Una Svizzera dai toni insoliti approva le misure contro il Covid

La Svizzera si divide (ma non a metà) sulle misure COVID-19: la votazione vinta a larga maggioranza dal Consiglio federale è stata preceduta da ampie e frequenti manifestazioni. E ora?

Alle urne una Svizzera “spaccata”: sì alle misure del Governo

Domenica 28 novembre si è (forse) concluso un periodo di tensioni e manifestazioni, in particolare dei contrari al certificato COVID-19. Oltre all’approvazione della relativa legge, il sovrano ha detto anche sì a più considerazione per il personale infermieristico. No invece alla nomina dei giudici federale attraverso il sorteggio.

Un chiaro sì alla Legge sul Covid
Alle urne il certificato Covid supera senza ostacoli il voto popolare con il 62% dei consensi. Si tratta della seconda votazione sulla legge, dopo quella tenutasi il 13 giugno, approvata con il 60,2%. Contrariamente alla prima votazione, in occasione della quale sono stati diversi i cantoni contrari, questa volta si sono opposti solo due cantoni: Appenzello Interno, dove i voti favorevoli non hanno superato il 44,2% e Svitto con il 51,4% dei voti contrari. Tra i meno scettici figura nuovamente il Ticino con il 65,3% dei voti, superato solo da Basilea Città (70,6%). Nei diversi cantoni, la percentuale di Sì è più o meno proporzionale al tasso di vaccinazione: maggiore è quest’ultimo, maggiore è il sostegno alla legge che regge il certificato (“Green pass”).

Approvazione prevedibile in un contesto inusuale
Il risultato della votazione era stato previsto più o meno in questa ampiezza dai diversi sondaggi condotti negli ultimi mesi. A dieci giorni dallo scrutinio, il sondaggio SSR aveva rilevato che l’adesione all’oggetto era stabile al 61%. Ma l’apparenza non inganni: le settimane che hanno preceduto questa votazione sono state molto intense e dibattute: le misure anti-Covid sono state contestate con veemenza in numerose piazze elvetiche. La domenica delle urne Palazzo fedele è stato blindato da transenne per la paura di reazioni anche scomposte. Diverse inchieste alla vigilia del voto sono riuscite a identificare la “spaccatura”: a destra e tra i non vaccinati si nutre attualmente diffidenza verso il governo, mentre a sinistra e nel centro il sostegno alla legge è indiscusso.

Berset: “basta litigare”
Nella reazione al voto, il Consigliere federale e ministro della sanità Alain Berset si è detto da una parte sollevato dall’esito ma ha trovato parole chiare in relazione alla situazione che si è creata: "Fa parte della Svizzera accettare il risultato dopo una votazione. La rabbia e l'odio non fanno parte della nostra nazione. La nostra cultura del dibattito è un bene prezioso. Possiamo e dobbiamo discutere di tutto. Ma non per sempre. Ora dobbiamo tornare tutti insieme".

I contrari: accettiamo il verdetto ma lottiamo anche in futuro per la libertà
Per il comitato che ha lanciato il referendum contro la modifica di legge, l'inasprimento della legge Covid-19 rimane comunque anticostituzionale anche se il popolo l’ha accettato. L’introduzione del certificato risulterebbe discriminatorio e recherebbe pregiudizio ai diritti individuali. Nei giorni successivi alla votazione il Comitato fornirà ulteriori informazioni su come intende proseguire la sua lotta per la libertà.
Insomma, il dibattito appare tutt’altro che finito.

Solo due cantoni si sono opposti alla Legge Covid. In giugno erano ancora 9.
Fonte: https://polis.tpcag.ch/doc/ (swissinfo.ch)

Il personale infermieristico raccoglie la solidarietà del popolo

Contrariamente a quel che si potrebbe pensare, sono poche le iniziative popolari che il sovrano elvetico approva. La penultima è stata quella sull’iniziativa contro l’immigrazione di massa nel 2014, l’ultima, quest’anno, sul divieto di dissimulazione del volto negli spazi pubblici. Ma c’è di più: da 40 anni è la prima volta che un'iniziativa appoggiata dai sindacati viene accettata dall'elettorato; inoltre con oltre il 60% di sì figura tra le iniziative maggiormente sostenute da sempre.

Grande sostegno dunque all’iniziativa sul personale infermieristico, lo stesso attualmente in prima linea nella lotta contro il Covid-19. Applaudito dai balconi durante il lockdown nella primavera 2020, chiedeva da tempo azioni concrete per far fronte alla penuria di curanti e condizioni di lavoro spesso proibitive. Il grido d’aiuto del settore è stato raccolto dalla popolazione: tranne Appenzello Interno, tutti i Cantoni hanno approvato la proposta.

L'iniziativa prevede un miglioramento delle condizioni di lavoro e un rafforzamento della formazione alfine di rendere la professione più attrattiva e trovare contromisure alla difficoltà di trovare curanti diplomati. L'iniziativa era stata appoggiata dalla sinistra e dai Verdi, mentre i partiti di destra e di centro si sono espressi per il controprogetto elaborato del Parlamento che sarebbe entrato in vigore in caso di una bocciatura popolare. Bocciatura che non è mai sembrata un’opzione per la popolazione, come previsto da tempo e ampiamente dai sondaggi.

Tranne Appenzello interno, tutta la Svizzera si è espressa a sostegno del personale infermieristico
Fonte: https://polis.tpcag.ch/doc/ (swissinfo.ch)

Iniziativa sulla giustizia senza alcuna chance

La proposta di eleggere i giudici federali tramite sorteggio non ha trovato i favori del popolo elvetico. Il 68,1% e tutti i cantoni hanno rifiutato la proposta.

Il testo in votazione auspicava che la nomina alla carica di giudice federale, la più alta funzione giudiziaria elvetica, non spettasse più al Parlamento in base a quote partitiche, ma avvenisse tramite estrazione a sorte. Questo dopo che le candidature sarebbero state vagliate e approvate da una commissione apposita. Lanciata da un facoltoso imprenditore, l’'iniziativa prevedeva anche che un giudice federale non avesse più una durata precisa, ma scadesse semplicemente cinque anni dopo il compimento dell'età ordinaria di pensionamento. Ma, come detto, il popolo – e l’unanimità dei Cantoni – non ha voluto saperne e ha seguito la raccomandazione di voto di Consiglio federale e Parlamento.

Angelo Geninazzi

Anche in futuro i giudici federali saranno nominati dal parlamento: così hanno deciso tutti i cantoni opponendosi all’”Iniziativa sulla giustizia”
Fonte: https://polis.tpcag.ch/doc/ (swissinfo.ch)