Il “re delle montagne” deve ai bracconieri il suo ritorno nelle Alpi

Con la sua andatura imponente, lo stambecco affascina grandi e piccoli. Quello che veniva soprannominato il “re delle montagne” era praticamente scomparso. Ma i bracconieri hanno introdotto di nascosto giovani animali nelle Alpi svizzere prima che lo stambecco venisse ufficialmente reintrodotto 100 anni fa. Reintrodurre delle specie minacciate è una pratica non priva di problemi.

La cima dello Stockhorn, nell’Oberland bernese, raggiunge i 2190 metri di altitudine. Si tratta della montagna più alta della catena delle Prealpi ed attira gli appassionati di escursioni, parapendio e di racchette sulla neve. Il sogno di Alfred Schwarz, ex direttore degli impianti di risalita dello Stockhorn, è che si possa presto osservare nuovamente degli stambecchi in questa regione: l’associazione degli amici dello Stockhorn e l’Ispettorato della caccia del canton Berna prevedono di reintrodurre il maestoso animale dalle lunghe corna. Alfred Schwarz: «Vogliamo riportare lo stambecco laddove esso viveva un tempo.»

200 anni fa gli stambecchi popolavano lo Stockhorn. Dal Medio Evo questo elegante e solido arrampicatore ha rappresentato il simbolo di una salute robusta. Per questo veniva ammirato … e ambito: si credeva che quasi ogni parte del suo corpo avesse proprietà curative. Di conseguenza, dall’animale venivano prodotte molte medicine. Ma anche la carne dello stambecco era molto amata. Cacciare lo stambecco era un’ottima fonte di guadagno.

La caccia intensiva così come il pesante disboscamento e la contemporanea espansione dei pascoli per il bestiame ad altitudini sempre più elevate hanno complicato la vita del «re delle montagne». Al punto tale che esso è scomparso dalle Alpi svizzere. La storia dell’estinzione delle specie si ripete: nel 1804, l’ultimo stambecco svizzero veniva abbattuto nel Vallese. Dall’altro lato della frontiera, nell’Italia del Nord, alcuni individui erano invece sopravvissuti, e questi animali erano a quel tempo sotto la protezione dell’ex re d’Italia Vittorio Emanuele II: la loro protezione è stata assicurata rigorosamente con l’aiuto di guardiacaccia.

In Svizzera, sono soprattutto i cittadini che hanno cambiato il destino degli stambecchi. Le istanze politiche avevano preparato il terreno per la sua reintroduzione con la legge sulla caccia del 1875, ma questo atto legislativo non era stato seguito da sforzi concreti in vista della sua applicazione. Sono stati infine dei privati che hanno affrontato la questione, dapprima nel canton San Gallo, e in seguito nel canton Grigioni.
Paradossalmente, i bracconieri hanno svolto un ruolo importante in questa faccenda. Proprio loro che avevano decimato illegalmente gli stambecchi hanno contrabbandato i primi esemplari giovani dall’Italia in Svizzera per conto di un albergatore. «Un animale rendeva fino a 1000 franchi, ciò che corrispondeva al prezzo di una vettura di classe media», ribadisce Hans Lozza, portavoce del Parco nazionale svizzero, nel canton Grigioni.

Ma qual è stata la motivazione per reintrodurre questa specie estinta? «Si trattava principalmente di ragioni emotive», afferma Hans Lozza. «Si è senza dubbio voluto porre rimedio al fatto di averlo sterminato.» Anche il turismo avrebbe svolto un ruolo, «soprattutto nel canton Grigioni, dove lo stambecco figura sullo stemma del cantone». Le riflessioni legate alla protezione della natura hanno indubbiamente pesato meno: «Le conoscenze ecologiche erano a quel tempo ancora limitate», afferma Hans Lozza.

Oggi, nel Parco nazionale svizzero vivono quasi 300 stambecchi. E il loro numero è aumentato ovunque dopo la loro reintroduzione ufficiale nel 1920, non solo in questa area protetta: l’anno scorso, se ne sono contati in tutta la Svizzera quasi 18500. Questi stambecchi sono distribuiti in diverse colonie, nei cantoni di montagna.

Discussioni sulla loro diffusione
Lo stambecco è una delle numerose specie animali che sono state sterminate in Svizzera e in seguito reintrodotte da sole o con l’aiuto dell’uomo, nel corso di questi ultimi decenni. Le più note, e quelle che creano più controversie, sono il lupo e l’orso, quest’ultimo con apparizioni sporadiche. Entrambi sono ritornati da soli. Il castoro e la lince, invece, come lo stambecco, sono stati reintrodotti attivamente. Mentre lo stambecco è riapparso in Svizzera, all’inizio, grazie ai bracconieri, il ritorno del castoro e della lince è stato seguito da specialisti e sostenuto a livello politico. Le regole relative alla reintroduzione e alla diffusione di specie animali estinte sono ora sancite dalla legge.

Nonostante le disposizioni legali, quasi ogni reintroduzione di animali in Svizzera è accompagnata da animate discussioni. La questione è sempre la stessa: quanti individui può sopportare il territorio senza creare problemi importanti, in particolare in termini di nutrizione e di attacchi agli animali da reddito? La legge definisce molto bene quali animali possono essere abbattuti e quando. Ma regolarmente si accendono dibattiti in seno alla popolazione: presso alcuni quando vi sono dei danni, presso altri quando si decide di abbattere degli animali. La revisione della legge sulla caccia, respinta il 27 settembre 2020 dal popolo svizzero, è l’ultimo esempio di questi dibattiti ricorrenti ed emotivi. Prima di quest’ultima votazione, le discussioni vertevano essenzialmente attorno alla domanda: il lupo merita di essere protetto?

Per quanto concerne il progetto di reintroduzione dello stambecco sullo Stockhorn, si è discusso approfonditamente con i proprietari di alpeggi e con i contadini. «Essi ci hanno detto di temere che lo stambecco possa accaparrarsi il foraggio dei loro animali d’allevamento e forse trasmettere loro delle malattie», ha affermato Alfred Schwarz.

Grandi sfide
Al momento, il progetto di reintroduzione sullo Stockhorn è nelle mani dell’ispettore federale della caccia Reinhard Schnidrig, principale responsabile della fauna selvatica in Svizzera. Secondo lui, la reintroduzione dello stambecco in Svizzera è «un successo». Ma nei prossimi 100 anni ci attendono grandi sfide. «All’inizio, il problema era la non-regolamentazione della caccia; oggi è lo sfruttamento intensivo delle montagne», rileva Schnidrig. Il boom delle attività all'aperto ha portato gli stambecchi e altri animali selvatici a essere disturbati dagli appassionati di montagna. In linea di principio, l'interesse per la natura alpina è da accogliere positivamente, ma non dovrebbe andare a scapito degli animali selvatici: "Ogni reintroduzione, quindi, necessita di una riflessione sulla gestione della situazione".

Anche il cambiamento climatico sottopone a dura prova questi animali: lo stambecco soffre il caldo e quindi si sposta sempre più in alto. Nel Parco nazionale, le femmine di stambecco e i loro piccoli vivono oggi 120 metri più in alto rispetto a 25 anni fa. Esse si avvicinano così sempre di più alle zone in cui soggiornano i maschi d’estate. Hans Lozza spiega: «A lungo termine, questo potrebbe comportare una maggiore concorrenza per nutrirsi anche in seno alla stessa specie.»

Tuttavia, non sono solo gli influssi esterni a rendere la vita difficile agli stambecchi e alle femmine di stambecco, ma anche la mancanza di diversità ereditaria. La base genetica della popolazione di stambecchi si basa fondamentalmente sui pochi animali un tempo contrabbandati dall'Italia ed è ancora oggi molto ristretta. Questa ristrettezza genetica ha probabilmente portato al fatto che alcune colonie non crescono più così tanto. A ciò si aggiungono problemi legati alla consanguineità quali una minore resistenza alle malattie. Reinhard Schnidrig ritiene di conseguenza che sarebbe opportuno formare le nuove colonie con animali svizzeri ed esteri.

Anche gli stambecchi provenienti da altre parti useranno un giorno i loro zoccoli per salire sullo Stockhorn? Il futuro lo dirà. Al momento, i responsabili del progetto sperano di ricevere luce verde dall’autorità federale: il loro scopo è di reintrodurre i primi stambecchi già nella primavera 2021.

Mireille Guggenbühler
giornalista indipendente, vive a Thun.

Carovana impressionante nella Val dal Spöl (GR): a seguito della loro reintroduzione ufficiale nel 1920, dei portatori conducono gli stambecchi nel Parco nazionale svizzero all’interno di pesanti casse. Foto PNS / archivio 1923

Una femmina di stambecco con il suo piccolo nel Parco nazionale svizzero: per sfuggire al calore, lo stambecco sale sempre più in alto. Foto Hans Lozza

Un imponente stambecco nelle montagne vallesane. Immagini così impressionanti sono esattamente quello che i responsabili turistici desiderano: ora intendono reintrodurre lo stambecco anche sullo Stockhorn. Foto Willi Zengaffinen