sostiene la legge sul CO2. Essa ha elaborato un «programma per il clima dell’economia svizzera» per mostrare che le imprese che sviluppano innovazioni e tecnologie efficienti «fanno parte della soluzione». Numerosi imprenditori sperano che l’investimento nelle energie rinnovabili possa generare ordinativi. Lo Stato prevede un volume d’investimento che può raggiungere i 1400 miliardi di franchi nei prossimi 30 anni.

La critica dei Verdi
La legge sul CO2 è attaccata anche dalle sezioni romande del movimento per il clima, poiché secondo loro le misure di riduzione di gas ad effetto serra non vanno abbastanza lontano. Dal loro punto di vista, il progetto cementa addirittura «le strutture esistenti, ingiuste e distruttive per il clima». Il comitato «per un’ecologia sociale» è però riuscito a raccogliere solo 7000 firme contro il progetto. Il movimento nazionale Sciopero per il clima, non volendo mettere in pericolo questo «piccolo progresso», non ha partecipato attivamente al referendum. Ma continua a pretendere lo «zero emissioni nette» dal 2030, ossia 20 anni prima di quanto previsto dal Consiglio federale.
Se la legge sul CO2 fosse respinta alle urne, si perderebbe nuovamente tempo prezioso nella corsa contro il cambiamento climatico. Secondo Simonetta Sommaruga, in futuro dovranno essere prese misure ancora più drastiche per raggiungere gli obiettivi climatici stabiliti a Parigi.

Theodora Peter

Due «angeli custodi del clima» chiedono una tassa sui biglietti aerei davanti a Palazzo federale. Se il popolo accettasse la legge sul CO2, questa sarebbe una delle misure messe in atto. Foto: Keystone

La Svizzera in cifre

Il Cervino continua a crescere, ma la sua altitudine non aumenta

1,5

Con un’altezza attuale di 4478 metri, il Cervino cresce di circa 1,5 centimetri all’anno. Esso dovrebbe dunque aver raggiunto da tempo i 12000 metri. Ma in realtà il vento e le intemperie levigano costantemente questa famosa montagna, anche qui di circa 1,5 centimetri all’anno.

62'000'000'000’000

Ma perché il Cervino cresce? Principalmente poiché 18000 anni fa, la spessa calotta di ghiaccio che ricopriva le Alpi si è sciolta. Poiché la calotta glaciale delle Alpi, una volta di 62 bilioni di tonnellate, non c'è più, l'intera catena montuosa è più leggera e la crosta terrestre torna ad alzarsi. Ecco perché le Alpi crescono più fortemente dove la calotta glaciale era più spessa.

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La piazza economica svizzera non raggiunge invece il suo apice. È quanto dimostra un recente studio dell’istituto di ricerca economica di Mannheim ZEW: dei 21 paesi industrializzati presi in considerazione, la Svizzera è scivolata al sesto posto. Essa era ancora seconda dieci anni fa. È stata valutata negativamente soprattutto la densità di normative applicabili in Svizzera.

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Ma la qualità di vita di un paese non dipende solo dal suo clima economico. Citiamo una classifica più favorevole: nell’indice delle libertà individuali («Freedom-Index») stabilito dagli istituti Fraser (CAN) e Cato (USA), la Svizzera occupa la seconda posizione tra i 162 paesi esaminati. Al primo posto si situa la Nuova Zelanda, mentre la Siria si trova in coda alla graduatoria. Lo studio mostra anche che esiste un chiaro legame tra la libertà individuale e il benessere.

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A proposito di benessere: quasi un quarto delle famiglie svizzere non ha patrimoni. Una buona metà delle famiglie possiede fino a 50000 franchi. Affinché la Svizzera sia un «paese ricco», è necessario che vi vivano persone molto ricche: lo 0,38% delle famiglie detengono patrimoni di dieci milioni di franchi o più, e hanno così tra le loro mani oltre il 30% del patrimonio totale del paese. Finora, la pandemia di coronavirus ha mostrato che questa ripartizione disuguale continua ad accentuarsi.
Composizione MUL