10 domande a un giovane svizzero: Niccolò Francesco Campana

Niccolò, sei legato alla Svizzera e se sì in che modo?

Fin da bambino sono cresciuto con una buona dose di “svizzeritudine” e pertanto sono indissolubilmente legato alla Confederazione. La mia parte svizzera è stata ereditata dal babbo che a sua volta era figlio di un noto avvocato ticinese, nato a Berna e poi mossosi in Ticino. Ricordo ancora le consuete vacanze in montagna a Crans-Montana, sciando sulle piste dove il campione “italiano”, Alberto Tomba (non me ne vogliate!) si è congedato con una vittoria nell’ultima gara di coppa del mondo. Buona parte della mia famiglia bazzica ancora il territorio elvetico, dalla nonna che abita a Mendrisio (Ticino) agli zii con i cuginetti che si godono Lucerna, con il suo lago e la vista sulle montagne. Che dire, Swiss lover!

Cosa ti ha spinto a partecipare agli eventi o ad unirti all’UGS? 

Ho conosciuto l’UGS dopo essermi iscritto come svizzero all’estero al consolato generale di Milano, in un tempo lontano, raggiunta la maggiore età, pieno di sogni e di speranze… fine del momento nostalgia. Poco tempo dopo aver conosciuto l’UGS, ho ricevuto l’invito al Congresso UGS di Venezia; congresso che purtroppo è stato segnato dal record di acqua alta con la città della Serenissima messa in ginocchio; come veneto mi pianse il cuore nel vedere una tale distruzione. Tralasciando il disagio sperimentato, il congresso del 2018 è stato anzitutto un’esperienza di formazione, di networking e di divertimento tra giovani svizzeri attaccati alle loro radici. Grazie all’evento di Venezia ho conosciuto AMICI con i quali ho instaurato legami veri ed autentici. Dopo aver tastato il terreno e aver compreso la validità del progetto UGS, ho deciso ad inizio 2022 di diventare membro attivo, unendomi al comitato centrale.

Ti interessa la politica, la scena culturale svizzera o lo sport svizzero?

Mi interessa più o meno tutto ciò che riguarda la Svizzera. Soprattutto ciò che concerne il mondo della politica con tutte le sue sfaccettature, in fondo la Svizzera è l’unico esempio di democrazia diretta con una partecipazione così attiva del popolo. Come Svizzero all’estero è difficile stare al passo con tutti i quesiti referendari e con le evoluzioni della Confederazione ma, ci si prova: il voto elettronico aiuterebbe! La cultura svizzera ha degli esponenti passati e presenti di tutto conto, da Giacometti con le sue filiformi sculture con impronta esistenzialista a Jung, uno dei massimi teorici del pensiero psicoanalitico. Poi possiamo citare Paul Klee, artista a me tanto caro, Nicolas Hayek, inventore della Swatch e tra i tanti anche Elisabetta Keller, artista di cui abbiamo avuto la fortuna di visitare l’atelier a Milano durante il congresso UGS dello scorso inverno. La Svizzera a livello culturale ha da offrire moltissimo e pertanto è ancora tutto in divenire! Lato sportivo invece, sono particolarmente appassionato di tennis, oltre che di rugby, e fino al doloroso ritiro di Londra pochi mesi fa, seguivo il campione di tennis Roger Federer, uno Sportivo con la s maiuscola, umile, senza troppi fronzoli e con uno stile di gioco impareggiabile.

Hai mai letto un autore svizzero e se sì quale libro ti ha influenzato più di tutti?

Nei numerosi anni di liceo classico mi sono sbizzarrito con la lettura dei grandi autori e non, tra cui Herman Hesse, scrittore di origini tedesche naturalizzato svizzero e premio Nobel per la letteratura nel 1946. Hesse, più di tutti, è stato un autore che ha esplorato i territori dell’interiorità spirituale umana, la ricerca dell’umanità purificata nel caos del vivere moderno. Ecco, il libro di Hesse che ha lasciato il segno è stato uno dei capolavori, Siddharta, annoverato tra i Bildungsroman (romanzo di formazione – ndr). Il percorso appunto di formazione e illuminazione che ha intrapreso Siddharta è stato uno spartiacque per la mia visione delle cose e una chiave di lettura per il passaggio dall’età adolescenziale a quella adulta. Il saper apprezzare le piccole cose, il silenzio, la natura, l’interazione con il prossimo: servirebbe a tutti noi trasporre un po’ di spiritualità nella vita quotidiana, composta da un’estenuante iperattività e da una forsennata ricerca di un’affermazione sociale. Vorrei menzionare anche un pittore a me caro, fin da bambino, Paul Klee: artista che può avere dei rimandi con il Siddharta di Hesse, dotato di una spiccata sensibilità e di una tecnica pittorica armoniosa e a tratti onirica… la rubrica artistica la riservo per un altro appuntamento!

Se avessi la possibilità di cenare con un personaggio pubblico svizzero ed uno italiano chi incontreresti e perché? Quale piatto cucineresti?

Come anticipato qualche domanda fa, lato svizzero, ho una grandissima stima ed ammirazione per il campione del tennis, Roger Federer (testimonial anche di un noto marchio di pasta italiana, il che lo candida a pieno titolo come pretendente per pasteggiare con il sottoscritto). Lato italiano, invece, cenerei con il tennista che di recente ha dato più spettacolo, Matteo Berrettini, giovane sportivo che incarna i valori primi dello sport: sacrificio, dedizione ed umiltà. Cucinerei ai miei due graditi commensali un paio di piatti della tradizione veneta: risotto con i canestrelli (piccole capesante) e un bell’assaggio di baccalà alla vicentina con polenta, il tutto accompagnato da un buon prosecco di Valdobbiadene… Bon appétit!

Come è percepita la Svizzera dai tuoi amici e dai tuoi conoscenti?

I miei amici considerano la Svizzera come una terra promessa, dove tutto funziona e dove ci sono maggiori prospettive lavorative e retributive. Il credo comune vede la Svizzera come un paese fatto di banche, aziende di orologi, cioccolato e altri epiteti…e poi il classico: “ma tu parli lo svizzero?”; ebbene no, non parlo lo svizzero “tout court”, potrei parlare lo Schwizertütsch ma nemmeno quello, il che genera in loro una confusione cosmica ancor più accentuata. Dopo questa destabilizzazione, gli amici del Bel Paese, capiscono che la Svizzera è molto altro: dalla centenaria storia delle guardie svizzere, ai particolarismi dei ventisei cantoni, fino a giungere ai 1500 laghi: una Svizzera da scoprire, insomma!

Hai qualche aneddoto divertente da raccontare riguardo al tuo essere svizzero e italiano?

Avrei molti aneddoti simpatici ma ne ricordo particolarmente uno: volo aereo nazionale, tratta Roma-Venezia, torrida giornata estiva, mi stavo imbarcando al gate e avevo già in mano il mio telefono con il biglietto elettronico e la carta d’identità svizzera, fiero ed orgoglioso mi avvicino al banco dove mi attende una giovane hostess di bell’aspetto e dal sorriso raggiante, la quale mi chiede appunto i documenti. Al mio “Buongiorno!”, lei mi risponde «Good morning Sir!», io perplesso faccio finta di niente e attendo il vaglio dei documenti, con un rigagnolo di sudore che mi scorre sul lato della fronte… nuova interlocuzione con la signorina (nel mentre, il rigagnolo prosegue la sua interminabile corsa), «You have an Italian name sir!» al che io le dico che avevo la doppia cittadinanza e pertanto ero nato in Italia, lei con un non so che di sconsolatezza, annuisce. Brevi momenti dopo, resasi conto che avevo emesso versi in una lingua similare al volgare dantesco, mi dice: «Ma lei parla italiano!», al che io, mosso da un’italianità viscerale: «Mbé, nun se sente?», sguardo assente della signorina che fissa il documento con la bandiera crociata poggiato sul bancone e decide di congedarmi con il saluto finale: «Enjoy your flight, Sir!».

Quali pensi siano i punti di forza e/o d’eccellenza dell’Italia e della Svizzera?

Questa è una domanda che meriterebbe una trattazione estremamente ampia e dettagliata ma, cercherò di non dilungarmi più di tanto. L’Italia e la Svizzera sono delle eccellenze di per sé, ricolme di maestranze e di artigianalità, di grandi realtà imprenditoriali che hanno sancito punti di svolta nei più diversi settori. A livello enogastronomico, entrambi i paesi sono luoghi dove di certo il palato non rimane deluso, la ricerca del sapore, dell’emozione, della consapevolezza e della valorizzazione dei singoli territori permette di raccontare attraverso viaggi culturali, culinari ed esperienziali. Mi reputo estremamente fortunato a possedere la nazionalità di due paesi, come Italia e Svizzera, che hanno così tanto da raccontare.

Cosa saresti felice di ricevere dalla comunità dei giovani svizzeri in Italia e come pensi potresti contribuire al meglio?

La comunità di giovani svizzeri mi sta dando tanto, soprattutto in termini di consapevolezza delle mie origini. La piacevole scoperta di nuove curiosità e di personaggi appartenenti alla sfera elvetica mi rende sempre più volenteroso di ampliare gli orizzonti dell’UGS e di far sì che diventi una realtà strutturata e di spicco all’interno della folta schiera di svizzeri all’estero. L’UGS perseguendo le finalità che si è preposta fin dalla fondazione, può permettere a giovani ragazzi che non hanno ancora coltivato un legame con le proprie radici, anche per via della loro lontananza generazionale dal ceppo famigliare elvetico, di scoprire un gruppo di amici, di svizzeri e di riavvicinarsi al nostro bellissimo paese. Mi aspetto nei prossimi anni di vedere un ampliamento della “Swiss Community”, auspicando che l’UGS si posizioni come una delle realtà di spicco nel panorama dell’associazionismo degli svizzeri all’estero.

Infine, in quanto svizzeri di seconda generazione e portatori di un bagaglio multiculturale, cosa pensi che potreste apportare ai vostri stati di appartenenza?

Saper conciliare la mentalità e il savoir-faire italiani con quelli svizzeri non è semplicissimo e pertanto non si può avere la presunzione di fondere le due realtà, ciò che risulta più agevole è di farle avvicinare facendo scoprire agli italiani cos’è la Svizzera e questa scoperta può essere fatta solo creando sinergie nel territorio, come d’altronde l’UGS si è sempre prefissata di fare con i suoi congressi ed eventi. Ricordo l’ultimo evento mondano svoltosi ad inizio settembre nella meravigliosa cornice di Reggio Calabria; sinergia che in questo caso si è instaurata con il circolo della Magna Grecia, presieduto dall’avv. Renato Vitetta, e il comitato UGS. Che dire, ci aspettano sfide e traguardi importanti da raggiungere, ad maiora!