10 domande ad una giovane svizzera: Elisabetta Agrelli

Elisabetta, sei legata alla Svizzera e se sì in che modo?
Sì, sono molto legata alla Svizzera perché pur non avendo parenti che attualmente ci vivano, ho sempre trascorso il mese di agosto nei Grigioni con la mia famiglia. I miei genitori mi hanno trasmesso l’amore per la montagna e le tradizioni locali. L’atmosfera che si respira in Engadina è unica nel suo genere e consiglio a chiunque non ci sia mai andato di sceglierla come meta per le vacanze e magari di ritornarci! Sono originaria di Sent dove si sente ancora parlare romantsch e ci si saluta “Allegra!” con chiunque si incontri per le magiche stradine del paese.

Cosa ti ha spinta ad impegnarti nell’ambito dell’UGS?
Negli anni passati ho partecipato agli eventi UGS ed ho visto l’associazione crescere notevolmente da Napoli a Venezia passando per Bologna. L’atmosfera che si respira è positiva e si ha la possibilità di confrontarsi ed arricchirsi con persone di varie fasce d’età che amano la Svizzera e l’Italia allo stesso modo. Spero vivamente che sempre più giovani abbiano voglia di seguire le nostre iniziative e sentirsi parte di una comunità che li rappresenta augurandoci che il prossimo incontro si possa fare in presenza in modo da riabbracciare i vecchi amici e conoscere vis-à-vis i nuovi arrivati.

Ti interessa la politica o lo sport svizzero e li segui in modo attivo?
In generale non seguo la politica svizzera e le specifiche evoluzioni dei partiti, ma quando si tratta di quesiti oggetto di votazione tendo ad essere meticolosa nell’informarmi al meglio per esprimere il mio parere in modo consapevole. Per quanto riguarda lo sport invece il mio interesse è sicuramente più attivo, ammiro molto gli sportivi da Federer a Ragettli e mi piace seguire il tennis e lo sci in tutte le sue espressioni. Dopo aver lavorato, inoltre, come delegation attachée per la Svizzera durante le Universiadi che si sono tenute a Napoli nel 2019 ho iniziato a seguire anche altri atleti e sport, in particolare le velociste. Mi sembra scontato dire che durante mondiali ed europei tifo per entrambe le squadre.

Come è percepita la Svizzera dai tuoi amici e dai tuoi conoscenti?
Gli stereotipi sulla Svizzera sono radicati nella mente della maggioranza di coloro con cui mi sono confrontata in tutta la vita: la puntualità, la ricchezza, la marmotta che incarta la cioccolata, i coltellini, gli stipendi e così via. Ho sempre cercato di trasmettere l’idea che non esistono solo gli orologi, ma che la Svizzera è un paese ricco di sfumature e di luoghi meravigliosi da scoprire.

Cosa pensi che potrebbe “copiare” la Svizzera dalla cultura italiana? E viceversa?
Penso che l’Italia possa “copiare” dalla Svizzera l’organizzazione dei trasporti ed il senso civico rivolto in particolar modo all’amore e alla cura per la natura. Di contro la Svizzera potrebbe imparare il valore della flessibilità e mi piacerebbe che la capacità di socializzazione e l’accoglienza fossero più simili a quelle che riscontro nelle località turistiche italiane. Nella mia esperienza c’è una grande chiusura nel vivere la socialità all’aperto quando il tempo lo consente, infatti quando vivevo a Zurigo ho trovato difficoltà nell’inserirmi in un qualsiasi contesto al di fuori del lavoro.

Hai qualche aneddoto divertente o situazione buffa da raccontare riguardo al tuo essere svizzera e italiana?
Sono una svizzera napoletana con lo stesso prefisso telefonico dei miei due luoghi di appartenenza: 081!

Cosa saresti felice di ricevere dalla comunità dei giovani svizzeri in Italia e come pensi potresti contribuire al meglio?
Sono entusiasta della realtà che si è creata attorno all’UGS e credo fermamente che ciascuno di noi possa contribuire alla sua crescita. Mi aspetto che la mia rete di conoscenze ed amicizie aumenti e spero di poter contribuire al meglio, con la mia esperienza di vita, creatività e desiderio di condivisione, alla realizzazione di nuovi progetti e percorsi sempre più stimolanti per il futuro dell’associazione.

Infine, in quanto svizzeri di seconda generazione e portatori di un bagaglio multiculturale, cosa pensi che potreste apportare ai vostri stati di appartenenza?
La diversità è ricchezza. La multiculturalità mi ha portata ad apprezzare, cogliere le differenze e allo stesso tempo valorizzarle nell’ottica di integrazione tra questi due mondi a tratti così diversi. Ad oggi posso dire di aver trovato un equilibrio nel sentirmi a volte più svizzera e altre più italiana.