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Raffaele Sermoneta Canonica, membro del comitato UGS

    10 domande a un giovane svizzero

    Raffaele, sei legato alla Svizzera e se sì in che modo?
    In realtà propio li stanno le mie origini. Sono nato a Basilea, anche se il mio Cantone d’origine è il Ticino, dove ho passato tutta la mia infanzia. Mi sono poi trasferito, per questioni famigliari a Venezia, ma senza mai perdere i contatti con la mia terra d’origine.
    Finito il liceo ho prestato servizio militare quale volontario dall’estero durante l’SR invernale 2019.
    Ora che la mia vita si è spostata per motivi di studio a Roma inizio a scoprire il mondo elvetico presente fra Guardie Svizzere Pontificie e attività del circolo.

    Cosa ti spinge ad impegnarti nell’ambito dell’UGS?
    Fin da quando sono arrivato in Italia ho sempre cercato il modo di entrare in contatto con i giovani elvetici della mia età. Per quanto già seguissi UGS da tempo sui social, non avevo mai avuto occasione di prender parte personalmente ad un congresso.
    Trovo che l’UGS sia un movimento fantastico, capace di unire i giovani fra loro facendoli socializzare, scoprire il nuovo, imparare, ed aiutandoli a sviluppare il loro futuro .. oltre che far vivere il nostro spirito svizzero naturalmente!

    Ti interessa la politica o lo sport svizzero e li segui in modo attivo?
    Avendo avuto modo di confrontarmi con i molti luoghi in cui ho vissuto e viaggiato, ho una particolare stima per la nostra democrazia diretta. Per quanto mi impegni sempre a farlo, esprimendo il mio voto, mi è però difficile stare costantemente al passo con le innumerevoli proposte a cui siamo chiamati ad esprimerci.
    Riguardo allo sport, non sono una persona che segue particolarmente i campionati sportivi. Trovo che la miglior risposta che possa dare a chi mi chiede per che squadra tifo sia: “La mia”. Unici per cui nutro una più spiccata simpatia sono le pantere dell’HCLugano.

    Come è percepita la Svizzera dai tuoi amici e dai tuoi conoscenti?
    Questa è una domanda che andrebbe fatta direttamente a loro. Mi è parso di capire che le versioni principali siano due.
    La prima prevede una sorta di Olimpo sviluppato lungo l’arco alpino, dove tutti vivono da gran signori nella ricchezza, con auto da capogiro e stipendi incalcolabili. Seconda opzione è una nazione fredda e chiusa, dove si lavora soltanto, con una natura fantastica e abbondante e delle cittadine fredde poco sociali e con i negozi che chiudono prestissimo, dove nemmeno si passeggia la sera. Un luogo davvero triste.

    Cosa ti piace particolarmente della Svizzera…
    Oltre al sistema politico e l’efficenza organizzativa, da appassionato di design, della Svizzera apprezzo particolarmente gli insostituibili orologi, l’eleganza e l’espressività dell’architettura, i mezzi pubblici (anche se a volte presentano orari un pò restrittivi), le vallate alpine, le panchine sul lungo lago, l’aria e il silenzio.
    Tutti segni di una capacità tecnica riconosciuta a livello mondiale.

    … e cosa invece ti disturba dell’Italia?
    Come ci ricordano gli antichi greci: “Se davanti alla porta di casa tua è pulito, la tua città sarà pulita” Mi capita spesso di rimanere infastidito dall’incuria per luoghi e persone di questo paese.
    Ma i punti non sono tutti negativi. Trovo ammirevole l’ingegno e lo spirito di adattamento che il popolo italiano ha dimostrato fin dall’antichità. La capacità di trovare soluzioni, anche se a volte in maniera eticamente discutibile, rimangono elementi che lo caratterizzano.
    Certamente unire ancor più le forze valorizzando ognuno le proprie caratteristiche culturali rimanendo nel rispetto dell’altro può solo portare benefici a entrambi.

    Cosa pensi che potrebbe “copiare” invece la Svizzera dalla cultura italiana? E vice versa?
    Trovo che la svizzera abbia una struttura organizzativa pressoché impeccabile, cosa che l’Italia ha da migliorare. Dall’altra parte sta invece il modo caloroso e sociale di accogliere le persone. Potrei pure fare un’appunto sul cibo, ma riguardo quello, ovunque si vada, la cucina mediterranea non è mai degnamente rappresentata, se non da italiani.

    Hai qualche aneddoto divertente o situazione buffa da raccontare riguardo al tuo essere svizzero e italiano?
    Una volta, a Venezia, ero in spogliatoio con i compagni della squadra di pallamano e si discuteva sulle caratteristiche linguistiche fra le due nazioni. fra i presenti c’era pure il nostro allenatore, insegnante di professione, il quale sosteneva che in svizzera le abbreviazioni si facciano tutte mantenendo la parte finale delle parole, al contrario di quanto fatto in Italia. Ad un certo punto si è arrivati a parlare di scuola e di come fosse abbreviato il termine professore. Tutti si aspettavano che gli dicessi “prof” e alla mia risposta “sore”, fra le facce stupite dei miei compagni, l’allenatore subito a risposto: “Vedete, vi avevo detto io che in Svizzera abbreviano tutto al contrario”. La situazione ha davvero spiazzato, facendo ridere tutti. In ogni caso parlando di bilux, trötinet e sagex si creano sempre situazioni divertenti.

    Cosa saresti felice di ricevere dalla comunità dei giovani svizzeri in Italia e come pensi potresti contribuire al meglio?
    Dopo quest’ultimo congresso di Venezia Mestre mi aspetto, oltre a tutte le attività che proporremo a breve, che ci giungano al comitato (e mi rivolgo principalmente a tutti i giovani lettori) un’infinità di proposte ed idee da sviluppare per crescere assieme come UGS.
    Da parte mia, sono pronto a fare l’impossibile per esser certo che tutto il possibile, e qualcosina in più, si realizzi!

    Raffaele Sermoneta Canonica
    membro del comitato di Unione Giovani Svizzeri