Elezioni nel “Parlamento” della Quinta Svizzera: come l’Australia ha rivoluzionato il processo elettorale

Nel 2023, il Consiglio degli Svizzeri all'estero (CSE) ha istituito un gruppo di lavoro per elaborare linee guida per elezioni digitali democratiche. L'obiettivo è migliorare la rappresentatività del CSE. Il gruppo di lavoro si basa sull'esperienza dei paesi in cui sono già state organizzate elezioni dirette. Un esempio è l'Australia, dove le elezioni del CSE si sono svolte online nel 2017, nell'ambito di un progetto pilota.

L'Australia è la terza comunità svizzera espatriata più numerosa al di fuori dell'Europa. Ha quattro seggi nel CSE. Prima del 2017, la nomina e l'elezione dei delegati era essenzialmente una questione interna, decisa dai comitati o dai presidenti di alcune associazioni svizzere.

Le elezioni del 2017 hanno rivoluzionato questo processo sotto tre aspetti. In primo luogo, l'invito a presentare candidature ha raggiunto tutti i cittadini svizzeri che avevano fornito il proprio indirizzo e-mail al Consolato generale in cui erano registrati. In secondo luogo, hanno potuto esprimere il proprio voto 14’800 persone, ovvero tutti i cittadini svizzeri di età superiore ai 18 anni il cui indirizzo e-mail era noto al Consolato. In terzo luogo, le elezioni sono state organizzate per via elettronica, utilizzando la piattaforma di voto elettronico del Cantone di Ginevra, ancora disponibile all'epoca.

Prima delle elezioni sono state utilizzate diverse piattaforme di comunicazione locali, ma è stato il Consolato Generale a raggiungere il maggior numero di persone. Ha inviato due e-mail a tutti i cittadini aventi diritto al voto: prima un appello ai candidati, poi un invito a votare.

Il risultato è stato notevole. Per la prima volta, il numero di candidati ha superato il numero di seggi vacanti. Alla fine hanno votato 1’100 cittadini svizzeri, pari a un'affluenza del 7,4%. Può sembrare una cifra modesta, ma rappresenta un aumento significativo rispetto all'affluenza precedente, stimata tra lo 0,05% e lo 0,3%.

Quando un'elezione aperta ha più candidati che seggi disponibili, emerge una competizione: se i candidati vogliono conquistare i voti, devono dimostrare chi sono, cosa rappresentano e cosa li rende adatti alla carica a cui stanno ambendo. Questo li mette certamente sotto pressione, ma offre anche agli elettori una scelta reale.

Con 14’800 persone in grado di votare, l'elezione non è più stata appannaggio esclusivo di un piccolo numero di associazioni. Nel complesso, il progetto pilota del 2017 ha offerto agli svizzeri in Australia un'eccellente opportunità di eleggere democraticamente i propri delegati, rafforzando così in modo significativo la loro legittimità. Sulla base dell'esperienza acquisita, l'Australia prevede di reintrodurre un processo di voto digitale e democratico nel 2025.

Carmen Trochsler, delegata del CSE, Australia

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Lo “strumento” è pronto

Un sistema di voto elettronico sviluppato dall'Università di Scienze Applicate di Berna e che ha superato con successo diversi test potrebbe essere utilizzato per l'elezione digitale del Consiglio degli Svizzeri all'estero (CSE). Questa innovazione è stata presentata il 14 marzo 2024 dal gruppo di lavoro istituito dal CSE durante una sessione informativa presso il Palazzo federale di Berna. Eric Dubois, professore all'Università di Scienze Applicate di Berna e specialista di voto elettronico, ha dichiarato che il sistema sarà messo a disposizione del CSE per la sua elezione. In altre parole, il CSE non dovrebbe pagare quasi nulla. A nome del gruppo di lavoro, Noel Frei ha espresso la speranza che il maggior numero possibile di regioni mostri ora interesse per il sistema.

In Australia, un progetto pilota ha rivoluzionato il processo elettorale per il Consiglio degli Svizzeri all'estero: 14’800 svizzeri hanno potuto votare, e non solo alcuni rappresentanti delle associazioni. Photo iStock

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