È davvero possibile modificare e indirizzare al meglio la nostra realtà?
Lugano - Tecniche particolari per migliorare o dare una svolta alla propria vita, fino a pochi anni fa relegate nell’ambito della controversa “spiritualità” new age, interessano oggi sempre più persone. Se ne occupa anche la la scienza ufficiale nell’ambito delle ricerche della fisica quantistica.
Una di queste è il Transurfing, letteralmente “cavalcare la vita come le onde del mare”. È una tecnologia mentale che consente, direzionando con precise modalità i nostri intenti, di elevare la qualità della vita, realizzando il nostro potenziale personale e i nostri desideri o necessità più importanti. A detta di chi la pratica, non c’è niente di miracolistico, anzi: essa comporta una conoscenza specifica e un impegno costante. Ideata sulla base di antichi saperi dal fisico quantistico e scrittore russo Vadim Zeland, questa tecnica forse non è per tutti, tuttavia è sempre più conosciuta nel mondo occidentale dagli inizi del 2000. Alcuni esperti italiani di questo moderno insegnamento olistico, svolgono conferenze e corsi anche in Canton Ticino.
Sentiamo il ricercatore e scrittore Klod Nagal il quale, oltre ad insegnare questa tecnica, ne ha fatto il suo stile di vita. Per comprendere davvero l’argomento – qui solo accennato quale curiosità – vi sono molti testi dell’intervistato e di altri autori nelle librerie elvetiche e italiane, oltre ai video sul web.
Cosa distingue il Transurfing dalla più popolare “legge di attrazione”?
«Nella legge di attrazione è previsto che si debba continuamente visualizzare ciò che vuoi ottenere impiegando un carico energetico enorme. Nel Transurfing devi semplicemente “impostare” ciò che vuoi vivere e sperimentare e poi distaccartene dopo aver terminato le tecniche di visualizzazione».
Per quali cause questo sistema può non funzionare?
«Non funziona quando si dà troppa importanza all’obiettivo da raggiungere, ci si danna per poterlo ottenere, si mettono delle tabelle di marcia, non ci si distacca dall’obiettivo, quando quel volere non è allineato alla mente e all’anima e non fa parte del nostro sentiero spirituale. Non funziona anche quando la persona non ha energia, è disperata, in depressione o fa abbondante uso di droghe o alcol. In tutti questi casi il Transurfing o non funziona del tutto o impiega un tempo lungo e con risultati incerti».
Dunque, prima di ricorrere a questa pratica occorre intraprendere un lavoro di intercettazione di tutti gli ostacoli interiori per superarli… il tutto sembra arduo e demotivante.
«Esattamente, prima di cimentarsi con la realtà del Transurfing occorre liberare un po’ il campo, ripulirsi, essere centrati, lucidi e sapere dove riporre l’attenzione. In questo modo può funzionare molto bene. Questo lavoro preliminare è faticoso? La vita in sé lo è. Il Transurfing non è altro che un insegnamento di come vivere. Di come dovremmo vivere. Penso che se tutti vivessimo in modo centrato saremmo senz’altro più felici».
Ostacoli interiori ed esteriori che immagino anche lei, come tutti, abbia vissuto in prima persona.
«Certo, ho vissuto moltissime difficoltà nella mia vita. Prima di cimentarmi in un vero e proprio percorso di studio spirituale ed “esoterico” (studio riservato a pochi che oggi è alla disponibilità di tutti ndr.) ne ho passate di tutti i colori. Pur riuscendo a liberarmi di tanti ostacoli, altri ne sono sopraggiunti perché è come un videogioco: più acquisisci abilità più il gioco si fa duro, più sai vincere le difficoltà e la durezza del gioco, più vai avanti. Così si svolge la vita che stiamo sperimentando su questo piano. Ho vissuto grandi pene e le ho superate perché semplicemente avevo la volontà di farlo e ciò mi ha spinto ad arrivare all’attuale stato in cui sono. Ora non mi posso lamentare di nulla poiché faccio la vita che desidero».
Nel Transurfing si parla di adottare l’espediente dell’auto-inganno. Di che si tratta? E questi stratagemmi sono alla portata di tutti?
«Le varie tecniche adottate sono “quasi” per tutti. Questa dell’auto-inganno è una tecnica pratica e concreta del Transurfing ma è anche un principio ermetico della corrispondenza: la realtà dà a te quello che tu credi di meritare, di dover avere. È risaputo in psicologia che spesso si vuole ottenere qualcosa che non arriva perché in realtà pensiamo di non meritarlo. Questo principio di corrispondenza può essere hackerato dal Transurfing mediante la simulazione di aver già ottenuto il risultato che si desidera. Mi piacerebbe che tutti conoscessero a fondo, e provassero, questo metodo».
Nei suoi libri lei spiega che il Transurfing non è una bacchetta magica ma una strategia che va compresa e seguita con costanza. Come comportarsi se il risultato non arriva?
«Non esiste nessuna bacchetta magica né esiste una panacea per tutti i mali. Esistono delle discipline che vanno praticate, alcune antichissime e alcune moderne come quella di cui stiamo parlando. Queste forniscono degli strumenti a colui che le utilizza, cioè il praticante, per dirigere la realtà dove meglio crede essendo allineato al suo percorso animico. Come abbiamo detto, quando il risultato non arriva è perché ci sono ostacoli che sono stati posti sul proprio cammino. Occorre rimuoverli e adoperare l’estrema leggerezza, l’estrema indifferenza verso il risultato stesso una volta terminata la pratica. Le tecniche si possono svolgere anche cento volte al giorno ma per cento volte poi ti devi dimenticare del risultato da ottenere. Anzi, quello che si suggerisce è di investire in perdita. Significa: se mi arriva, bene. Se non mi arriva, meglio».
Perché?
«Perché in questo modo si smonta l’importanza, la gravità del risultato, lo si depotenzia di carichi superflui. È per questo che il più delle volte il risultato tarda ad arrivare e rende sconfortante il percorso del praticante».
In questo vostro ambiente circolano persone un po’ approssimative, può dare qualche consiglio per riconoscere un operatore serio e qualificato?
«Un operatore serio e qualificato non necessariamente ha la parete piena di attestati e diplomi, ma è colui il quale dimostra risultati tangibili anche nella sua esperienza privata, che può mostrare i frutti di quello di cui parla».
Quale vicenda in particolare ama ricordare nella sua esperienza con tale metodo?
«Le esperienze e le soddisfazioni che potrei elencare ottenute grazie al saper vivere che ho acquisito con il Transurfing, sono innumerevoli, perché mi ha trasmesso proprio questo, saper vivere in un certo modo. Mi ha permesso di realizzare, con volontà e costanza, la vita che realmente volevo. Per esempio girando libero per il mondo con il mio camper documentando i miei viaggi, vivendo tante esperienze nuove e straordinarie, fino a diventare quello che oggi viene intervistato per parlare di queste cose…».
Annamaria Lorefice

Transurfer è la persona che scivola senza sforzo tra le onde del quotidiano e cavalca la vita con leggerezza, senza sprofondarvi dentro. Il Transurfing nasce dal fisico quantistico e scrittore russo Vadim Zeland che unisce antichi saperi orientali alla fisica quantistica. Da questa fusione origina una “tecnologia mentale” composta da varie tecniche che – se praticate correttamente con perseveranza – permettono di interagire con la realtà arrivando a modificarla a nostro favore (foto La Stampa).

L’ultimo libro in uscita di Klod Nagal, “Ritorno all’origine”. Ricercatore e insegnante di Transurfing, è autore di molti testi riguardanti la realtà materica e le altre dimensioni, uno dei suoi libri più richiesti è “Il tunnel di luce e la trappola della reincarnazione”. Tutti i suoi temi sono trattati nel canale web Operation Moksha.
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