Giovani, curriculum, colloqui e incertezze: Francesco Sommaruga ci guida nel labirinto del lavoro giovanile.
Il mondo del lavoro oggi sembra un grande punto interrogativo, soprattutto per i giovani. Tra CV da perfezionare, candidature che spariscono nel nulla e colloqui che mettono più ansia che entusiasmo, orientarsi è tutt’altro che semplice. A tutto questo si aggiunge un’altra variabile: la geografia. Cambia tutto e spesso anche radicalmente a seconda che si cerchi lavoro in Italia, in Svizzera o altrove in Europa. Ma come affrontare questa complessità?
Per capirlo, abbiamo incontrato Francesco Sommaruga, giovane professionista italo-svizzero che lavora nel settore delle risorse umane. Con lui abbiamo parlato di strategie, errori comuni e differenze culturali nel mondo del lavoro, con un focus particolare sul primo grande scoglio per ogni candidato: il curriculum. Perché spesso, prima ancora di un “sì” o un “no”, ci si gioca tutto in una pagina A4.
- Ciao Francesco, ci racconti brevemente il tuo percorso professionale e come sei arrivato a occuparti di risorse umane?
«Tutto ha preso forma da un incontro informale con un amico di famiglia, head hunter di professione. Le sue riflessioni sulle risorse umane hanno risvegliato in me una profonda curiosità verso il mondo del lavoro e l’essenza del valore umano, spingendomi a riflettere su come un buon posto di lavoro possa favorire sia la produttività che la felicità, personale e sociale. Con alle spalle una formazione giuridica che mi ha insegnato il valore delle regole e dell’equità, ho capito presto che il mio vero interesse era legato alla valorizzazione del capitale umano. Ho quindi intrapreso un master in human resource management alla Rome Business School, un percorso che ha contribuito in modo decisivo al mio sviluppo professionale e mi ha aperto le porte a esperienze rilevanti nel recruiting con Keystone Randstad e Nextre, oltre che nel career development in Domus Academy. Ogni esperienza mi ha insegnato a dare valore all’ascolto consapevole, aiutandomi a essere proattivo nel riconoscere il valore di ogni individuo.»
- Che cosa ti ha colpito maggiormente osservando le difficoltà dei giovani nel mondo del lavoro oggi?
«Ciò che mi colpisce maggiormente osservando le difficoltà dei giovani nel mondo del lavoro oggi è il disallineamento tra le competenze richieste dal mercato e quelle offerte dal sistema educativo. Viviamo in un mondo sempre più complesso, che richiede competenze trasversali e articolate, spesso trascurate o poco sviluppate nei percorsi formativi tradizionali. Proprio questo scarto tra domanda e offerta rende l’ingresso nel mercato del lavoro particolarmente difficile per molti giovani.»
- Quali sono gli errori più comuni che noti nei CV dei candidati junior?
«Uno degli errori più comuni nei CV dei candidati junior è l’inserimento di troppe informazioni non strettamente necessarie, che rendono il documento dispersivo e poco incisivo. Per costruire un curriculum efficace è fondamentale curare i dettagli e adottare strategie che favoriscano una lettura chiara, ordinata e mirata. Sintesi ed essenzialità rappresentano elementi chiave: è importante selezionare con attenzione solo i contenuti realmente rilevanti per il ruolo a cui si aspira. In quest’ottica, un principio fondamentale nella redazione è senza dubbio “less is more”.»
- Esistono delle differenze sostanziali tra un CV efficace in Italia e uno in Svizzera o in altri paesi europei?
«Sì, esistono differenze significative nella redazione del CV a seconda del Paese. Ogni contesto culturale e normativo ha le proprie regole e aspettative. Ad esempio, nei Paesi anglosassoni è prassi evitare l’inserimento di informazioni personali come sesso, età, stato civile o fotografia, per ridurre il rischio di bias e discriminazioni da parte dei recruiter. In Italia, al contrario, è ancora comune e spesso apprezzato includere elementi come la data di nascita, la nazionalità e una foto. Per questo motivo è importante adattare il proprio CV al contesto specifico in cui si intende candidarsi, tenendo conto della normativa nazionale.»
- Come può un giovane senza molta esperienza rendere interessante il proprio curriculum?
«Un ragazzo/a può rendere interessante il proprio CV valorizzando attività extra-curriculari come volontariato, sport agonistici o progetti personali, evidenziando competenze trasversali utili nel mondo del lavoro.»
- Lettera di motivazione: ancora utile o ormai superata?
«Molto dipende dal selezionatore, ma secondo la mia esperienza, quando ci sono molte candidature, raramente si ha il tempo di leggere a fondo le lettere motivazionali. Per questo consiglio di inserire direttamente nel CV una breve sezione introduttiva, in alto, in cui presentarsi in modo sintetico. Questo consente di trasmettere fin da subito motivazione e personalità, rendendo il profilo più efficace e mirato.»
- Quali sono i principali consigli che daresti a un giovane che deve affrontare un colloquio per la prima volta?
«Il colloquio è un momento naturalmente stressante, soprattutto perché si hanno molte aspettative verso sé stessi e verso il futuro lavorativo. Consiglio di preparare una breve descrizione del proprio percorso accademico e delle esperienze extra-studio, mettendo in evidenza le competenze acquisite. È importante anche rivedere il CV per anticipare le domande che potrebbero nascere da quanto scritto. Infine, il consiglio più importante è essere autentici, mantenendo però un atteggiamento positivo e costruttivo nel modo di esprimersi.»
- Ci sono aspetti che, secondo te, sono spesso sottovalutati nella preparazione a un colloquio?
«Spesso si sottovaluta l’importanza di prepararsi a descrivere le attività extra-curriculari, che per un ragazzo/a alle prime armi nell’ambiente lavorativo costituiscono un elemento chiave di valutazione, insieme alle conoscenze acquisite nel percorso accademico. Queste esperienze raccontano molto della personalità, delle attitudini e delle capacità, e dovrebbero essere valorizzate nella preparazione al colloquio.»
- Hai qualche suggerimento per chi sta valutando un’esperienza lavorativa all’estero per la prima volta?
«Se si sta considerando un’esperienza lavorativa all’estero, è fondamentale prima di tutto informarsi sui requisiti legali necessari per poter lavorare nel paese scelto. Successivamente, è altrettanto importante conoscere usi, consuetudini e cultura lavorativa locali, per facilitare l’inserimento e adattarsi al meglio al nuovo contesto.»
- Quanto conta davvero il network oggi, e come si può iniziare a costruirlo anche da studenti o neolaureati?
«Costruire un buon network già durante il periodo universitario, e continuare a svilupparlo nel corso della carriera, è estremamente importante, perché molte opportunità e informazioni si diffondono attraverso il passaparola. Per iniziare, è utile partecipare a eventi di settore, conferenze e seminari, oltre a utilizzare in modo strategico piattaforme come LinkedIn per creare e mantenere contatti professionali.»
- Un consiglio concreto che daresti a un giovane che oggi ha appena finito di scrivere il suo primo curriculum?
«Un consiglio che mi sento di dare è di non avere paura di sperimentare e di fare qualche errore, perché il CV è un documento vivo che evolve con la persona e racconta la sua storia. È fondamentale chiedere feedback a chi ha esperienza, prendere ispirazione da altri modelli e informarsi costantemente su come migliorarlo. Solo così si può creare un curriculum che rappresenti davvero chi lo scrive e che cresca insieme a lui o lei nel tempo.»
Nicola Magni


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