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Dall’estero in Parlamento

    L’esperienza di Tim Guldimann

    Tim Guldiman, eletto nelle file del Partito socialista di Zurigo, primo Svizzero all’estero entrato in Consiglio Nazionale, ha annunciato le dimissioni, dopo soli due anni e mezzo di presenza (vedi Gazzetta marzo 2018 e pag. 28). Ex-ambasciatore di Svizzera in Germania, al momento del pensionamento si era candidato per il Consiglio Nazionale.

    Il motivo principale della sua scelta: è impossibile vivere all’estero e far politica attiva in Svizzera. Un’affermazione che pone parecchi problemi alle organizzazioni degli Svizzeri all’estero, per le quali è essenziale disporre di qualche voce in Parlamento. La partenza di Guldiman potrebbe così rilanciare il dibattito sulle possibilità di uno Svizzero all’estero di fare politica in Svizzera.

    In realtà è il sistema elettorale stesso che crea le maggiori difficoltà. Infatti, l’elettorato si divide in circondari elettorali, che corrispondono ai cantoni, per cui è obbligatorio presentarsi in uno di questi circondari. Non solo, ma i candidati devono far parte di gruppi o partiti che presentano le liste per le elezioni. Superati questi ostacoli resta poi la grande incognita di farsi conoscere dagli elettori in Svizzera. Ovviamente gli Svizzeri all’estero che votano sono sparpagliati in tutti i cantoni e non riescono a formare un gruppo consistente. Infine, vanno considerate le difficoltà oggettive, poste dalle distanze, dagli interessi, dai modi di vita.

    Di tanto in tanto si diffonde l’idea di creare anche un “cantone degli Svizzeri all’estero” che però non si realizza, più o meno per gli stessi motivi. Difficoltà che potrebbero estendersi fino a chiedersi se sia opportuno far votare gli Svizzeri all’estero, come se fossero in patria. La questione sembra però superata, poiché questa possibilità è acquisita da anni, anche se le attuali difficoltà di introdurre il voto elettronico generalizzato crea ulteriori problemi.

    La Costituzione impone comunque di considerare lo Svizzero all’estero al pari di quello in patria, con gli stessi diritti e doveri. Molti di essi vivono all’estero, ma con l’intenzione di tornare in Svizzera, altri lo sono in modo temporaneo e altri ancora sono favoriti dalla vicinanza del paese di immigrazione. Infine, certe votazioni li concernono direttamente. Alcuni motivi per cui il voto è uno strumento importante per garantire l’attaccamento dell’emigrato alla patria. La possibilità di essere eletto lo sarebbe anche di più.

    Ignazio Bonoli