In ricordo dello scrittore più pubblicato del XX secolo che scelse di vivere in Svizzera
Lugano – Cento anni fa, nel 1925, Georges Simenon era in piena esplosione creativa che lo porterà a scrivere 170 tra racconti brevi e romanzi in soli 5 anni, cioè fino al 1930. In questo periodo ideò, alzi la mano chi non lo conosce, il leggendario “Commissario Maigret”.
All’inizio si firma con molti pseudonimi per affermarsi poi in tutto il mondo con il suo vero nome a partire dal primo Maigret del 1931. Una produzione creativa enorme, ispiratrice per il cinema e la televisione.
Aveva iniziato a scrivere a 16 anni e, come si legge in una vecchia Enciclopedia Britannica, a 19 anni trasferitosi a Parigi in cerca di successo, batteva a macchina 80 pagine al giorno creando a ritmo serrato novelle e racconti per i giornali e poi tantissimi “romanzi psicologici” diventando presto milionario.
SCRIVERE E ANCORA SCRIVERE
Georges Simenon non deve aver mai provato l’angoscia di molti celebri scrittori: l’ansia del foglio bianco, cioè il blocco che impedisce di scrivere. Franz Kafka pose la domanda nel suo diario: «Fine della scrittura. Quando tornerà da me?».
Simenon ha scritto a getto continuo oltre 800 lavori, dalle novelle per i giornali ai romanzi più complessi, divenendo uno degli scrittori più prolifici del XX secolo con opere tradotte in centinaia di milioni di copie nel mondo.
I suoi personaggi sono tratti da modesti ambienti popolari o della piccola borghesia dove si svolgono le loro tribolate vicende. Il successo mondiale dello scrittore belga è dovuto soprattutto ai 75 romanzi ed ai 28 racconti incentrati sulle inchieste del Commissario Maigret, molti dei quali sono divenuti noti film e telefilm, con attori come Jean Gabin, Gino Cervi, Bruno Cremer, Gérard Depardieu (film 2022).
L’INFALLIBILE COMMISSARIO MAIGRET
Fisico robusto, baffoni e pipa, Maigret, con pregi e difetti, è un commissario sicuro nel suo lento pensare e nell’agire, conscio del suo valore ma senza arroganza.
Le sue inchieste giudiziarie sono essenzialmente indagini psicologiche su vittime e delinquenti. La sua implacabile giustizia colpisce chi commette senza alcuna pietà un crimine. Invece, un sentimento di comprensione, che non potrà comunque escludere l’arresto, viene riservato a coloro che delinquono perché non hanno saputo e potuto scegliere la via del bene. Ebbe a dire: «Di veramente mio gli ho dato una regola fondamentale della mia vita: comprendere e non giudicare perché ci sono soltanto vittime e non colpevoli». E anche: «Umiliare qualcuno è il crimine peggiore di tutti».
Per le vittime mostra un estremo rispetto (qualità che pare essere assente in tutte le similari serie dei tempi odierni) e sensibilità, tale da arrivare, con alcune di loro, a “interloquire” con interiore commozione.
Maigret è talora burbero con i sottoposti, è un solitario sempre in dialogo con sé stesso. Tra un appostamento e un interrogatorio, ama molto fare ghiotte pause gastronomiche e bere il suo Calvados.
La ponderazione e la calma non rallentano il procedere delle inchieste, risparmiandogli, anzi, di andare a tentoni su frettolose e false piste.
Simenon ha apprezzato particolarmente il grande attore italiano Gino Cervi quale interprete non francese del commissario. I video sono godibili e scaricabili dal web.
LE ACCUSE E LA FUGA NEGLI USA
Nel dopoguerra fu accusato di collaborazionismo con con il regime di Vichy. «Non s’era trattato di collaborazionismo attivo, ovviamente. Simenon non aveva né la voglia né il tempo di mettersi a collaborare con i nazisti... sottovalutò completamente l’aspetto politico della situazione e collaborò con gli occupanti nel senso che cedette i diritti di Maigret alla Continental che era una società di produzione e propaganda cinematografica che faceva capo direttamente a Goebbels. Naturalmente furono necessari una serie di contatti prima di firmare l’accordo e Simenon fu visto infatti entrare più volte nella sede della Kommandantur nazista, sinistramente famosa» (Fonte Pierre Assouline citato da Pangea, ndr.).
Tali attacchi lo spingono a trasferirsi negli Stati Uniti. Arriva a New York nel 1945 con moglie e figli. In seguito conoscerà la sua seconda moglie Denyse Ouimet con la quale avrà tre figli.
IL PERIODO AMERICANO
Tra continui viaggi e traslochi in Florida, Texas, California fino a Nord e, al contempo, il bisogno di una “tana”, di un rifugio tranquillo, resterà 10 anni negli States. Ma per lui non c’è il “sogno americano”, non ottiene il successo sperato con Hollywood.
Senza alcuna interruzione produttiva scrive alcuni dei suoi romanzi più famosi come “Il ranch della giumenta perduta” o “Maigret va dal coroner”. La sua esperienza statunitense, cui fa da sottofondo la sua solita irrequietezza, è descritta ne “L’America in automobile”.
Georges voleva ritornare in Europa anche a causa del fisco americano, come confessa alla prima moglie Tigy: «Ero più benestante in Francia quando avevo trent'anni che adesso qui che ne ho cinquanta».
Trascorre gli ultimi anni nel Connecticut e poi nel 1955 decide di ripartire per l’Europa.
IL PERIODO SVIZZERO
Mentre risiede da pochi mesi in Costa Azzurra, inizia un periodo di viaggi con la moglie Denyse soggiornando a Londra, Liegi, Roma, Venezia, Bruxelles e sui canali belgi e olandesi.
Da qualche tempo, forse influenzato dal il suo amico Charlie Chaplin già residente in Svizzera, sta pensando che quella scelta potrebbe fare al caso suo, quale luogo ideale per una residenza definitiva. Si tratta di un paese bello, ordinato e con un fisco non opprimente, quest’ultima qualità senz’altro gradita da un ricco come lui.
Nel 1957 girovaga per il Canton Vaud, quello più vicino alla Francia e dove si parla la medesima lingua.
A venti chilometri da Losanna, Georges e la moglie passano davanti al castello d'Echandens subendone il fascino, e poiché non era in vendita lo prendono in affitto fino al 1963.
In seguito abiterà a Epalinges e poi a Losanna.
In Svizzera scrive molti romanzi. La calma elvetica favorisce il suo genio creativo e, infatti, secondo un calcolo dell’esperta Murielle Wenger, pare che qui abbia scritto ben 25 Maigret, circa 27 importanti romanzi e una quantità enorme di testi autobiografici.
È il paese dove ha vissuto più a lungo anche dopo aver smesso il suo lavoro: in un annuncio pubblico del 1972, dopo il suo ultimo libro “Maigret e il signor Charles”, Simenon dichiara cessata la sua attività di scrittore.
Tuttavia, con il suicidio dell’adorata unica figlia femmina, di 25 anni, Marie-Jo, sente la necessità di sfogare il suo dolore e di proprio pugno (e non dettato su nastri come per le altre opere) nel 1980 scrive il romanzo autobiografico “Memorie intime” a lei dedicato e della quale aveva sparso le ceneri nel giardino della sua villa.
A 86 anni Georges Simenon muore di una grave malattia a Losanna.
Annamaria Lorefice
Forse lo scrittore più prolifico e pubblicato del XX secolo conosciuto in tutto il mondo per le inchieste del “Commissario Maigret”. Georges Simenon era nato a Liegi nel 1903, a 19 anni si trasferì a Parigi in cerca di successo letterario, cosa che ottenne diventando ben presto milionario.
Scrisse 117 romanzi duri, come lui stesso li denominò, per distinguerli dai Maigret. Dopo un periodo di dieci anni negli USA si trasferì definitivamente in Svizzera, nel Canton Vaud. Morì a Losanna nel 1989. (foto RSI)
Il grande attore Italiano Gino Cervi fu l’interprete non francese di Maigret più apprezzato da Simenon. Molte puntate dell’edizione RAI dello sceneggiato italiano “Le inchieste del Commissario Maigret” (1964-1972) sono vedibili e scaricabili gratis dal web.
Francobollo elvetico commemorativo di Georges Simenon. (foto imdb.com)
“Memorie intime” è un’autobiografia scritta di pugno da Simenon dopo il suicidio dell’amata figlia Marie-Jo avvenuto nel 1978 in Svizzera. Sarà il suo ultimo libro.
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