Avveniristiche tecnologie in grado di ricostruire un arto sono spiegate dalla scienza. Ne parliamo con Davide Cristallo
Lugano - I Med Bed, letti medici curativi di altissima (e ai più sconosciuta) tecnologia, iniziano ad essere un argomento da qualche tempo sempre più trattato in ogni parte del mondo.
In Svizzera, un anno fa si era parlato a lungo di un tipo di letto tecnologico per malati terminali, un “pod suicida” di brevetto svizzero, utilizzabile solo da cittadini elvetici che desideravano togliersi la vita e accessibile solo dopo test psicologici. Da qui il salto per verosimiglianza ai Med Bed per l’analoga forma esteriore del pod simile ad un “baccello”, la tecnologia avanzata e l’attinenza al campo della salute: quest’ultimo aspetto è ciò che più interessa alle persone di tutto il mondo.
Mentre il pod svizzero “Sarco” è proposto per porre fine a una vita priva di salute, il Med Bed si occupa di rigenerarla in modo completo. Con possibilità che hanno letteralmente dell’incredibile, come, per citarne un paio, la ricostruzione di un arto amputato o la guarigione definitiva del cancro.
Tra i ricercatori indipendenti che se ne occupano, c’è Davide Cristallo che, anche tramite il web, fornisce informazioni mettendo in guardia il pubblico sul rischio di farsi abbindolare da profeti farlocchi e dai soliti furbi in cerca di soldi facili. A lui chiediamo:
Cosa è un Med Bed?
«In inglese significa “letto medico”. Per Med Bed s’intende una postazione medica dove il paziente si porrà sdraiato e con l’utilizzo di tecnologie avanzatissime verrà curato».
È una nuova invenzione?
«Se ne parla da molti anni. Ogni anno si presentano teoriche innovazioni tecnologiche sempre più complesse. Al momento non è ancora disponibile, quindi non esiste sul mercato».
Sono vere le sue strabilianti possibilità, come quella di far “ricrescere” un arto amputato?
«Si parla di cose molto sorprendenti, come il ringiovanimento cellulare o come ricostruire in maniera corretta un DNA lesionato. Tutto questo è possibile. Nonostante siano tante le fandonie che vanno a mescolarsi con la verità, abbiamo teoricamente, tecnologicamente e scientificamente il know out, quindi la capacità di fare queste cose».
Ma come è possibile?
«Sappiamo che questo è fattibile tramite le cellule staminali e grazie a procedure sempre più sviluppate. Questi “miracoli” saranno sicuramente possibili su larga scala in futuro».
Per meglio documentarmi, avevo più volte scritto ad una ditta in Germania per avere dettagli del percorso di cura di un loro Med Bed esposto in vetrina, chiedendo di poter fare una prova nella loro sede, ma finora nessuna risposta.
«Non mi meraviglia. Riguardo a ciò che viene proposto sul web o anche da alcune aziende, come se fosse qualche cosa di acquistabile per il privato cittadino, dobbiamo assolutamente diffidare. A meno che non si tratti di letti bioenergetici che sono un’altra cosa».
Sta di fatto che i fantomatici Med Bed sono già in vendita, non si comprende bene in quale forma.
«Chi è nel bisogno di guarire da malattie gravi rischia di finire in mano a qualche truffatore. Il Med Bed è uno strumento medico che in futuro sarà utilizzato da medici molto ben preparati a gestire queste nuove tecnologie. Invece ora vengono proposte delle terapie utilizzando impropriamente gli abusati termini “quantistico” o “vibrazionale” semplicemente perché vanno di moda. Vengono proposte “cose” discutibili come per esempio un lettino siglato con una coppia di numeri, pubblicizzato sul web. Non occorre essere scienziati per giudicare non credibile quella che viene proposta come “un’esperienza guaritrice su un letto virtuale”: Sostanzialmente ci vendono dei “pensieri”. Nessuno ci mostra nulla. Quando i veri letti medici saranno operativi, li vedremo prima di tutto nelle strutture ospedaliere in mano a personale sanitario scelto, il solo che sarà in grado di utilizzarli».
Quando?
«Ci vorrà del tempo. Ci saranno i primi modelli passabili anche di non essere perfetti. Così come il primo modello di un’automobile può essere richiamato in fabbrica perché uscito con un difetto, anche per i Med Bed non vorremmo fare da cavie dei primi modelli testati sul pubblico. Sarà sempre bene muoversi con cautela e porsi le giuste domande prima di buttarsi sulle novità».
Il Med Bed più che un fatto medico sembra una teoria magica di ambiente new age: in concreto, di quale tecnologia si tratta?
«Sembra così proprio perché questo Med Bed è descritto in modo approssimativo da certi soggetti per nulla qualificati. Qui dovrà subentrare il nostro discernimento e riuscire a capire chi avremo di fronte. Ciò detto, il Med Bed sarà molto probabilmente reale. Abbiamo già la conoscenza teorica su come funzioneranno queste cose, ma siamo molto avanti anche nella pratica».
Ossia?
«Basterebbe ricordare che abbiamo già clonato molti Animali e non cloniamo l’uomo solo per ragioni etiche. Sappiamo tutti che il nostro corpo cicatrizza da solo alcune ferite ma non quelle troppo estese sulla nostra epidermide: piuttosto manda in cancrena un tessuto perché, per sopravvivenza, capisce che non è in grado di rimarginarlo. Si tratta di un meccanismo biochimico che tramite enzimi dice al corpo come comportarsi rispetto ad una grande ferita. Il procedimento tecnologico più avanzato riuscirà ad evitare questo meccanismo inviando un agente chimico che impedisce a quell’enzima di inibirsi. Quel segnale “ferita troppo grande” non arriverà e il corpo avvierà la completa guarigione anche di quella grande ferita».
Un procedimento tecnologico che modifica il comportamento degli enzimi?
«Sì. Magari saremo immersi in un Med Bed, di quelli che vengono chiamati “lettini umidi”, saremo cosparsi con un gel nel quale saranno state inserite le nostre stesse cellule staminali fatte appositamente crescere in laboratorio. Il gel farà da fluido trasportatore di ciò che serve alla parte malata del corpo. Con le cellule staminali potremo riparare dei tessuti lesionati».
Ma far ricrescere arti e denti…
«Esistono già studi e sperimentazioni virtuali su come far ricrescere degli arti. Per esempio le bio-nano particelle che possono entrare nel nostro flusso sanguigno, agire nel nostro corpo aiutando questo tipo di processo. Ci sarà anche la tecnologia olografica che servirà allo scopo».
Cioè?
«In generale, l’ologramma di tipo avanzato è in grado di farci vedere un’immagine tridimensionale di qualche cosa che non esiste. Aggrega abbastanza particelle di luce in uno specifico spazio da farci vedere un’automobile apparire nel nostro salotto. Però sappiamo che è un ologramma e possiamo passare attraverso quell’ “oggetto”, perché in realtà non esiste».
Come funziona?
«Il dispositivo olografico riproduce un disegno in 3D di un tale realismo da farci sembrare che lì ci sia un’automobile o un animale in movimento. Allo stesso modo, l’ologramma usato in campo medico sul paziente che non ha più un arto, lo ricrea. Esso fornisce una mappa dell’arto dove saranno posizionate, particella su particella, nuovi atomi formati grazie alle cellule staminali. L’ologramma dell’arto sano, realizzato in precedenza al computer e proiettato sopra il paziente, è una delle diverse tecnologie che saranno fattibili e utili a scopo medico».
Dunque la medicina si servirà anche della tecnologia olografica?
«In realtà già oggi la visualizzazione in 3D e la simulazione di un intervento chirurgico, ad esempio, sono utilizzate in molte sale operatorie. In futuro questa tecnologia creerà l’ologramma che stabilirà dove quella data concentrazione di cellule dovrà posizionarsi. Poi, il passaggio d’informazioni a quelle particelle, in quella zona precisa del corpo, faranno sì che l’arto si ricreerà nel giro di poco tempo. Se parliamo di un avambraccio, non lo vedremo cominciare a ricrescere dal gomito, come la coda della lucertola, ma vedremo anche le punta delle dita e, insieme, tutta la parte mancante cominciare a riformarsi per intero nello stesso momento».
Queste tecnologie permetteranno la guarigione da ogni tipo di malattia?
«Probabilmente sì. Tramite il gel che farà da vettore potremo aggiungere cellule, proteine e ogni altro materiale utile a ristabilire una salute perfetta. Ripeto, è questione di tempo ma sicuramente tutto questo è parte del futuro che ci aspetta nel campo della medicina».
Gli articoli che negano l’avvento di queste tecnologie sono molti.
«Troviamo anche articoli che invece ne parlano citando scienziati, come quello pubblicato sulla rivista The New Yorker, il 3 maggio 2021, con il titolo “Persuadere il corpo a rigenerare le sue membra”. Si possono fare ricerche accademiche in open access su siti specifici come il tedesco De Gruyter che offre articoli scientifici dettagliati. Possiamo così addentrarci in materie scientifiche molto interessanti e davvero appassionanti per tutti noi e farci così un’idea personale più precisa su questi temi».
Annamaria Lorefice
Un tipo di Med Bed, tra i tanti, che probabilmente saranno operativi tra qualche anno.
Sofisticate tecnologie olografiche già utilizzate nelle sale operatorie di molti ospedali (fonte foto: IngegneriaBiomedica.org).
Il ricercatore e divulgatore indipendente Davide Cristallo.
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