Il 22 settembre gli svizzeri tornano alle urne per votare su due oggetti. I grandi temi rimangono gli stessi, le proposte cambiano.
La democrazia diretta e i suoi strumenti permettono agli svizzeri, tra le altre cose, di lanciare iniziative popolari (raccogliendo 100'000 firme) oppure referendum (raccogliendo almeno 50'000 firme). Non sorprende così se i grandi temi che occupano e preoccupano gli svizzeri (e in verità gran parte dell’occidente) si presentano con regolarità anche sotto forma di votazioni federali.
Dopo aver votato su vari progetti legati all’AVS – il primo dei tre pilastri del sistema previdenziale – accettando a marzo anche la proposta di una 13a rendita mensile, ecco che il tema della previdenza torna al voto dopo che gli ambienti di sinistra hanno lanciato il referendum contro la nuova legge federale sulla previdenza professionale per la vecchiaia, i superstiti e l’invalidità (LPP), ovvero la Riforma della previdenza professionale.
E solo a giugno l’ha fatta da padrone un tema ambientale/energetico: gli svizzeri hanno approvato la legge sull’approvvigionamento energetico. A settembre invece il popolo dovrà decidere se approvare o meno l’iniziativa popolare “Per il futuro della nostra natura e del nostro paesaggio” chiamata anche Iniziativa sulla biodiversità.
Un secondo pilastro sotto pressione – un compromesso vincente?
Secondo il Consiglio federale e la maggioranza del Parlamento – sostenuta da UDC, Centro, PLR e i Verdi Liberali, come pure da varie associazioni economiche – la modifica della legge federale sulla previdenza professionale (Riforma LPP) è necessaria per garantire in futuro le rendite, a fronte del costante invecchiamento della popolazione e della speranza di vita.
Ma soprattutto, argomentano i fautori, un “sì” alle urne permetterebbe alle persone con redditi modesti di ricevere una rendita di cassa pensione più alta. A beneficiarne sarebbero soprattutto le donne, le quali non raramente lavorano a tempo parziale o percepiscono un salario inferiore, o svolgono varie attività per poter conciliare lavoro e famiglia.
Per il futuro però i parametri sui quali si basa la previdenza professionale non sono più adattati. I principali adeguamenti previsti sono i seguenti:
- Riduzione dell’aliquota di conversione: per garantire le rendite per una durata superiore (visto l’aumento dalla speranza di vita), la riforma prevede l’abbassamento dell’aliquota con la quale il capitale viene convertito in rendita annuale (dal 6,8 al 6,0%).
- Una parte maggiore del salario assicurato: la riduzione dell’aliquota comporta una diminuzione della rendita e per compensare questo effetto è necessario aumentare la parte di salario assicurato sul quale sono versati i contributi. Con la legge attuale è assicurata la parte del reddito che supera i 25’725 franchi all’anno. La riforma prevede che in futuro venga coperto l’80% del salario. Chi dispone di redditi bassi avrà assicurato una parte più elevata del proprio stipendio e aumenterà la propria rendita futura.
- Una soglia minima più bassa: per migliorare la previdenza professionale delle persone con salari modesti, la soglia d’entrata scenderebbe a 19’845 franchi. In questo modo potranno essere assicurate nel 2° pilastro 70’000 persone in più, mentre altre 30’000 persone che esercitano più di una professione a tempo parziale avranno ulteriori redditi assicurati nel 2° pilastro.
- Compensazione per le generazioni di transizione: per compensare l’abbassamento dell’aliquota, è previsto anche un supplemento della rendita per le persone ormai vicine alla pensione.
Lanciato il referendum
Il voto popolare si rende necessario poiché contro il compromesso elaborato dal Parlamento è stato lanciato un referendum. Secondo il comitato referendario – composto in gran parte dagli ambienti di sinistra e dai sindacati, anche se alcuni scettici si trovano anche tra responsabili delle PMI – le rendite delle casse pensioni sono in calo da anni e per molti lavoratori sono troppo basse. Con la riduzione dell’aliquota di conversione gli assicurati rischiano di ricevere una rendita ancora più bassa. Nel contempo, molti lavoratori con redditi bassi dovranno versare più contributi salariali (fino a CHF 2'400.- all’anno).
A beneficiarne sarebbe invece l’industria finanziaria che gestisce i fondi delle casse pensioni, che continuerebbero a guadagnare miliardi a scapito degli assicurati. Sempre secondo i contrari la riforma sarebbe incompleta poiché non prevede alcuna compensazione per gli svantaggi legati ad esempio alle interruzioni di carriera, né per la diseguale ripartizione del lavoro retribuito tra uomini e donne e non risolve il problema della compensazione del rincaro. Secondo i sindacati la revisione equivale a un “progetto di smantellamento” del secondo pilastro.
La biodiversità: un tema che unisce e che divide
Che la biodiversità, rispettivamente il mantenimento di quest’ultima, sia un obiettivo da perseguire è ampiamente accettato nella popolazione svizzera. Le opinioni iniziano a dividersi al momento di definire le misure attraverso le quali raggiungere questo obiettivo. L’iniziava per la biodiversità lanciata da organizzazioni per la tutela dell’ambiente e del territorio, tra cui Pro Natura e BirdLife Svizzera, chiede una maggiore quantità di superfici e di risorse finanziarie a favore della biodiversità in Svizzera.
Il testo su cui gli svizzeri sono chiamati a votare chiede anche più finanziamenti a favore della natura. Inoltre mira ad inserire nella Costituzione federale la tutela del paesaggio e dei beni storici e culturali.
I promotori dell’iniziativa popolare argomentano a favore della loro proposta sottolineando il legame tra la biodiversità e il benessere economico, ma hanno pure rilevato che dalla biodiversità dipendono anche l’alimentazione e la salute umana.
Contrari all’iniziativa il Parlamento e il Consiglio federale
Se approvata, l’iniziativa sulla biodiversità che sarà sottoposta al voto il 22 settembre indebolirebbe la produzione locale, provocando nel contempo un aumento delle importazioni di prodotti alimentari.
È quanto pensano le associazioni agricole che si oppongono al testo in votazione, considerandolo estremo. Secondo loro gli agricoltori stanno già facendo molto per proteggere la biodiversità: infatti il 19% dei terreni agricoli è già utilizzato per promuovere la biodiversità, una superficie equivalente ai cantoni di Ginevra e Friburgo messi insieme.
Secondo i contrari, un aumento delle aree dedicate alla biodiversità danneggerebbe l’agricoltura locale, riducendo la quantità di derrate alimentari prodotte entro i confini nazionali, mettendo così in discussione la sicurezza dell’approvvigionamento e il livello di autosufficienza del Paese.
Anche il Consiglio federale e il Parlamento raccomandano la bocciatura dell’iniziativa. Il Governo e il Consiglio nazionale si erano espressi a favore di un contro-progetto indiretto che prevedeva un aumento più modesto delle zone di protezione rispetto a quanto prevedeva l’iniziativa, ma il Consiglio degli Stati si è rifiutato di fare questo passo. Così al voto andrà solo l’iniziativa.
Angelo Geninazzi
Un sempreverde: come finanziare le nostre pensioni?
Siamo (quasi) tutti d’accordo: la biodiversità va preservata il più possibile.
Secondo i contrari all’iniziativa, già oggi sarebbero molte le superfici dedicate alla biodiversità
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