82° Congresso 2021 Collegamento Svizzero in Italia

Si è tenuto sotto il titolo “I Circoli: opportunità e rischi per il futuro” l’82mo Congresso del Collegamento Svizzero in Italia 2021. A causa delle misure dettate dal coronavirus, l’evento è stato tenuto esclusivamente in forma digitale. Un’occasione per una stretta e riuscita collaborazione tra il Collegamento e l’Unione Giovani Svizzeri.

La Presidentessa Irène Beutler-Fauguel – al suo ultimo Congresso in questo ruolo – ha debuttato mettendo in evidenza il fatto che l’appuntamento è stato frutto di una preziosa collaborazione con l’UGS. Una collaborazione che ha visto Bianca Rubino e Angela Katsikantamis moderare gli interventi degli ospiti, rispettivamente le domande e discussioni dal pubblico.

Adam: “Tra la Svizzera e l’Italia, relazioni strette e vivaci”
“Non ho mai sentito un No da parte dell’Ambasciata Svizzera a Roma”: la Presidente del Collegamento ha introdotto così l’intervento dell’Ambasciatrice Rita Adam. Quest’ultima, nel suo saluto ufficiale intitolato “Svizzera-Italia, un partenariato solido anche in tempi di pandemia”, ha ringraziato e tratto un bilancio dei suoi tre anni di attività.

Adam ha ripercorso le misure di collaborazione tra Svizzera e Italia durante l’ultimo difficile anno. “La linfa dei rapporti transfrontalieri non è mai stata interrotta durante la pandemia”, ha analizzato l’Ambasciatrice. Gli esempi a suffragio di questa affermazione sono diversi: i frontalieri – di cui 4000 attivi nelle strutture sanitarie nel Canton Ticino – hanno garantito lo svolgimento di molte attività in Svizzera anche nei momenti di crisi sanitaria più acuta. Il dialogo tra autorità italiane e elvetiche, ha sottolineato Adam, è stato costante e proficuo, soprattutto nelle regioni transfrontaliere. La stretta coordinazione ha inoltre permesso di agevolare le vicendevoli operazioni di rimpatrio o ricongiungimento familiare. Ma non solo COVID: le relazioni tra i due paesi sono state sviluppate e arricchite nell’ultimo anno di 8 intese bilaterali, tra qui quella sulla fiscalità sui lavoratori frontalieri, l’accordo di mutuo riconoscimento dei controlli radiometrici, così come accordi pragmatici in relazione all’enclave di Campione. Ciò dimostra, secondo l’Ambasciatrice la grande vivacità nelle relazioni tra i due paesi.

Adam lascia Roma alla volta di Bruxelles
Rita Adam, concluderà il suo mandato a Roma alla fine di giugno: essa è stata nominata a capo della Missione della Svizzera presso l’Unione europea a Bruxelles. Tra i suoi obiettivi durante l’ultimo triennio, dichiarati in occasione del Congresso del 2019 svoltosi a Palermo, vi era quello di ravvivare i contatti con la comunità svizzera in Italia. Essa traccia – malgrado la pandemia e la difficoltà di incontri personali – un bilancio positivo. “Sono state relazioni preziosissime per me” ha ammesso Adam, ringraziando tutti per il sostegno e la dedizione nella promozione dei legami tra Svizzera e Italia. La diplomatica ha concluso il suo saluto esprimendo un particolare apprezzamento per l’Unione Giovani Svizzeri e formulando un sentito ringraziamento a Irène Beutler-Fauguel.

Il volontariato di successo: “Il 70% dei volontari si impegna perché è divertente”
Tra i valori tipicamente svizzeri, vi è senz’altro quello del volontariato. Ciò ha creato l’occasione per l’intervento di Bernhard Lang, assistente diplomato e dottorando dell’Università di Friburgo.

Nel suo intervento, Lang ha subito sottolineato che “chi gestisce un’associazione è un diamante grezzo”: è preziosissimo. È di conseguenza importante per ogni organizzazione creare l’attrazione giusta, posizionando l’associazione in modo da attrarre i diamanti più preziosi. Occorre in questo contesto considerare che la gran parte dei volontari lo fa poiché divertente (70%), per stare in contatto con altre persone (56%) o per aiutare altri (52%). Le questioni di natura egoistica, ad esempio fare esperienza personale, giocano un ruolo più marginale. Successivamente è determinante la selezione, la scelta delle persone giuste o anche il rifiuto di determinate figure, malgrado molte associazioni non ritengono possano permettersi un simile passo. Una volta operativi, si tratta di concedere l’attenzione alla gestione (leadership) di chi gestisce e istruisce, coordina e da feedback. Lo stile di condotta, ricorda Lang, deve adattarsi alle aspettative di coloro che fanno parte dell’associazione. Secondo uno studio lo stile di leadership più accettato è quello democratico, aperto, che lascia molto spazio ai singoli volontari, mentre non godono di apprezzamento stili manageriali, orientati all’efficienza. Sul tema della compensazione, il giovane accademico ha sottolineato che in linea di principio il volontariato non dovrebbe essere retribuito. Secondo il Monitor Freiwilligen Schweiz, solo 1 volontario su 5 è compensato da un punto di vista pecuniario: molto più spesso esso è costituito da una cena di Natale o il sostegno ad una formazione continua. Ma la compensazione vera e propria è di carattere motivazionale: la soddisfazione gioca un ruolo preponderante. Un successivo capitolo è stato dedicato alla ritenzione (commitment): l’impegno o l’attaccamento individuale ad un compito o ad un gruppo gioca un ruolo molto forte. Questo si riflette sui contatti personale, sui feedback, sul piacere all’attività.

Importante è capire come i propri volontari sono legati all’organizzazione. Così si possono mantenere con delle misure più a lungo le persone che generano un valore aggiunto. L’ultimo punto toccato è stato invece la pianificazione della successione. Si tratta di una tematica importante malgrado sia spesso un tema-tabu. È importante intercettare le paure legate a delle dimissioni delle associazioni.

Queste possono essere di varia natura e vanno dunque identificate. Qualunque successione, ha concluso Lang, è da affrontare con una corretta pianificazione.

All’intervento di Lang è seguita un’interessante tavola rotonda con i Giovani UGS che hanno permesso di approfondire una serie di questioni legate al volontariato.
Lang. “Per me il volontario ideale è qualcuno che dà il cuore e l’impegno e che sappia sacrificarsi per gli altri”.

Essere creativi in gruppo: istruzioni per l’uso
Un successivo pezzo forte del Congresso è stato costituito da Giovanni Lucarelli, Sociologo, scrittore, formatore e facilitatore che ha articolato il suo intervento in 4 tappe. Secondo lui la creatività si esprime con la capacità di generare idee originali – diverse da quelle comuni – efficaci – in grado di risolvere appieno un problema che stiamo per affrontare – e realizzabili – in base alle risorse a disposizione. Si pone allora la domanda di capire quando un team è creativo. Lucarelli, citando un giocatore di football americano ritiene che un team è creativo se la somma delle idee e del prodotto del team è superiore a quello dei singoli. In primo piano vi è dunque la capacità di interagire. Un team creativo si caratterizza per riuscire a tirar fuori il meglio dei propri membri, per raggiungere risultati eccezionali (superiore ai singoli elementi), per collaborare in modo particolarmente stretto con una bassa conflittualità nonché per la capacità di ideare soluzioni brillanti e creative.
Si pone dunque la domanda di come creare il team creativo. Occorre, secondo lo scrittore di diversi testi in materia, disporre di persone con caratteristiche e competenze complementari, con un fine comune. Inoltre è necessario che i membri si ritengano reciprocamente responsabili e che siano capaci a creare un clima creativo e aperto.

Lucarelli ha concluso il suo intervento svelando i segreti per essere creativi: occorre creare un clima accogliente e collaborativo, accogliere il contributo di ogni persona, fare i complimenti e dare feedback e gestire l’errore.

Il messaggio della Direzione consolare: “Grazie per tutto quello che fate a nome del Consigliere federale Ignazio Cassis”
Successivamente la presidente Irène Beutler-Fauguel, è passata all’introduzione di Johannes Matyassy, Segretario di Stato supplente e direttore Direzione consolare, Dip. Federale affari esteri (DFAE).

Il diplomatico a capo della Direzione consolare ha ricordato che i contenuti del mandato del suo ufficio vengono revisionati costantemente, sempre con un accento verso le esigenze dei clienti, ovvero le rappresentanze elvetiche all’estero, gli svizzeri che vivono al di fuori dei confini nazionali e i turisti.

L’11% degli svizzeri vive fuori dai confini nazionali: in Italia sono più anziani
Matyassy ha illustrato un po’ le cifre: il numero di Svizzeri all’estero aumenta di anno in anno ed è oggi paragonabile alla popolazione del Canton Vaud. In proporzione alla media mondiale, la popolazione svizzera in Italia è più vecchia e più femminile. Durante l’intervento il direttore ha inoltre ribadito l’impegno che la Direzione vuole assicurare e garantire i servizi per gli Svizzeri all’estero e questo indipendentemente dalla nazione in cui essi vivono, o se dispongono di una doppia nazionalità. Tra le priorità vi è anche la collaborazione con le Scuole Svizzere all’estero e la collaborazione con educationsuisse. In relazione a ciò ha affermato che “Il vostro lavoro è importante e aiuta a sostenere la cultura svizzera all’estero”.

Un cantiere aperto, i diritti democratici
Matyassy ritiene incontestata la volontà degli Svizzeri di esercitare i propri diritti democratici. In cifre assolute la popolazione iscritta nei cataloghi elettorali è aumentata di 30’000 persone negli ultimi 5 anni. Un atto parlamentare ha ora ridato vita alla questione del mezzo di voto: Argovia, Ticino e Ginevra parteciperanno ad un progetto pilota. La metà degli aventi diritto di voto di alcune nazioni del mondo riceveranno, in via di prova, il materiale di voto attraverso i servizi diplomatici e l’altra metà per la consueta via postale. Il progetto ha lo scopo di valutare se, attraverso i servizi diplomatici, sia possibile ridurre i tempi tecnici per il voto.

Gli anziani all’estero: più vicini ad una categoria sempre più numerosa
Le persone con un’età superiore ai 65 anni rappresentano il 20% della popolazione CH all’estero, tendenza in crescita. La direzione consolare sta lanciando un programma per rafforzare i servizi alle persone in terza età nei campi della prevenzione, dell’accompagnamento e di un sostegno mirato. Inoltre è in corso di sviluppo un’applicazione per gli Svizzeri all’estero per fornire informazioni, prestazioni, sondaggi e molto altro ancora.
Infine Matyassi ha elogiato il lavoro svolto per la Gazzetta: “essa è di primaria importanza e siamo contenti di contribuire anche in futuro alla pubblicazione, aggiornando il quadro della collaborazione”.

Lombardi: “conosciamo i vostri problemi e ci impegniamo fortemente per risolverli”

Quale vicepresidente dell’Organizzazione degli Svizzeri all’estero – candidato alla presidenza in occasione dell’Assemblea in agosto, Lombardi ha messo l’accento sia sull’italianità nell’ambito dell’organizzazione, sia sulla partecipazione democratica degli Svizzeri all’estero. Nessun altro paese permette un simile coinvolgimento nelle decisioni, ha ricordato. Ora, secondo Lombardi è importante che la Confederazione accordi loro gli strumenti effettivi per partecipare al voto, affinché il diritto non rimanga teorico, ciò che sarebbe sinonimo di discriminazione. Lombardi ha ammesso di essere cosciente delle difficoltà tecnologiche del voto elettronico – che deve essere sicuro e segreto -, dei costi e del fatto che la competenza è dei cantoni: tuttavia l’obiettivo prioritario è riuscire a trovare soluzioni rapide – “sono 20 anni che si parla di voto elettronico” – praticabili, sicure e che garantiscano la segretezza del voto. Per le prossime elezioni federali del 2023 – ritiene l’ex senatore ticinese – è necessario disporre di un sistema funzionale.

Interessati ad una formazione in Svizzera? “educationsuisse è qui per voi!”

Von Gunten ha illustrato il ruolo e l’attività di educationsuisse, la rete delle 18 scuole svizzere nel mondo, di cui 5 nel Bel paese. Esso è però anche un centro di consulenza della formazione in Svizzera. I servizi si rivolgono ai giovani svizzeri all’estero e agli alunni delle scuole svizzere all’estero che desiderano venire in Svizzera a frequentare formazioni o stage. Oltre alla consulenza, educationsuisse offre anche borse di studio – in collaborazione con Gazzetta – o altri sostegni finanziari. L’appello di Von Gunten finale è quello di interpellare educationsuisse per cogliere le eccezionali opportunità che la formazione in Svizzera concede.

Doppio momento ludico per concludere
Il Collegamento si è concluso con un aperitivo e un quiz su Firenze, come anteprima della città che accoglierà – la speranza di tutti è in presenza – il Congresso del Collegamento nel 2022. In coda all’evento invece, gli UGS hanno organizzato un aperitivo online vero e proprio con tanto di ricetta e ingredienti da preparare a casa. “Sta arrivando l’estate, è tempo di festeggiare”, ha concluso in modo fresco la Presidente Angela Katsikantamis.

Un ringraziamento particolare agli sponsor:

Tavola rotonda con Bernhard Lang, Bianca Rubino, Raffaele Sermoneta e Angela Katsikantamis.

In regia: Competente e rodato, Luca Bonicalza (UGS)

Il passato e il futuro del Collegamento Svizzero in Italia. A sinistra Regula Hilfiker, nominata Presidente del Collegamento degli Svizzeri in Italia durante l’Assemblea tenutasi il mattino. A destra, Irène Beutler-Fauguel, Presidente del Collegamento dal 2009.