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Ringiovanito, rappresentativo – e sicuro di sé

Consiglio degli Svizzeri all’Estero: più giovane, rappresentativo e deciso

Per due giorni di agosto, il Palazzo Federale di Berna ha ospitato interamente il rinnovato Consiglio degli Svizzeri all’Estero. E il Consiglio – in un certo senso il “Parlamento della Quinta Svizzera” – ha preso le prime decisioni e discusso del proprio ruolo.

Proprio nel cuore storico e politico della Svizzera: al Consiglio degli Svizzeri all’Estero (CSE) è stata concessa, all’inizio della nuova legislatura, una sede di riunione molto esclusiva. Ciò sottolinea il ruolo che il “Parlamento della Quinta Svizzera” intende assumere: il CSE si considera un organo che raccoglie e formula le esigenze e le istanze degli svizzeri all’estero, trasmettendole ai decisori politici a Berna.

L’incontro del CSE si è svolto in due giorni sotto il marchio “Swisscommunity Days”: il 22 agosto 2025, membri uscenti e neoeletti del Consiglio, insieme a numerosi interessati, hanno partecipato a workshop per cercare risposte su come il CSE possa svolgere al meglio il proprio lavoro e far pesare le proprie istanze nella politica nazionale. Il coinvolgimento dei membri precedenti e di quelli eletti di recente ha garantito un importante trasferimento di conoscenze.

Alla seduta costituente del 23 agosto 2025, tenutasi, non a caso, nella sala del Consiglio Nazionale, il rinnovato Consiglio ha preso le prime decisioni. Con 83 voti favorevoli e 3 contrari, ha deciso di sostenere l’introduzione di una e-ID controllata dallo Stato. Questo documento elettronico di identità è, secondo il CSE, importante per facilitare il contatto tra gli svizzeri residenti all’estero e le autorità svizzere. A lungo termine, la e-ID contribuirà anche a rendere più efficaci i processi di e-voting. Nei test attuali di e-voting di alcuni cantoni, la procedura postale rimane infatti fondamentale: le credenziali vengono ancora inviate per lettera e possono arrivare in ritardo, a seconda della zona del mondo.

L’inizio della nuova legislatura del CSE segna anche la conclusione di un importante passo di riforma. Come progetto pilota, tutti gli svizzeri all’estero in 13 circoscrizioni elettorali hanno potuto eleggere i propri delegati direttamente e per via elettronica. La loro elezione è stata quindi ampiamente sostenuta. Il Consiglio, nel suo insieme, risulta oggi più rappresentativo che in passato. Per la prima volta, 47 dei 120 delegati sono stati eletti direttamente, con evidenti conseguenze: il numero di volti nuovi è alto, molti dei neoeletti sono visibilmente più giovani, e la cultura del Consiglio appare già cambiata. Alla ricerca del proprio ruolo, il nuovo CSE ha anche sfidato il comitato dell’OSE con voti talvolta critici. Al rinnovato Consiglio non manca di certo vivacità.

Elezioni dirette su larga scala tra quattro anni

«Alle elezioni del 2029 il processo di rinnovamento continuerà», ha promesso il presidente dell’OSE, Filippo Lombardi. Secondo lui, tra quattro anni saranno eletti direttamente «ben oltre il 90%» di tutti i delegati. I primi passi sono già stati compiuti. Secondo Noel Frei, delegato CSE che ha contribuito in modo significativo al gruppo di lavoro sulle elezioni dirette, la Fachhochschule di Berna fornirà il supporto tecnico e il DFAE quello amministrativo per le elezioni dirette su larga scala del 2029.

La valutazione di Frei sulle elezioni appena concluse: un “grande successo” in termini di trasparenza e partecipazione. Fondamentale è stata l’informazione fornita dal DFAE: «Essa rappresenta la chiave per un’elezione riuscita.»

Riunirsi in un ambiente solenne: CSE durante la seduta del 23 agosto 2025 nella sala del Consiglio Nazionale. Foto OSE

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