Il prossimo 4 marzo
La profonda diatriba che oppone fautori e contrari all’iniziativa “No Billag”, che chiede l’abolizione del canone radio televisivo, ha fatto passare in secondo piano un altro dei temi importanti in votazione popolare il prossimo 4 marzo: il rinnovo del regime finanziario della Confederazione.
Si tratta nientemeno che di garantire alla Confederazione la possibilità di prelevare l’imposta federale diretta e quella sui consumi, cioè l’IVA. Il popolo svizzero è forse l’unico al mondo che può decidere quante, quali imposte e fino a quando può prelevarle. Tanto l’imposta sui redditi, quanto quella sui consumi sono, infatti, contemplate nella Costituzione federale, sia per quanto
concerne il principio, ma perfino per le aliquote e sono limitate nel tempo.
È una delle conseguenze importanti del federalismo elvetico. Infatti, in passato il prelievo delle imposte dirette era riservato ai cantoni e quelle indirette alla Confederazione. Il principio è stato confermato nella Costituzione del 1848 e del 1874, in particolare dopo la soppressione delle dogane interne, avvenute già all’inizio del secolo con la Repubblica unica voluta da Napoleone.
Lo scoppio della prima guerra mondiale (1915-16) ha costretto la Confederazione a compiere uno sforzo anche finanziario, per la difesa del paese, con l’imposta di guerra. Operazione che venne poi ripetuta in momenti di crisi.
Nel 1940, con lo scoppio della seconda guerra mondiale, nell’ambito dei poteri eccezionali concessi al Consiglio federale, venne creata l’Imposta per la difesa nazionale (IDN), che rimase tale fino al 1982, quando venne istituzionalizzata con il nome di Imposta federale diretta (IFD). Analogamente, un anno dopo, venne creata anche l’Imposta sulla cifra d’affari (ICA), cioè l’imposta indiretta che, nel 1995, in conformità con il sistema adottato in Europa, divenne Imposta sul valore aggiunto (IVA). Ma già nel 1958 le due imposte avevano perso il carattere di prelievi straordinari e vennero iscritte nella Costituzione federale. Rimase comunque il principio della limitazione temporale.
E anche nella proposta ora in votazione, il tentativo del governo di togliere la limitazione nel tempo, non ottenne una maggioranza già in fase di consultazione. Per cui anche le due imposte di cui si chiede ora la conferma rimangono limitate fino al 2035. Il voto popolare attuale concerne solo il principio e non le aliquote, mentre la limitazione nel tempo permette appunto al popolo e ai cantoni di dire quali, quante imposte e fino a quando la Confederazione può prelevarle.
Questa possibilità può essere diventata una specie di rito, poiché nessuno mette più in forse il principio delle imposte federali. Difatti, in Parlamento, il rinnovo è stato approvato senza opposizioni e nel 2004 la proposta venne accettata dal 74% dei votanti e, fra i cantoni, solo Zugo si oppose. In fondo – ammette anche il direttore dell’Amministrazione federale delle contribuzioni - è bene che il Parlamento e il popolo riflettano di tanto in tanto sul finanziamento delle spese dello Stato.
Ignazio Bonoli