Care lettrici, cari lettori
I lunghi mesi di campagna elettorali si sono conclusi. Dopo i ballottaggi in vari cantoni per occupare i seggi del Consiglio degli Stati è possibile tracciare un bilancio globale: dopo un contraccolpo nel 2019, la destra è tornata a rafforzarsi, senza però raggiungere i livelli del 2015. I verdi escono perdenti dalla tornata elettorale e rischiano di uscire con le ossa rotte anche dalla loro clamorosa candidatura al Consiglio federale, difficilmente interpretabile alla luce del risultato delle urne. Per il resto la Svizzera si conferma per quello che è: un paese stabile sotto tutti i punti di vista, anche quello politico. Le elezioni del Consiglio federale a metà dicembre non proporranno verosimilmente grandi emozioni, se non l’uscita di scena di un Alain Berset, abile comunicatore, che negli ultimi mesi ha polarizzato anche all’interno del suo partito. Ma la vera domanda è: la prossima legislatura permetterà al Parlamento di trovare intese sulle riforme previdenziali, la carenza di energia e di manodopera qualificata? Dopo che i vari partiti hanno stappato bottiglie al termine delle elezioni, una risposta affermativa alla domanda di cui sopra sarebbe un motivo per stappare bottiglie anche per i cittadini. Che la curiosità ci traghetti dunque nel 2024. Prima di allora però, l’augurio della redazione di Gazzetta è che ognuno di voi possa stappare una bottiglia in famiglia, trascorrendo un sereno periodo festivo, guardando ad un 2024 di salute e successi. E di letture interessanti di Gazzetta.
Angelo Geninazzi
Poche sorprese sotto la cupola di Palazzo federale
Le elezioni federali spostano leggermente a destra gli equilibri. Previdenza vecchiaia, energia, ambiente e carenza di manodopera: il nuovo Parlamento avrà molto da fare.
il presidente dei Verdi Balthar Glättli, in cerca di spiegazioni per la sconfitta elettorale.