Il consigliere federale Ignazio Cassis rilascia un’intervista sulle conseguenze della pandemia di COVID-19 per gli Svizzeri all’estero e sui progetti futuri che rispondono alle esigenze particolari di questa comunità eterogenea. «Siamo sempre all’ascolto dei loro bisogni», assicura il capo del Dipartimento federale degli affari esteri.
Signor Consigliere federale, la crisi COVID e le restrizioni relative ai viaggi isolano gli Svizzeri all’estero e li mettono talvolta in situazioni personali od economiche difficili. Quale sostegno fornisce il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE)?
La pandemia ci ha confrontati a nuove sfide, sia in Svizzera sia all’estero. Abbiamo però fatto in modo che le nostre rappresentanze rimangano aperte a disposizione dei nostri concittadini. Ho chiesto ai miei servizi di prestare particolare attenzione alle richieste di aiuto ricevute e di riservare i necessari budget per far fronte alle conseguenze a lungo termine. Penso in particolare all’aiuto sociale aperto alle persone che non possono più sopperire personalmente ai loro bisogni.
E al di fuori della pandemia?
Nel 2018 il DFAE ha proceduto ad un’ampia consultazione della nostra rete nonché ad un sondaggio presso gli Svizzeri all’estero nel 2019, con oltre 52’000 risposte. Questo ci ha permesso di identificare diverse linee d’azione sulle quali già lavoriamo. Ad esempio, da quest’anno sarà possibile per la prima volta registrarsi online come Svizzero all’estero senza dover trasmettere nessun documento originale alla rappresentanza all’estero.
Questo processo prosegue?
Per il 2021 si tratterà di determinare se il quadro formale, in particolare l’ordinanza sugli Svizzeri all’estero, corrisponda ancora ai bisogni e se i principi definiti sono applicati in maniera efficiente. Restiamo dunque all’ascolto della nostra comunità.
Altro tema ricorrente: i diritti politici. Difficoltà più importanti del normale sono state registrate in occasione delle ultime votazioni per inviare il materiale di voto. Cosa fare?
Attualmente sono registrate nel catalogo elettorale210’000 persone. La maggioranza di loro si trova in Europa o nel Nord America dove si costatano pochi problemi di recapito. Per una parte del resto dell’elettorato, esistono problemi di ricezione del materiale di voto. Con la crisi del COVID-19 che ha limitato il traffico postale internazionale, questi problemi si sono accentuati. Tuttavia, sebbene la Cancelleria federale sia l’istanza di coordinamento a livello federale, l’esercizio dei diritti politici dipende dalla responsabilità dei cantoni, in particolare per l’invio del materiale di voto.
Cosa può dunque fare concretamente il DFAE?
Per me è importante contribuire a tutte le misure che permettono agli Svizzeri all’estero di partecipare attivamente alla vita pubblica. Un progetto pilota con la Cancelleria federale è previsto per le votazioni di giugno 2021, dove sarà testato l’utilizzo della posta diplomatica e delle rappresentanze all’estero. Su questa base, stabiliremo se si possano attuare anche altre procedure.
Tre quarti degli Svizzeri all’estero dispongono di almeno un’altra nazionalità. Quale messaggio intende far passare?
Che un cittadino svizzero resta sempre svizzero, indipendentemente da dove risiede nel mondo! E questo resta valido qualunque siano la o le altre nazionalità di cui dispone.
Ma certi problemi esistono nonostante tutto.
Sì, è vero. Soprattutto nell’ambito della protezione consolare. Le possibilità d’intervento sono talvolta limitate, in particolare se la persona dispone della nazionalità del paese dove risiede. In questo caso, le autorità locali considerano questa persona unicamente come uno dei loro cittadini. Ciò rende qualsiasi procedura più difficile. Ma non ha nulla di sorprendente: la Svizzera segue una linea analoga.
E se i membri di una famiglia hanno una o più nazionalità?
Per quanto riguarda il sostegno agli Svizzeri non ci limiteremo mai. L’unità della famiglia rappresenta uno dei paradigmi della nostra azione, anche a proposito della registrazione delle persone presso le nostre rappresentanze o quando agiamo a favore dei nostri concittadini.
Le questioni legate alle cittadinanze multiple sono specificatamente svizzere?
No, non lo sono. Occorre però notare che queste questioni sono talvolta strumentalizzate per altri scopi. È il caso quando una persona è incarcerata in maniera arbitraria per fare pressione sulle autorità del suo paese d’origine. Si tratta di una specie di presa in ostaggio che non accetto. Ho personalmente partecipato ad una conferenza ministeriale virtuale organizzata lo scorso febbraio dal Canada allo scopo di sostenere il lancio di un’iniziativa internazionale contro le detenzioni arbitrarie di cittadini stranieri, in particolare quelli che dispongono di più nazionalità.
L’applicazione Travel Admin del DFAE ha svolto un ruolo primordiale nella gestione della crisi legata al coronavirus?
Di fatto, questa applicazione lanciata nel 2019 si è rivelata molto utile la scorsa primavera per informare, sostenere e localizzare i nostri concittadini bloccati all’estero. Grazie ai loro suggerimenti siamo stati in grado di identificare alcuni punti da migliorare. Questi miglioramenti sono già stati integrati nella nuova versione dell’app, come ad esempio l’aggiornamento semplificato relativo ai dati di un viaggio.
Oltre a questa applicazione, lei lavora anche alla modernizzazione dei canali di comunicazione con la «Quinta Svizzera»?
Travel Admin si rivolge anche agli Svizzeri all’estero in occasione dei loro spostamenti e delle loro vacanze. In questo senso, abbiamo già fatto un passo importante anche per loro. Un altro successo è stata la festa virtuale del primo agosto che è stata molto bene accolta in numerosi paesi. Detto questo, condivido il vostro punto di vista sulla necessità di garantire una comunicazione moderna ed efficace con gli Svizzeri all’estero e tra di loro. Ho incaricato la direzione consolare di creare un’interfaccia mobile specifica, ad esempio sotto forma di app, allo scopo di agevolare i contatti e lo scambio di informazioni. Questa applicazione dovrebbe essere disponibile nel 2022.
Infine può dirci qualcosa sull’importanza degli Svizzeri all’estero nelle relazioni bilaterali della Svizzera?
La difesa degli interessi dei cittadini svizzeri, ovunque risiedano, rappresenta uno dei principi guida dell’operato della Confederazione. Vi posso garantire che questa dimensione è presa in considerazione in occasione dei nostri negoziati internazionali. Un esempio recente è quello della politica del «Mind the gap». Questa strategia ci ha permesso di garantire la continuità delle nostre relazioni con il Regno Unito, nonostante la Brexit, in particolare per gli Svizzeri all’estero.
(EDA)
Visibilmente vicino alla «Quinta Svizzera»: il consigliere federale Ignazio Cassis, accanto al presidente dell’Organizzazione degli Svizzeri all’estero Remo Gysin (a sinistra) e ai giovani Svizzeri all’estero, in occasione della Fête des Vignerons di Vevey nel luglio 2019. Foto diritti riservati
Le difficoltà in materia di recapito della posta impediscono a numerosi Svizzeri all’estero di votare. Secondo Ignazio Cassis, è la ragione per la quale si testerà il ricorso alla posta diplomatica in giugno. Foto Marco Zanon