L’arcana storia di una stirpe, presente nell’antica Svizzera occidentale, che andrebbe meglio divulgata anche per riflettere sui nostri giorni.
Non tutti sanno che un tratto di antica storia svizzera è stato interessato dai Merovingi, un popolo studiato a scuola in modo marginale rispetto alle vicende più determinanti dei grandi imperi. Fu la prima dinastia a governare i Franchi del V secolo, in un territorio che includeva anche parte dell’attuale Svizzera occidentale e che lasciò in eredità la lingua dei Germani. Nel Canton Giura, all’interno del bellissimo borgo medievale di Saint-Ursanne, si trova il Museo del Lapidario che contiene sarcofagi merovingi e carolingi, mentre il Museo di Arte e Storia di Friburgo ha già preannunciato il grande evento “Un merovingio tra luce e ombra” da segnare in agenda per una gita di valore, da fine anno al febbraio 2021, che “Attraverso le numerose e ricche scoperte fatte nelle terre di Friburgo, racconta un vero merovingio del VII secolo, la sua esperienza durante questo periodo accattivante”.
I re Merovingi sono da sempre descritti, a livello di massa, come “i re fannulloni”, denigrati per il loro modo di agire ritenuto bizzarro, e fatti oggetto di sfottò. Lo dimostra anche una popolare canzone medievale francese, rintracciabile su YouTube, dedicata al re Merovingio Dagoberto I, della quale diamo soltanto una strofa: Il buon re Dagoberto cacciava nelle pianure di Anvers. Il gran santo Eligio gli disse: “Oh mio re! Vostra Maestà ha il fiatone.” – “È vero, gli disse il re, un coniglio mi inseguiva”… e così via, una lunga litania di strofe prendono in giro un re inetto e stupidotto.
Oggi molti studi, tra cui quelli di Carlos Cagigal e Alfredo Ros riportati nel libro “Figli del sangue reale. I segreti della dinastia Merovingia” sostengono che la realtà sia stata un’altra.
I re fannulloni
I Merovingi erano davvero una popolazione “incivile e ignorante”? Su questa stirpe c’è un mistero. Si è prodotta una cosiddetta “dannatio memoriae”, in quanto il racconto storico ne ha cancellato la memoria, basata su poche fonti che parlano di re che delegavano molto i loro poteri fin quasi ad esserne esautorati. I re fannulloni non si comportavano come ci si aspetta da un regnante, cioè avevano pochi lussi, atteggiamento semplice, aspetto scialbo. Portavano lunghi capelli, in quanto ritenuti “sede di potere magico e solare, cioè simbolo femminile associato al sole” come emerge dalle ricerche di Petra van Cronenburg. Pare che il maggior affronto che alcuni Merovingi (tra quelli meno illuminati) potessero fare ai loro nemici fosse quello di ottenere il loro scalpo…
E sopratutto questi re amavano la contemplazione e trascorrevano volentieri il loro tempo in mezzo ai sudditi. Forse furono proprio tutte queste caratteristiche a fornire il fianco alla fama di nullafacenti.
Re guaritori
Nuove ricerche degli ultimi decenni si focalizzano sulla consuetudine dei re Merovingi di apporre le mani per guarire i sudditi malati. Una taumaturgia considerata dalla Storia alla stregua di una leggenda, utilizzata per ridicolizzare ancor di più questi re. In realtà, questa pagina di storia dei Merovingi piena di misteri ci pone degli utili interrogativi. Chi sta indagando seriamente il tema si accorge che qualcosa è stato distorto per non dire occultato. Secondo documenti che però vengono contestati dalla storiografia ufficiale, i re Merovingi per discendenza (che si pretende derivi da Maria Maddalena e da Gesù) erano dei “re sacerdoti”.
Secondo questa teoria, oltre ad esercitare il potere temporale, svolgevano soprattutto un compito di natura squisitamente spirituale: servireil popolo.
Vi erano diversi regni merovingi suddivisi tra fratelli nelle diverse aree dei loro territorio, e in quelli più avanzati sembra che gli stessi re insegnassero ai sudditi a leggere e scrivere e che perciò non avessero analfabeti tra il popolo! Se ciò fosse vero, sarebbe un risultato mai raggiunto né prima né dopo i Merovingi, poiché anche ai nostri giorni si riscontra l’analfabetismo in molte centinaia di milioni di persone nel mondo.
Sembra incredibile tutto ciò, anche alla luce delle deboli giustificazioni che si danno riguardo a Carlo Magno – il quale non sapeva leggere né scrivere – “dato che all’epoca non era semplice apprendere soprattutto la scrittura”. Quello stesso Carlo Magno che, sbaragliati tutti i Merovingi, costituì il Sacro Romano Impero, nonostante il suo “handicap” culturale (cui provvide poi in qualche modo).
Merovingi spirituali
Un altro “record” merovingio fu quello dei monasteri: ne edificarono una quantità tale mai raggiunta da altri regni o imperi nella nostra storia, in nessuna epoca.
Si sostiene che mentre per i monasteri di Svizzera e Italia, nei secoli successivi iniziava il calo delle vocazioni e spesso facevano fatica a mantenersi, quelli dei Merovingi ebbero sempre molti devoti desiderosi di farne parte; non solo, ma diversi re Merovingi lasciarono il trono per abbracciare la vita monacale. Perché?
È su questa domanda che si avvalora la convinzione che questi re non fossero degli inetti, bensì fossero re molto spirituali e che vivessero il loro “ruolo terreno di re” come un servizio per il bene del popolo e non del potere. Un servizio faticoso così come dovrebbe essere. Una storia merovingia da rispolverare per i nostri giorni? Il vero politico quando viene eletto, non dovrebbe spudoratamente festeggiare, ma iniziare a non dormire la notte consapevole di dover onorare onestamente e incorruttibilmente il mandato che il popolo gli ha conferito… Non dovrebbe forse temere con orrore l’eventualità di non poter lavorare solo ed esclusivamente per il bene dei cittadini?
Se le fonti sui Merovingi sono state distorte o censurate, gli studiosi sperano che proprio dalle cronache seppellite in alcuni loro monasteri si potrà ricavare la parte nascosta della storia merovingia. Comprendere e divulgare, a cominciare dalle scuole, questa storia nascosta potrebbe rendere più consapevole l’umanità sul senso del potere, del servizio, del sacro.
Per ora la duplicità della storiografia persiste: quella più diffusa che descrive i Merovingi cattivi amministratori e quella nuova che li tratta come stirpe elevata e importante per la storia medievale. A questo proposito, così asseriva lo scrittore Honoré de Balzac: “La storia ha due volti: quello ufficiale, mendace, e quello segreto e imbarazzante, in cui però sono da ricercarsi le vere cause degli avvenimenti occorsi".
Annamaria Lorefice
lorefice.annamaria@gmail.com
Re Merovingi con i loro lunghi capelli.
Regnanti Merovingi, privi degli sfarzi che il ruolo imporrebbe.
Cofanetto merovingio proveniente dal Tesoro dell’abbazia di San Maurizio, in Vallese.
(© Glassey Jean-y-ves, Martinez Michel) Fonte Swiss Info.