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Sì alla politica verde, ma non ad ogni costo

    Il 13 giugno il popolo svizzero non ha mancato l’appuntamento alle urne carico di votazioni e significato, come dimostra la partecipazione al voto che si è avvicinata al 60%. Alla prevedibile bocciatura delle due iniziative agricole si è aggiunto un sorprendente NO alla Legge sul CO2. Sì invece alla Legge COVID – che regola la base legale della Confederazione per le misure per contrastare la pandemia e le sue conseguenze. Pure luce verde per la nuova legge sul terrorismo.

    La legge sul CO2 vittima di veti incrociati
    Dopo un tira e molla di diversi anni in Parlamento e particolarmente sentito che ha diviso sia il mondo economico che i partiti borghesi, la nuova legge sul CO2 è stata respinta dal 51,6% dei votanti. Alla vigilia del voto i sondaggi davano in vantaggio i favorevoli anche se con proporzioni sempre meno nette. A far pendere l'ago della bilancia sono stati i Cantoni più rurali. Questi ultimi hanno registrato tassi di partecipazione al voto altissimi, che si spiega con le iniziative agricole che hanno visto una forte opposizione dei contadini.

    L’obiettivo della legge – di per sé indiscusso da tutte le aree politiche – era dimezzare, entro il 2030, l’emissione dei gas ad effetto serra (rispetto al 1990), in linea con gli impegni assunti nel quadro dell’accordo sul clima di Parigi. Essa si basava in gran parte sul principio "chi inquina paga", con una ridistribuzione alla popolazione e alle imprese di una parte dei contributi riscossi. Questi ultimi comprendevano una tassa compresa tra i 30 e i 120 franchi sui biglietti aerei di voli in partenza dalla Svizzera, un incremento da 5 a 12 centesimi al litro del sovraddazio sui carburanti e un aumento della tassa CO2 sul gasolio.

    Tra i vincitori figura in primo piano l’Unione Democratica di Centro che ha lanciato il referendum contro la legge. Nella fase di avvicinamento al voto, il comitato contrario alla legge ha più volte sottolineato che la Svizzera ha già ridotto in modo importante le proprie emissioni ed è oggi all’origine dello 0.1% delle emissioni globali. Nella sua analisi, la Consigliera federale Simonetta Sommaruga – incaricata del dossier – ha concluso che “il progetto era probabilmente troppo carico. Le proposte troppo ampie fanno sempre fatica a imporsi in quanto possono essere attaccate su molteplici aspetti,” ha detto.
    Nei diversi editoriali, la stampa elvetica ha commentato con sorpresa l’esito della votazione, mettendo in evidenza che lo Svizzero ha (probabilmente) a cuore la protezione del clima – ricordiamo l’onda verde che ha travolto il parlamento in occasione delle elezioni 2019 – ma che la ricetta per raggiungere l’obiettivo non può passare solo attraverso tasse e divieti, in parte “unici” al mondo (cfr. tassa sui biglietti aerei). Si tratta dunque di ritornare alla casella di ripartenza per trovare una nuova quadratura del cerchio in ambito della protezione del clima.

    Gli sconfitti pronti a dar battaglia
    Tra gli sconfitti, soprattutto le cerchie di sinistra si sono dichiarate subito battagliere: secondo diversi esponenti “è ora di intervenire sulla causa principale della crisi climatica, ossia il settore finanziario. Non si può permettere a quest'ultimo di lucrare distruggendo la foresta pluviale o cercando petrolio nei luoghi più improbabili”. Il presidente dei Verdi Balthasar Glättli spera in un'ampia alleanza per mettere sulla buona strada la piazza finanziaria svizzera. "Solo così otterremo un impatto globale". Una cosa è certa: la discussione attorno al clima è solo all’inizio.

    Prevedibili no alle iniziative sull’agricoltura
    Tra le altre tematiche “ambientali” in votazione, figuravano sia l’iniziativa sull’acqua potabile, sia quella sui pesticidi. Le due proposte chiedevano una riduzione drastica dell’uso dei prodotti fitosanitari nell’agricoltura, in parte addirittura vietando la produzione e l’importazione di derrate prodotte con l’utilizzo di pesticidi.
    Come previsto nei sondaggi entrambe sono state respinte. Le maggioranze sono state particolarmente nette, superiori al 60%. Su 26 Cantoni, solo Basilea Città si è espresso a favore delle proposte, mentre tutti gli altri Cantoni le hanno bocciate entrambe.

    Tra le conclusioni tratte in fase di analisi, la stampa ha messo in evidenza che per trovare maggioranze in Svizzera resta necessario trovare il supporto – in questo caso non dato – degli ambienti agricoli. L'Unione svizzera dei contadini (USC) ha espresso soddisfazione e ritiene che i cittadini non abbiano voluto indebolire la produzione regionale e si sono mostrati favorevoli a tutta la gamma di derrate alimentari, dal biologico al convenzionale.
    Il presidente dell’USC, il Consigliere nazionale Markus Ritter, ha inoltre rimarcato come il tema dei pesticidi sia assolutamente attuale, dal momento che il Parlamento ha recentemente adottato la legge sui pesticidi più severa d'Europa. Malgrado la severa bocciatura vi saranno quindi in futuro numerosi cambiamenti nell'utilizzo dei pesticidi.

    Nessuna chance per i contrari alla legge COVID-19
    Commercianti, ristoratori e lavoratori indipendenti continueranno a essere sostenuti in caso di difficoltà legate alla crisi del coronavirus. Infatti la base legale per questi aiuti – la legge Covid-19, contro cui il gruppo "Amici della Costituzione", ha lanciato il referendum – è stata approvata con il 60,2% dei voti, confermando i sondaggi e le tendenze che si sono delineate sin dai primi sondaggi. Il testo ha ottenuto i favori di 18 cantoni, mentre otto vi si sono opposti. Per quanto riguarda i singoli cantoni si è registrata un'approvazione più netta nelle regioni latine e a Basilea Città: Vaud ha sostenuto il testo con il 70,1% dei voti, Ginevra con il 69,3%, il Ticino con il 69,2% e Basilea Città con il 69,1%. Più scettici i cantoni rurali e della Svizzera centrale. Un “No" piuttosto convinto è giunto da Appenzello Interno (60,8%), Svitto (59,1%), Obvaldo (56,7%) e Uri (54,9%), mentre ad Appenzello Interno, Nidvaldo, Glarona e Turgovia i contrari hanno avuto la meglio con distacchi meno importanti.

    Alle porte si prospetta una nuova votazione
    Gli "Amici della Costituzione", nella reazione al risultato, hanno assicurato che “la lotta per ripristinare la sovranità del popolo è soltanto agli inizi”. Essi sosterranno tra le altre cose il referendum annunciato dai Giovani Udc contro le modifiche della legge Covid-19 dello scorso marzo. In questa legge – aggiornata rispetto alla versione sottoposta al popolo – sono contemplate ulteriori misure nell’ambito della pandemia legata al coronavirus.

    Solo un cantone contrario alla legge sul terrorismo
    Un po’ all’ombra rispetto a tematiche più “calde” come le iniziative agricole o la legge sul CO2, la legge sul terrorismo non è mai stata in pericolo di bocciatura. Sebbene in calo di consensi nelle settimane precedenti la votazione (l'ultimo sondaggio prevedeva una proporzione di favorevoli del 62%), i fautori della revisione l'hanno spuntata con un risultato piuttosto confortevole del 56,6%. Solo a Basilea Città la riforma è stata respinta, mentre in alcuni Cantoni - ad esempio a Svitto o nei due Appenzello - è passata per pochi voti.

    Concretamente la legge mira a fornire alla polizia più mezzi per intervenire preventivamente in caso di minacce, contrariamente ad oggi dove le forze dell'ordine possono agire contro un individuo solo se ha già commesso un crimine. In particolare – e questo era al contempo l’elemento più criticato dai contrari – il nuovo dispositivo di legge permetterà all'Ufficio federale di polizia di mettere in campo una serie di misure contro un individuo sospettato di rappresentare una minaccia, anche in assenza di prove sufficienti per avviare un procedimento penale. Tra queste misure si contano l’obbligo di partecipare a colloqui, il divieto di avere contatti con altre persone radicalizzate, il divieto di lasciare il Paese o di lasciare e di accedere ad aree determinate, come anche quello di predisporre gli arresti domiciliari o la carcerazione in vista di rinvio coatto.

    Angelo Geninazzi

    Fonte: https://polis.tpcag.ch/doc/ (swissinfo.ch)

    La campagna del NO non ha usato mezzi termini per illustrare le proprie argomentazioni

    Iniziativa sull’acqua potabile
    Fonte: https://polis.tpcag.ch/doc/ (swissinfo.ch)

    Iniziativa “Per una Svizzera senza pesticidi”
    Fonte: https://polis.tpcag.ch/doc/ (swissinfo.ch)

    Fonte: https://polis.tpcag.ch/doc/ (swissinfo.ch)

    Fonte: https://polis.tpcag.ch/doc/ (swissinfo.ch)