Vai al contenuto

Scioperare, questa cosa poco svizzera

    Nelle ultime settimane in diversi Paesi europei – Germania e Francia in testa – migliaia di lavoratori e lavoratrici hanno incrociato le braccia. Se negli stati vicini gli scioperi sono moneta corrente, in Svizzera si contano sulle dita di una mano.

    Uno studio dell'Istituto di Scienze Economiche e Sociali (WSI) di Düsseldorf colloca la Svizzera in fondo alla classifica dei giorni persi a causa di azioni sindacali. Nella Confederazione si registra solo un giorno di assenza ogni 1'000 dipendenti all'anno.

    Ma perché questa cifra è così bassa? Gli svizzeri e le svizzere non vogliono o non possono scioperare? Nella Confederazione, circa 2,1 milioni di persone sottostanno a un contratto collettivo di lavoro (CCL). Si tratta di quasi un dipendente su due. I CCL spesso prevedono l'obbligo di mantenere la pace del lavoro, il che significa che non si può scioperare fin quando il contratto collettivo è in vigore.

    I CCL mettono a tacere?

    «L'obbligo di mantenere la pace del lavoro riguarda tutti i settori regolati dal CCL», spiega il professore di diritto del lavoro Roger Rudolph. I CCL regolano molte aree del rapporto lavorativo. Ciò significa che il personale ha spesso le mani legate e non può scendere in piazza.

    La manodopera è quindi messa a tacere dai CCL? «No, non si può dire così», risponde Rudolph, sottolineando che un CCL viene alla luce solo se un sindacato è disposto ad accettarlo. Stefan Heini, dell'Unione svizzera degli imprenditori, condivide questo punto di vista e aggiunge: «Sono i sindacati che vogliono i CCL ovunque, se possibile».

    Uno sguardo all'estero mostra anche che un alto livello di copertura dei CCL non impedisce affatto gli scioperi. In Germania e in Francia è più elevato che in Svizzera. Inoltre, un CCL può essere annullato o scadere automaticamente, il che significa che l'obbligo di mantenere la pace del lavoro non si applica più.

    "Il partenariato sociale è fortemente ancorato"

    Se non sono i CCL a impedire gli scioperi in Svizzera, cos'altro c'è? Per l'Unione svizzera degli imprenditori e il sindacato Travail.Suisse, una cosa è chiara: si tratta di decisioni consensuali. In Svizzera, le persone si parlano e cercano di trovare una soluzione accettabile per tutti. «La Svizzera ha una lunga tradizione di disponibilità al compromesso», afferma Heini.

    Thomas Bauer di Travail.Suisse è dello stesso parere: «Il partenariato sociale è saldamente ancorato in Svizzera». Negli ultimi decenni, le parti sociali hanno dimostrato che questo partenariato funziona, risolvendo sfide importanti.

    «Gli scioperi sono distruttivi e lasciano solo perdenti».

    Le soluzioni di compromesso riducono il potenziale di escalation perché godono di un ampio sostegno. La resistenza è quindi rara. A ciò si aggiungono gli strumenti di democrazia diretta disponibili in Svizzera. Se le parti sociali non sono soddisfatte di una soluzione, possono talvolta difendersi con un'iniziativa popolare o un referendum, senza dover ricorrere allo sciopero.

    «Gli scioperi sono distruttivi e di solito lasciano dietro di sé solo dei perdenti», sottolinea Stefan Heini. Bauer concorda sul fatto che gli scioperi lasciano dietro di sé dei perdenti, ma rileva che «sono importanti come ultima risorsa». Tuttavia, è fondamentale trovare soluzioni nell'ambito del partenariato sociale.

    Ciò che sicuramente impedisce gli scioperi è la prosperità della Svizzera e il fatto che i lavoratori e le lavoratrici elvetiche se la passano piuttosto bene rispetto ad altri Paesi. Se il personale è felice, non c'è motivo di scioperare.

    Revue Suisse

    Un’immagine dello sciopero generale nel 1918, un evento raro in Svizzera.

    Fonte: WSI, Eurostat; statistiche nazionali

    Fonte: OCSE

    La Gazzetta ha bisogno di te.

    Cara lettrice, caro lettore online,
    la Gazzetta Svizzera vive anche nella versione online soprattutto grazie ai contributi di lettrici e lettori. Grazie quindi per il tuo contributo, te ne siamo molto grati. Clicca sul bottone "donazione" per effettuare un pagamento con carta di credito o paypal. Nel caso di un bonifico clicca qui per i dettagli.