Bocciata con proporzioni ben oltre le aspettative la riforma della LPP. Il 22 settembre dalle urne è risultato un secco No anche all’iniziativa sulla biodiversità. Al 45% la partecipazione al voto.
Terza bocciatura di una riforma LPP in 14 anni
Come il resto dell’occidente, anche la Svizzera ha un problema: la popolazione vive sempre più a lungo, ciò che mette sotto pressione i sistemi previdenziali. Una complicazione per l’AVS (il primo pilastro), dove sempre meno lavoratori attivi devono finanziare le rendite di sempre più pensionati. Ma è una sfida anche per il secondo pilastro, ossia le casse pensioni regolate dalla Legge sulla previdenza professionale (LPP). In questo caso, il sistema prevede che lavoratori e datori di lavoro versino dei contributi durante la vita attiva del lavoratore, il quale, una volta in pensione, riceverà il capitale accumulato attraverso una rendita. Il problema è che questo capitale, secondo il Consiglio federale e la maggioranza del Parlamento, dovrebbe ora essere riversato al pensionato in rendite (fette di capitale) minori, dal momento che mediamente vive più a lungo. Un primo tentativo di ridurre il cosiddetto tasso di conversione è fallito – con una secchissima maggioranza – nel 2010, un secondo nel 2020. Anche la recente riforma approvata da praticamente tutti i partiti borghesi non ha trovato maggioranze alle urne. Anzi, è stata bocciata sonoramente con il 67,1% dei voti. I sondaggi davano il fronte del Sì in calo, mentre un No era ormai preventivato, ma non in queste proporzioni. Nemmeno un cantone si è pronunciato in modo favorevole alla riforma: nei Grigioni, i contrari hanno raggiunto il 62,3%, in Ticino il 61,7%. Nella Svizzera tedesca, si va da un 61,3% di no a Lucerna, a un 71,9% a Soletta, a un 69,2% a Berna e un 67% ad Argovia. La bocciatura è ancora più ampia nella Svizzera romanda, con un 76,9% di no a Neuchâtel, 73% a Ginevra, 72,6% nel Canton Vaud e 71% in Vallese.
La bocciatura così netta ha sorpreso gli analisti anche perché la riforma era ampia e non prevedeva solo la riduzione del tasso di conversione. Secondo il Governo, la nuova LPP avrebbe migliorato la previdenza per la vecchiaia dei redditi più bassi, grazie all’aumento dei contributi salariali e a una soglia di ingresso inferiore. Al centro dell’attenzione e della campagna dei favorevoli erano soprattutto le donne, che spesso lavorano part-time e guadagnano meno. Secondo studi pubblicati in vista dell’appuntamento alle urne, 265'000 persone avrebbero beneficiato di una rendita supplementare, mentre in 100'000 avrebbero avuto la possibilità per la prima volta di poter risparmiare nell’ambito del secondo pilastro.
Sinistra e sindacati nuovamente vincenti su un tema previdenziale
Dopo il successo in marzo con l’approvazione della 13ma rendita AVS, i sindacati e la sinistra trionfano nuovamente su un tema previdenziale. Nei commenti alla votazione, i sindacati hanno indicato che la popolazione non può sopportare altri tagli. Quale possibile soluzione per trovare l’accordo dei sindacati stessi, invece, la sinistra ritiene che anche nel sistema del secondo pilastro sia necessario introdurre un elemento di solidarietà. Oggi questo elemento è presente solo nel sistema a ripartizione dell’AVS.
Governo e Parlamento saranno ora chiamati a trovare una nuova soluzione. Su una cosa sono d’accordo tutti: sarà un compito arduo.
Unanimità tra i cantoni: questa riforma LPP non ha convinto il popolo
Fonte: https://developer.srgssr.ch/apis/srgssr-polis/docs (Swissinfo.ch)
Terza bocciatura su tre per le riforme LPP. Gli argomenti di sinistra hanno nuovamente (stra)convinto la popolazione svizzera.
Biodiversità sì, ma senza estremismi
Più superfici e più fondi pubblici a favore della natura e della biodiversità. In sostanza era questa la rivendicazione dell’iniziativa per la biodiversità che però non ha trovato i favori del popolo ed è stata boccata dal 63% dei votanti.
Solo un cantone e un semicantone hanno approvato la proposta popolare: Ginevra e Basilea Città.
Secondo il Consigliere federale Albert Rösti, responsabile del Dipartimento federale dell’ambiente, il popolo non si è opposto alla protezione ma piuttosto all’introduzione di regole più severe che avrebbero reso più difficile la ponderazione degli interessi tra protezione e utilizzo della natura. La campagna del No aveva infatti messo l’accento in modo importante sugli ostacoli che l’iniziativa avrebbe creato allo sviluppo delle energie rinnovabili, un altro obiettivo più volte confermato alle urne dalla popolazione.
Tra i grandi oppositori al testo in votazione vi era l’Unione svizzera dei contadini (USC), che per l’ennesima volta è uscita vincente su un tema ambientale negli ultimi anni. Secondo l’USC i cittadini svizzeri hanno riconosciuto l’impatto negativo che un sì alle urne avrebbe avuto sulla produzione alimentare, sull’espansione delle energie rinnovabili e sull’industria edilizia. I contadini si rallegrano inoltre che non verranno ridotte le superfici agricole.
Per i fautori dell’iniziativa è «un’occasione persa»
Con il fallimento dell’iniziativa sulla biodiversità è stata persa un’occasione per preservare il nostro patrimonio naturale, essenziale per la qualità di vita e l’economia della Svizzera, ha commentato il Partito dei Verdi liberali, parte dell’alleanza a difesa dell’iniziativa. Secondo i Verdi, invece, è “un fatto scientifico incontestabile che la biodiversità in Svizzera si trovi in uno stato allarmante” e chi ha lottato o a favore dell’iniziativa non è stato in grado di spiegare abbastanza l’importanza della biodiversità e quanto questa sia essenziale per la vita.
Angelo Geninazzi
Nettamente contrarie le regioni alpine, soli due Città-cantoni favorevoli
Fonte: https://developer.srgssr.ch/apis/srgssr-polis/docs (Swissinfo.ch)
Ancora un No ad un’iniziativa per la protezione del clima
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