ll racconto di una generazione che vive il Natale tra due culture, due lingue e un’unica emozione
C’è qualcosa di unico nel vivere il Natale tra due culture. Da una parte, il profumo del panettone che esce dal forno e i parenti che si riuniscono attorno a una tavola piena di chiacchiere e risate; dall’altra, la precisione quasi poetica delle luci natalizie svizzere, i mercatini ordinati e quella calma serena che accompagna i giorni di festa.
Essere giovani e avere un piede in entrambe le realtà, italiana e svizzera, significa scoprire che le tradizioni non si escludono ma si intrecciano. Si può ascoltare Stille Nacht con la stessa emozione con cui si intona Tu scendi dalle stelle e sentire che, in fondo, in entrambe c’è lo stesso desiderio di calore, di casa, di appartenenza.
Per comprendere come questa magia prenda forma nei diversi angoli del Paese, ne abbiamo parlato con due giovani, cresciuti tra Italia e Svizzera, che appartengono a due realtà linguistiche e culturali differenti.
Nato a Berna da una famiglia italiana, Luca è cresciuto tra la Svizzera e il Salento, imparando a vivere il Natale tra due tradizioni diverse ma ugualmente preziose.
«Sono nato in Svizzera da una famiglia italiana. I miei genitori, dopo aver vissuto qui per anni, hanno acquisito la cittadinanza svizzera, ma quando avevo circa sei anni ci siamo trasferiti in Italia, nel Salento, dove sono cresciuto fino all’adolescenza, prima di tornare in Svizzera a sedici anni.
In casa mia si respirava già allora un mix di tradizioni: mia madre, cresciuta in Svizzera, portava con sé usanze come quella di San Nicolao, che arrivava il 6 dicembre, o il calendario dell’Avvento, che quando ero bambino non era così comune in Italia. Ricordo anche la torta dei Re Magi, con la piccola statuina nascosta dentro: chi la trovava era il “re” per un giorno. Erano piccole cose, ma per me erano il segno di un’infanzia vissuta tra due mondi.
Nonostante tutto, il Natale l’ho sempre trascorso in Italia, con i nonni e i parenti. Lì, la festa assumeva un tono diverso: più religioso, più legato alla famiglia. C’erano i presepi viventi, i dolci tipici e, nel mio paese, la “focara”: un grande falò acceso nella piazza la notte di Natale, attorno al quale il paese si radunava per “riscaldare” simbolicamente la notte della nascita di Gesù Bambino.
Da bambino, mi sentivo un po’ diverso dai miei coetanei: parlavo di tradizioni che nessuno conosceva, ma capivo anche di avere un valore aggiunto. Oggi, per me, il Natale resta un doppio incanto: la magia innevata dei mercatini svizzeri e il calore dei fuochi e dei presepi del Sud, due mondi che si completano a vicenda.»
Accanto a Luca, incontriamo Laetitia, giovane italo-svizzera nata a Ginevra da genitori di origine campana. Anche per lei, il Natale è un momento che unisce due mondi, tra i profumi della tradizione familiare e l’eleganza discreta delle feste svizzere.
«I miei nonni emigrarono negli anni Sessanta dal Sud Italia, portando con sé tradizioni che hanno custodito con cura. Ogni Natale ci ritroviamo a casa di mia nonna a Ginevra, dove l’atmosfera è un vero intreccio di culture. Il Natale, per noi, è famiglia e cucina: nei giorni precedenti la festa si preparano dolci e piatti tipici campani, che poi condividiamo tutti insieme.
La Vigilia ha invece un sapore svizzero: fondue, raclette o bourguignonne accompagnano la serata fino alla mezzanotte, quando si aprono i regali. Il giorno di Natale torna protagonista la cucina italiana, con le lasagne e l’agnello di mia nonna, piatti immancabili. Da bambina ricordo anche la tombola, che oggi si gioca meno, ma che resta uno dei miei ricordi più belli.
A rendere speciale il Natale a Ginevra è anche la città. Tutto inizia con la festa dell’Escalade, un evento molto sentito, fatto di costumi storici, luminarie e bancarelle. Il simbolo è la marmitta di cioccolato, che ricorda il gesto eroico di Mère Royaume, la donna che aiutò a salvare la città rovesciando una pentola di zuppa bollente su un soldato nemico.
Infine, ci sono i mercatini di Natale lungo il lago, tra vin chaud, artigianato e formaggi fusi: un’atmosfera unica.
Per me, il Natale a Ginevra è un equilibrio tra Italia e Svizzera, tra memoria e condivisione. Ed è questa fusione di mondi a renderlo ogni anno così speciale.»
Nicola Magni
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