Care lettrici, cari lettori
Ebbene sì, sono ormai 2 lustri quelli che mi vedono alla direzione di Gazzetta Svizzera. 10 anni in cui ho visto l’evolversi di comitati e di due presidenti (Arwed Buechi e Andrea Pogliani) e di più e più persone che, con mero spirito patriottico, hanno cercato di mantenere inalterato il servizio che Gazzetta Svizzera dà ai propri cittadini in terra straniera fin dal 1968.
È il primo redazionale che firmo, dopodiché passerò ancora la palla al nostro redattore Angelo Geninazzi, che mese dopo mese segue la creazione di ogni numero.
Sono entrato in contatto con Gazzetta Svizzera nel lontano settembre 2014, con la conoscenza di due irriducibili svizzeri: Gianfranco Definti e Arwed Buechi, i quali mi hanno chiesto come potessero gestire al meglio una testata che da 46 anni dava informazioni e teneva vivo il filo conduttore tra la totalità degli svizzeri residenti in Italia e la Confederazione.
Ricordo la titubanza dell’allora presidente nel dover dare l’incarico di direttore responsabile ad una persona esterna alla gestione della Gazzetta, cosa mai avvenuta prima, ma grazie a quei due pilastri e al comitato dell’epoca, mi venne accordata la fiducia durante un pranzo presso la scuola svizzera di Milano. Ricordo ancora l’avv. Ugo Guidi che in quel periodo mi regalò una collezione rilegata di tutte le Gazzette fino ad allora editate, che tutt’ora detengo nella mia libreria.
E così, tra incontri con Poste italiane, per ottenere uno sconto sulla grande mole dell’invio di Gazzetta Svizzera, e tribunale, per la registrazione obbligatoria della testata, siamo giunti al mese di dicembre 2014, quando per la prima volta compariva il mio nome quale direttore responsabile, insieme ad una nuova veste grafica e ad un nuovo formato di Gazzetta Svizzera.
Da allora ho conosciuto meglio tutte le necessità del popolo elvetico in Italia, le problematiche legate a pensioni, successioni, patenti, immobili, conti correnti, ecc., insomma, tutto ciò che necessita per poter essere regolari sia in Italia che in Svizzera.
Ho partecipato ai congressi e ho visto tutte quelle persone che si conoscono da 30 e passa anni che, anche se abitano a centinaia di kilometri di distanza, si incontrano ogni anno per discutere di quello che accade in Svizzera e di quello che accade in Italia, perché il residente all’estero deve affrontare sempre entrambi i temi.
Come avrete letto nei numeri scorsi, per ottimizzare al meglio i costi, il numero di gennaio non verrà editato, ma ci leggeremo nuovamente a febbraio, con uno sguardo a tutti gli eventi del 2025.
Per ora non vi tedio più e vi auguro un felice Natale e un buon 2025, sempre con una copia della vostra rivista preferita: Gazzetta Svizzera!
Efrem Bordessa