Nel 35°anniversario della morte dell’architetto Giovanni Frizzoni
Ricordo che quando ero bambina, a scuola la maestra mi chiedeva: ”Cristina, che mestiere fa il tuo papà?” Io, timidamente ma con una punta d’orgoglio, rispondevo :”L’architetto.” Il che per me voleva semplicemente dire disegnare case.
Oggi, riguardando i suoi progetti, mi rendo conto con quanta passione svolgesse la sua attività. Ricorre quest’anno il 35°anniversario della sua morte.
Giovanni Frizzoni nasce a Bergamo il 24 novembre 1914, da Vittorio di origine engadinese (Celerina), e da Maria Issel di origine tedesca (Karlsruhe).
Per volere del padre, la famiglia si trasferisce a Lugano, dove Giovanni o Nino, come poi tutti lo chiameranno e le sue quattro sorelle frequenteranno le scuole elementari, medie e il liceo. Sin da bambino dimostra subito passione al disegno e forse la scelta di diventare architetto non è un caso.
Si laureerà al politecnico di Zurigo e svolgerà il praticantato a Heidelberg presso lo studio dell’arch. Hermann Hampe dove stringerà profonda amicizia con la figlia Lisa e il marito Edzard Hobbing, scultore. Altro suo grande amico fu Peter Dreher, pittore; entrambi gli saranno sempre fedeli e in alcuni casi collaboreranno a certi suoi lavori.
Quando torna in Italia, trascorre i suoi momenti di relax a Torre de’Roveri (Bg), sul Colle dei Pasta dove si trova la tenuta di famiglia. Qui aprirà il suo studio e si stabilirà definitivamente dopo il matrimonio con Anna Rosa Blumer, anch’essa di origine svizzera (Glarona) avvenuto nel 1956 a Celerina, nella chiesa di S. Gian.
La famiglia inizia a crescere e l’architetto Nino lavora, lavora a molti progetti: collabora con architetti tedeschi al restauro della basilica di S. Stefano Rotondo in Roma e al tempo stesso darà al paese di Torre de’Roveri una nuova scuola elementare, le case popolari ed anche una nuova scuola materna. Tante le cascine restaurate nella zona, e tanti i progetti di nuove case, fabbriche, chiese e arredi d’interni. Forse il progetto che più lo rappresenta è la chiesa valdese di Prali. Da solo non avrebbe potuto fare tutto questo e così assume un giovane geometra del paese, Sandro Rubbi che fresco di diploma consiglia all’architetto l’uso di uno strumento molto utile, il tecnigrafo. Gentilmente rifiutò. Un altro progetto interessante è il campanile di Grezzago (MI).
Con grande entusiasmo, nel 1973, insieme ad un gruppo di volontari, intraprende un lungo viaggio nel deserto, su camions carichi di medicinali e quant’altro, per raggiungere Goundì, nel Ciad dove verrà costruito un piccolo ospedale per Padre Gherardi, missionario di Torre de’Roveri. Purtroppo non molto tempo dopo il suo ritorno dall’Africa i primi problemi di salute cominciano a farsi sentire ma lui continuerà a lavorare fin quando una forte artrite reumatoide non lo costringerà a smettere.
Persona buona e generosa. Amava l’arte, la musica classica e la letteratura. Rideva guardando Charlot. Negli ultimi tempi lo si vedeva spesso in giardino, immerso nella lettura dei suoi autori preferiti: Max Frisch e Thomas Mann.
Muore a Bergamo il 12 novembre 1983.
l’Architetto Giovanni Frizzoni con il progetto della chiesa Valdese di Prali.
La facciata e l’interno della chiesa.
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