Due No senza appello, in una domenica elettorale di certezze
Molto temuta alla vigilia, l’iniziativa dei giovani socialisti che chiedeva di tassare i superricchi è stata affossata da quasi 4 elettori su 5. Destino ancor più avverso all’iniziativa sul servizio civico. Attorno al 43% la partecipazione al voto.
Un secco No all’iniziativa “spaventa-ricchi”
Alla fine, sono stati solo due comuni a cantare fuori da un coro piuttosto intonato: uno piccolo nel profondo Giura e l’altro, la Città di Berna. Tutti gli altri 2’108 comuni, invece, si sono opposti all’iniziativa dei giovani socialisti, che ha registrato a livello nazionale una percentuale di contrari del 78,3%. Ricordiamo che l’iniziativa intitolata “Per una politica climatica sociale finanziata in modo fiscalmente equo”, chiamata anche “Iniziativa per il futuro”, proponeva una tassazione del 50% sulle successioni e sulle donazioni superiori a 50 milioni di franchi. Secondo gli iniziativisti, le persone facoltose sarebbero all’origine della crisi climatica e, di conseguenza, il gettito di questa nuova imposta avrebbe dovuto essere impiegato a favore della causa ambientale.
Nessuna chance, dunque, ma l’iniziativa ha creato non pochi grattacapi e discussioni sin dal momento del suo lancio. Essa, infatti, chiedeva che le successioni e le donazioni fossero tassate con effetto retroattivo a partire dal giorno della votazione. Inoltre, per evitare che le persone facoltose lasciassero la Svizzera, la Confederazione avrebbe dovuto adottare delle misure. Negli ultimi mesi, i media hanno riferito ripetutamente di persone e famiglie facoltose che, per precauzione, hanno spostato una parte dei loro averi all’estero. Ad esporsi in modo particolare è stato Peter Spuhler, ex parlamentare e conosciuto imprenditore e proprietario di Stadler Rail, un'importante azienda produttrice di treni e veicoli ferroviari.
Tutti i cantoni contrari
Le dimensioni della disfatta dei giovani socialisti superano quanto previsto dai sondaggi effettuati nelle settimane precedenti l’esito delle urne. Da questi si delineava una sconfitta certa, ma si attestava in ogni caso una quota di favorevoli attorno al 30%. Così non è stato: in quindici cantoni il “no” ha addirittura raggiunto l’80%. Il dubbio non ha sfiorato alcun cantone, ad immagine di quello meno scettico, Basilea Città, che ha rifiutato l’iniziativa al 66,7%.
Reazioni di sollievo
Il comitato d’iniziativa, nei suoi commenti post votazione, ha ritenuto che il dibattito lanciato con l’iniziativa fosse corretto e, al contempo, ha puntato il dito contro la campagna dei contrari, affermando che «mai un’iniziativa è stata combattuta in Svizzera in modo così parziale e distorto».
Dal canto suo, l’ampia alleanza contraria al testo si rallegra del fatto che «il risultato conferma l’impegno della Svizzera a favore della proprietà privata e dell’imprenditoria». Nei commenti dei media si è messo in evidenza come il tentativo dei giovani di sinistra sia stato quello di “colpire” una classe di (stra-)ricchi non identificata, con patrimoni superiori ai 50 milioni di franchi. Il fronte borghese, in una campagna che di fatto è partita molti mesi prima della votazione, è riuscito a dare un volto a queste persone e, in particolare, alle imprese di famiglia di loro proprietà. Questi hanno convinto la popolazione del loro contributo alla società e ai posti di lavoro creati.
Iniziativa Servizio civico: scopo nobile, applicazione difficile
I numeri sono impietosi: nessun cantone, e nessuno dei 2’100 comuni, ha approvato l’iniziativa lanciata da un piccolo comitato ginevrino. Alla fine, l’iniziativa è stata respinta dall’84,1% dei cittadini. Uno dei risultati peggiori degli ultimi 25 anni: solo l’iniziativa “Imposta sull’energia invece dell’IVA” nel 2015 era stata bocciata con proporzioni ancora più alte.
Da molte cerchie, nella fase di avvicinamento, sono stati lanciati messaggi di apprezzamento per lo scopo del testo, mentre i sondaggi davano una quota di favorevoli ben superiori a quelli emersi dalle urne. L’iniziativa proponeva di obbligare tutte le persone di nazionalità svizzera, comprese le donne, a svolgere un servizio a beneficio della collettività e dell’ambiente. Questo poteva essere scelto liberamente e avvenire nell’ambito del servizio militare, servizio civile o in altri contesti. Ad opporsi all’iniziativa, oltre Consiglio federale e Parlamento che hanno messo in guardia sui costi supplementari ingenti che avrebbe creato l’iniziativa per datori di lavoro e collettività, vi era sia il fronte per il rafforzamento dell’esercito che temeva che il numero di suoi membri si riducesse o comunque non potesse più essere pianificato secondo le necessità, come pure il fronte per una Svizzera senza esercito.
Questi veti incrociati, e le risorse modeste a disposizione del piccolo comitato ginevrino che ha lanciato l’iniziativa, hanno portato ad un risultato che da tempo non si vedeva in Svizzera: ben oltre 4 cittadini su 5 si sono opposti alla proposta.
La reazione del Consiglio federale: la milizia non è morta
L’iniziativa ha toccato un tema legato a doppio filo con il DNA svizzero: la milizia. Nella sua reazione al voto, il Consiglio federale ha riconosciuto l’obiettivo di rafforzare l’impegno sociale dei cittadini, ritenendo però eccessiva la proposta, le cui conseguenze economiche sarebbero state ingenti. Martin Pfister, Consigliere federale del Centro e ministro della sicurezza, ha colto l’occasione per annunciare che il Governo intende aumentare la partecipazione delle donne all’esercito su base volontaria, introducendo una giornata d’orientamento obbligatoria. Inoltre, verranno adottate misure per migliorare la disponibilità del personale nell’esercito e nella protezione civile. Insomma, secondo le reazioni –da destra a sinistra – il No senza appello all’iniziativa non significherebbe una messa in discussione dello spirito della milizia svizzero.
Angelo Geninazzi
Fonte: Swissinfo.ch (https://developer.srgssr.ch/api-catalog/srgssr-polis)
Preservare le imprese di famiglia: la strategia dei contrari all’iniziativa ha convinto quasi 4 elettori su 5.
Non tragga in inganno questo cartellone del fronte contrario: il tema centrale contro l’iniziativa riguardava la sicurezza e i costi per datori di lavoro e Stato.
Fonte: Swissinfo.ch (https://developer.srgssr.ch/api-catalog/srgssr-polis)
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