Intervista Andrea Pogliani
A margine del Congresso del Collegamento degli Svizzeri in Italia si tengono tradizionalmente le assemblee, tra cui quella dell’Associazione Gazzetta Svizzera. È l’occasione per fare il punto di quella che rappresenta un importante strumento degli Svizzeri in Italia. Dopo 8 anni, passa a Daniel Schmid il timone dell’Associazione editrice di Gazzetta Svizzera l’Avv. Andrea Giovanni Pogliani, al quale abbiamo chiesto di tracciare un bilancio.
- Pogliani, negli ultimi 8 anni sono cambiate varie cose presso Gazzetta Svizzera, dalla grafica alla redazione. Che bilancio traccia?
«Sono cambiate molte cose. Vi ricordate la grafica precedente di Gazzetta Svizzera? Quella scritta a caratteri piccoli e con un modello di impaginazione che oggi sembra davvero superato? Per quanto riguarda la ricerca del nuovo capo redattore, essa sembrava davvero una missione impossibile, dato che Ignazio Bonoli aveva guidato la redazione per 40 anni. Credo però di poter dire che la nuova redazione abbia portato innovazione mantenendo la qualità del prodotto, e che la sfida sia stata vinta.»
- Recentemente la situazione finanziaria dell’Associazione ha indotto il Comitato a ridurre a 10 le edizioni annuali. È stato un passo irreversibile? Quali sono state le reazioni dei lettori?
«Credo che Gazzetta Svizzera si stabilizzerà su 10 edizioni. Questo è al momento l’unico scenario sostenibile, considerando che le nostre entrate non aumentano mentre i costi diretti lo fanno in funzione dell’aumento dei costi delle materie prime e dei servizi.»
- Per quale motivo un cittadino svizzero in Italia dovrebbe contribuire volontariamente al mantenimento di questa pubblicazione?
«Perché questa pubblicazione è un filo diretto, una fonte di informazioni preziose ed un simbolo di identità culturale per gli svizzeri nati in Italia, che spesso tendono a perdere il legame con il paese di origine. Legame che invece rimane molto importante e non è a senso unico. Anche la Confederazione, infatti, è arricchita dalla voce e dall’esperienza dei suoi concittadini all’estero, soprattutto se essi partecipano al voto per corrispondenza e si organizzano in modo da poter farsi adeguatamente rappresentare, anche eleggendo i propri delegati al Consiglio degli sSvizzeri all’Estero (Swisscommunity). Gazzetta Svizzera li guida e li orienta anche in questo, e mi sembra giusto che essi contraccambino.»
- Sempre più spesso la pubblicazione è confrontata con l’online. Insomma, si alzano voci che ritengono che la fruizione digitale della Gazzetta sarebbe più economica. Come risponde a queste proposte?
«Pubblicare Gazzetta Svizzera unicamente online, premesso che ciò sarebbe in violazione dei nostri accordi con la Confederazione, significherebbe relegarla in un ambito che non merita. L’edizione online per un mensile non è certamente quella più adatta e rischierebbe, qualora divenisse l’unica fruibile, di svilirne la natura. Gazzetta Svizzera deve rimanere anche cartacea per quei lettori (che sono ancora in netta maggioranza) che hanno optato per questa modalità di lettura.»
- La Gazzetta Svizzera rimane comunque un “piccolo miracolo”. I cittadini di altre regioni linguistiche del mondo vengono servite dalla Revue Suisse. Non sarebbe più semplice “delegare” al DFAE la Gazzetta, tramutandola in Revue Suisse di lingua italiana?
«Gazzetta Svizzera presenta delle specificità irrinunciabili. Penso alla rubrica legale di Markus Wiget, a quella sulla formazione scolastica di educationsuisse curata da Ruth von Gunten, od anche a quella sulle assicurazioni sociali, alla quale ho l’onore di collaborare con Robert Engeler. Ritengo inoltre che un’edizione italiana della Revue Suisse potrebbe risultare maggiormente onerosa per la Confederazione.»
- Non solo la Gazzetta, anche altri strumenti di comunicazione indirizzati agli svizzeri all’estero sono sotto pressione. Nell’ambito del piano di risparmio della Confederazione un importante taglio riguarda la piattaforma swissinfo.org. Come valuta questa tendenza?
«Mi auguro che non sia una vera tendenza ma soltanto uno strumento provvisorio dettato da esigenze o sollecitazioni momentanee. L’informazione da parte di un Paese verso tutti i suoi cittadini che si trovano all’estero è fondamentale e non può essere ridotta né limitata.»
- Cosa augura al suo successore, Daniel Schmid e quali saranno, a suo avviso, le sue principali sfide?
«Mantenere viva l’attenzione dei lettori sull’importanza del loro contributo economico alla nostra pubblicazione. Mantenere alta la qualità dell’informazione e buoni rapporti con il DFAE.»
- Perché 8 anni fa ha accettato di presiedere Gazzetta Svizzera e perché ora ha deciso di non ricandidarsi a questa importante carica?
«Otto anni fa ho accettato la presidenza perché ho sentito che quello era un modo per dare il mio contributo alla comunità svizzera in Italia e al nostro Paese. È stato un impegno importante e sono molto felice dell’esperienza fatta. Dopo 8 anni, ritengo giusto che ci sia una alternanza. Il mio successore, già nostro tesoriere, saprà proseguire con successo la presidenza, forte anche di una squadra ben collaudata.»
Angelo Geninazzi

Secondo il presidente uscente la Gazzetta si stabilirà su 10 edizioni

L’avv. Andrea Giovanni Pogliani ha condotto la Gazzetta in qualità di presidente dal 2017 al 2025
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