La triste storia del campanile nel lago

A Curon Venosta, a due passi dalla svizzera, c’è una curiosità che attira molti turisti

Lugano – A due passi dal confine svizzero, nella provincia di Bolzano, esiste un campanile che emerge dalle acque del Lago di Resia, fatto singolare ed enigmatico per chi non ne conosce la storia.

Una rarità, ma non si tratta di un unicum, infatti ne il “Don Camillo”, il primo dei cinque film che costituiscono la saga scritta da Guareschi, protagonista è una chiesetta di Brescello inabissata nelle acque da cui emerge l’antico campanile che suona “preannunciando sciagure”.

ANTICHE INFILTRAZIONI SVIZZERE

La nostra chiesa del Trentino Alto Adige si trovava esattamente a Curon Venosta, detta anche “La Carun” nella lingua romancia parlata nei Grigioni. È una piccola località famosa per le sue bellezze naturali ma ancor di più, come ovvio, per il campanile che fuoriesce dal lago. Una zona che ha visto antiche infiltrazioni svizzere, dato che nel 450 fu insediata da evangelizzatori provenienti dalla più antica città svizzera, Coira. Nel Medioevo Curon era assoggettata al pagamento di tasse al Principato vescovile di Coira, infine vi fu il saccheggio e l’incendio di Resia e del centro di Curon, nel 1499, da parte degli Engadini.

UNA TRAVAGLIATA STORIA

Curon Venosta viene citata dal 1147 nelle antiche carte toponomastiche. Fu da sempre invasa da vari popoli nel corso dei secoli: celti, romani, evangelizzatori, germanici, spagnoli e francesi.

Alla fine della prima guerra mondiale, la Val Venosta fu definitivamente italiana dal 1919. È il Piz Lat, vicino a Curon, che dal lì in poi farà da confine fra tre nazioni: Svizzera, Italia e Austria. “Graun im Vinschgau” tornerà al nome italiano di Curon al quale si aggiungerà “Venosta” nel 1928.

Con l’avvento del fascismo i curonesi dovettero subire usi e costumi, in senso letterale, contrari alla loro tradizione, come per esempio il divieto di indossare abiti tirolesi in favore delle divise balilla, così come l’imposizione della sola lingua italiana, con la conseguenza di insegnare di nascosto il tedesco ai bambini. Hitler e Mussolini firmarono l’Accordo sulle Opzioni che consentiva ai cittadini dell’Alto Adige di diventare italiani oppure di spostarsi in Germania. La maggioranza dei curonesi restò, ma si creò qualche conflitto dovuto alla situazione di una popolazione mistilingue obbligata alle politiche di italianizzazione.

L’ULTIMA SOPRAFFAZIONE, LA DIGA

All’industria del Nord faceva gola l’energia idrica delle Alpi, anche quella del Sud Tirolo, così nel 1950 gli abitanti di Curon subirono, nella disperazione più totale, la perdita di case e campi a causa di un progetto andato in porto della Montecatini. La futura Montedison decise di realizzare una diga sull’unione di tre laghi naturali di Curon e Resia: invece di innalzare le acque di soli 5 metri come stabilito in precedenza, si arrivò a 22 metri. Il 23 luglio vennero minate tutte le case. Gli abitanti vennero spostati in baracche disposte dalla Montecatini dove, anni dopo, furono costruite le nuove case. Molti si allontanarono da Curon, con le loro mucche che di colpo avevano perso i loro prati. Un paese raso al suolo e seppellito nell’acqua, una tragedia collettiva. Inoltre, gli abitanti vennero truffati con due soldi concessi loro per la perdita dei loro beni primari.

Il triste solitario testimone dell’invasione del lago artificiale è il campanile della chiesa di Santa Caterina d'Alessandria del 1357, che resistette alle mine e venne risparmiato e che, si dice, ogni tanto risuoni proprio come quello di Brescello.

LA SERIE TV “CURON”

La serie televisiva “Curon” del 2020, è una fiction fitta di inquietanti misteri, consigliata solo a chi ama il genere mistery/horror, poiché, viceversa, ci si deve pure sorbire una recitazione approssimativa e il vizio in auge da anni di biascicare le parole rendendo incomprensibili intere frasi.

Qualche breve spunto da approfondire, in altra sede, è fornito da alcuni brevi dialoghi.

Si giustifica il nervosismo, per usare un eufemismo, dei protagonisti (specie maschili) con il fatto che dai tempi della diga la comunità di Curon è spaccata in due. «Che centra la diga?», chiede un ragazzo, nuovo del posto, al suo amico, e questi gli risponde: «Quando l’hanno fatta, la comunità tedesca e quella italiana si fecero la guerra, bisognava decidere se farsi sommergere e venire qui nel nuovo paese o… tornarsene in Austria» e l’atro: «Ma perché, qui non è sempre stata Italia?», l’amico: «E no, era Austria. Poi, dopo la prima guerra mondiale siamo diventati italiani…». Ed ecco spiegate le violente faide tra “compaesani” in una perenne atmosfera fredda, umida, respingente che permea il paesaggio e i caratteri dei personaggi, adulti e adolescenti.

PASSEGGIATE MOZZAFIATO

Tornando alla realtà di questi luoghi bellissimi, i tanti curiosi che arrivano per i selfie con il famoso campanile, restano poi incantati dalla ricchezza di flora e fauna del territorio, dal susseguirsi di dolci foreste che accompagnano le sponde del fiume e dei limpidi laghi naturali.

Sentieri e percorsi che, pianeggianti o con leggere pendenze adatte a tutti, permettono magnifiche escursioni. Dalla frazione di Resia si arriva al Cippo dei tre confini che indica le direzioni verso la Svizzera e l’Austria. Il sottostante fiume divide la Svizzera dal Tirolo Settentrionale, ed è immensa la veduta sull’Engadina (Canton Grigioni, Svizzera).

Scenari da favola scoperti ogni anno da migliaia di turisti in ogni stagione. Anche chi ha intenzione di fare una vacanza in Engadina, regione attrattiva sia d’inverno sia in estate per i favolosi panorami e per le tante attività sportive praticabili, può approfittarne per recarsi a Curon e vedere dal vivo il campanile emergente dall’acqua.

Annamaria Lorefice

Il campanile della chiesa di Santa Caterina d'Alessandria che resistette alle mine, sommerso nel Lago di Resia a Curon Venosta.

Curon durante la sua demolizione con le mine, il 23 luglio 1950, per la costruzione di una diga voluta dalla Montecatini (futura Montedison). Foto tratta dal videoweb “Curon prima e dopo la diga”.

Vicino Curon, il monte di confine Il Piz Lat (2.808 m) i cui versanti appartengono a Svizzera, Italia e Austria. Foto tratte dal sito suedtirolerland.it

Il Lago Nero, imbrunito dal riflesso dei fitti larici e punteggiato dal bianco delle ninfee, si trova nel percorso da Resia al Cippo dei tre confini.

Il Cippo dei tre confini indica al viandante le direzioni verso la Svizzera (S) e l’Austria (A).

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