Robert Engeler disposto a incontrare gruppi di giovani
Gentile lettrice,
È stato un grande piacere conoscerti al Congresso del Collegamento a Parma e parlare brevemente del come cercare un posto di lavoro. Grazie per avermi mandato il Tuo CV e copia di una domanda di assunzione. Rinnovo anche in questa sede la mia disponibilità di tenere corsi sul tema a gruppi di giovani svizzeri in Italia di una mezza giornata. Non posso concentrare un corso di 4-5 ore in una pagina della Gazzetta, ma cerco qui di elencare i punti più importanti per la domanda di assunzione, mentre non posso dare in questa sede istruzioni dettagliate sull’intervista.
Il proprio lavoro è per la maggior parte di noi l’unico prodotto che possiamo “vendere” nella nostra vita e che vale, nel corso dei quarant’anni di attività, due a tre milioni di Euro.
È quindi un prodotto che va venduto con la massima cura (non mi scuso per l’espressione “vendere”, è proprio così). Quindi non sparare raffiche nel cielo sperando di prendere per caso un piccione (che magari poi risulta essere un passero), ma pochi colpi ben mirati e ben seguiti.
Dove cercare lavoro?
a) passivamente: aspettare che sui vari siti web o sul giornale venga offerta una posizione proprio adatta a me e rispondere in modo mirato
b) attivamente: ci sono diversi modi; i principali:
– mettere un CV come sotto descritto su Linkedin e Xing
– networking: parlare del Tuo progetto ad ex colleghi, famigliari, amici che potrebbero conoscere persone nel ramo di interesse
– contattare società di ricerca personale e headhunter
– contattare consulenti aziendali
– contattare direttamente l’impresa che ti interessa e alla quale potresti rendere un ottimo servizio
Come presentarsi
(vendere se stessi)?
Questa vendita può essere suddivisa in quattro fasi:
1) A chi voglio vendere il mio prodotto? Non a vanvera a tutti (costoso, faticoso e squalifica il prodotto), ma mirato a chi cerca qualcuno proprio come me o a un datore di lavoro che mi piace particolarmente. Quindi poche domande, ma molto ben mirate, studiate e curate.
2) La proposta di assunzione (o collaborazione), consistente in CV (curriculum vitae) e domanda di assunzione: il curriculum vitae è uguale per tutte le proposte, mentre la domanda è scrupolosamente tagliata sul
singolo caso. Questi due documenti devono attirare l’interesse del datore di lavoro: in mezzo a trenta o trecento domande, devono convincere il lettore di invitare questa persona ad un colloquio. Il tutto in modo breve, ma completo. Per vederti, deve facilmente poter raggiungerti: Quindi indirizzo completo
- l’interessato vuole anche sapere dove Tu abiti
- con email e telefoni dove raggiungerti sicuramente, su ambedue i documenti (eventualmente indicare anche il telefono della mamma se Tu durante il giorno non sei raggiungibile).
Se abiti a Roma e cerchi a Milano, spiegare che sei regolarmente a Milano e disposta a trasferirti, se no difficilmente Ti chiama per un colloquio.
3) Le interviste (normalmente due o tre): Servono al datore di lavoro a ridurre il numero di candidati da normalmente 6-8 ad uno solo.
4) I solleciti: L’insistenza è vista male, ma se sono passate tre settimane dopo l’invio del CV, oppure due settimana dopo un’intervista senza risposta, un gentile, breve mail di sollecito può dare risultati positivi.
Proposta di assunzione (o collaborazione).
Il principio:
1) La domanda va stilata caso per caso, con grande scrupolo, rispondendo punto per punto a quanto il “cliente” desidera. Non viene assunto il miglior candidato, ma quello che sembra meglio adatto per la posizione in questione.
2) Il buon venditore non parla per primo del Suo prodotto o peggio, di se stesso: Cerca di capire che cosa cerca il compratore, verifica se il suo prodotto sia vicino alle attese e spiega al cliente perché questo prodotto risolve tutti (o quasi tutti) i suoi problemi. Nella Tua domanda che mi hai mandato (come in quasi tutte quelle che vedo) parli esclusivamente di Te; tocca al datore di lavoro confrontare il Tuo discorso con le sue necessità. Perché lasciare a lui questa fatica per magari arrivare ad una conclusione sbagliata? Il buon venditore risponde punto per punto alle esigenze del cliente e spiega per ciascuna perché lui è particolarmente preparato per affrontare questo compito; se in un punto ci sono lacune, le
afferma apertamente, ma puntualizza che è in grado di colmarle rapidamente (tra le molte centinaia di assunzioni completate non ho ma incontrato un candidato che corrispondeva al 100% alle mie attese).
Quindi non partire da sè, ma dalle esigenze del cliente!
Perché in alto a destra non piazzare una foto a colori tipo passaporto? Se dopo aver letto 100 domande il datore di lavoro dice: “Mi interessa quella ragazza con i capelli neri lunghi o quel giovane con la faccia seria” troverà la Tua domanda subito, sennò forse non la trova più nella massa di anonimi. E per favore non una foto dall’apparecchio in stazione, ma
da un professionista che sa come presentarti bene – non come fotomodella (salvo se Ti presenti per questo lavoro), ma come collaboratrice seria.
Curriculum Vitae: ben preparato, uguale per tutti
Il CV, oltre al contenuto stesso, permette al datore di lavoro di verificare se:
• la carriera segua uno sviluppo logico
• il numero degli impieghi corrisponda alla norma desiderata per la posizione in questione
• non ci siano “buchi” non spiegati tra un impiego e il prossimo (se per sei mesi hai fattoil giro del mondo includilo e spiega che progressi hai fatto).
Deve quindi contenere, in ordine cronologico, gli studi ed aggiornamenti e gli impieghi, sempre con data, datore di lavoro (o committente), tipo di lavoro svolto.
Indicare solo l’anno talvolta è necessario, ma fa nascere il dubbio che ci siano grosse lacune non spiegate.
Ottimo anche l’indicazione di referenze.
Quello che manca invece totalmente nel Tuo CV come quasi in tutti: per ogni impiego (quando ciò sia degno di nota) l’indicazione di quello che hai imparato ed i successi concreti ottenuti (un esempio fuori del Tuo campo: ho approfondito le mie conoscenze nel ramo dei profumi, ho aumentato il fatturato del 40% in cinque anni).
Il futuro datore di lavoro non vuole solo sapere che Tu hai lavorato come responsabile di vendita, ma che cosa hai imparato in quella posizione e quali successi particolari hai ottenuto.
Vuol conoscere le Tue particolari esperienze che Ti distinguono dagli altri candidati. Forse possiedi proprio quelle capacità particolari che lo interessano oppure avevi già risolto il problema che lo affligge. E il primo scoglio è superato. Oppure eviti di essere assunta per una posizione non adatta, con tutte le conseguenze negative.
Non sono a conoscenza di una statistica se sia meglio presentare il CV in forma ascendente o discendente. Personalmente preferisco la forma ascendente, perché vedo il percorso di una persona come la costruzione di una casa: prima i fondamenti (nascita, scuole, eventualmente famiglia), poi le mura, il tetto e il completamento interno (ciò che ha appreso e raggiunto nella professione). Ma non pretendo che sia il modo giusto.
Intervista
Se Tu sei tra i sei o otto candidati che l’interessato vuole conoscere di persona, segue il prossimo scoglio: l’intervista.
Ce ne possono essere due o tre, nel corso delle quali il numero di candidati si restringe fino alla scelta finale. Non posso in questa sede entrare nel dettaglio, ma solo dire quello che gli insegnanti Ti hanno detto prima della maturità: preparazione, preparazione, preparazione. La stessa cosa vale anche per i solleciti.
Sono i momenti decisivi: ogni intervista va preparata molto bene, sia nella presentazione esterna (capelli lavati, né blue-jeans rotti né scollature), ma soprattutto nel comportamento e nel contenuto.
I miei migliori auguri!
Robert Engeler