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Curriculum Vitae e dintorni…15

    15 cose che abbiamo imparato con Beatrice Engeler

    Formatrice aziendale, in particolare in ambito di comunicazione, self-effectiveness e leadership, Beatrice Engeler ha lavorato per grandi aziende quali Die Post, UBS, assicurazioni e grande distribuzione, occupandosi anche di sviluppo del personale, per poi dedicarsi alla consulenza in sviluppo di carriera.

    Ecco le 15 cose che abbiamo imparato dal suo intervento al Congresso UGS lo scorso novembre.

    1. Prima di iniziare a redigere il proprio curriculum vitae, è necessario porsi tre categorie di domande:
    - Chi sono io? Quali sono le mie ambizioni? Quali sono le mie competenze?
    - Qual è il mio target: a che mercato professionale voglio rivolgermi?
    - Quale strategia intendo perseguire per trovare lavoro? Come desidero approcciarmi al mercato target?

    2. A seconda del profilo è necessario scegliere il CV cronologico o il CV funzionale (o per competenze). Il primo, standard, si addice a coloro che hanno una carriera lineare e/o in un campo fortemente tradizionale, il secondo si addice invece a persone con una carriera movimentata, non lineare. Il focus di quest’ultimo curriculum non sono gli anni di esperienza lavorativa ma le competenze acquisite, siano esse scaturite da attività professionali o private.
    Occorrerà menzionare, in una seconda parte del curriculum, tramite classica struttura cronologica, in che contesto esse siano state acquisite.

    3. Il curriculum non è un confessionale del Grande Fratello, pertanto non occorre raccontare tutto di sé. Più importante dell’enumerare le mansioni svolte è l’elencare i risultati – qualitativi e quantitativi – ottenuti. Ciò perché questi sono la prova che si è in grado di avere successo e che i successi si potranno riprodurre nella nuova professione. Tali risultati sono più facili da leggere se citati in bullet points, includendone 3-5 per ogni professione riportata.

    4. È importante ovviamente includere non solo la formazione di base (liceale e universitaria) ma anche la formazione continua. Separarle formalmente dà maggior risalto a entrambe e instilla più facilmente l’idea che il soggetto del CV sia una persona che non si fermi e che dia costantemente importanza all’evoluzione personale.

    5. Per quanto concerne le competenze linguistiche, è utile fare riferimento al Portfolio europeo delle lingue o PEL nella valutazione della qualità di espressione e comprensione, in modo da offrire un contenuto quanto più standardizzato e immediatamente comprensibile e accessibile.

    6. Includere informazioni riguardanti i propri passatempi è utile, poiché permette di mostrare che si ha una vita al di fuori del lavoro, che si hanno interessi varî, che si tiene all’equilibrio tra lavoro e crescita personale. Inoltre, gli hobby possono essere all’origine di importanti competenze acquisite, e possono diventare una metafora del modus di lavorare.

    7. Nella sezione “Ulteriori informazioni”, è consigliabile includere quelle informazioni che potrebbero nostro malgrado risultare scomode (quali per esempio potrebbero essere l’età o il permesso di soggiorno), in modo da non distrarre da una lettura approfondita del resto del CV e da non causare una discriminazione a priori.

    8. L’occhio vuole la sua parte e per questo è importante adattare lo stile grafico del CV al settore lavorativo in cui ci si vuole inserire, classico, tradizionale o più innovativo o artistico. L’essenziale è che ci sia una concordanza tra il soggetto e il layout; quest’ultimo deve comunque esprimere il vero carattere della persona descritta nel CV, nonché la sua unicità. Il formato Europass, a meno che non ci si candidi per una posizione pubblica al livello europeo, non è consigliato. Si tratta di un buono strumento da cui partire per redigere il proprio primo CV, quando ancora non si sa che informazioni debbano essere incluse. In qualsiasi altro contesto, si rivela un formato estremamente poco flessibile e inadatto alla valorizzazione del profilo individuale di ogni soggetto.

    9. Il curriculum non deve superare le due pagine!

    10. Il CV da solo non basta più. Infatti, l’attività costante, l’interazione, la ricerca di contatti, la cura di un network e la condivisione di contenuti professionali attuali sulle piattaforme, quali LinkedIn e Xing ma anche Facebook e Instagram assumono un’importanza sempre maggiore, contribuendo a dare un’idea di professionalità a tutto campo.

    11. Una nuova forma di curriculum che comincia a prender piede è il video CV. Della durata massima di due minuti, è sempre più sovente richiesto dalle grandi aziende.

    12. Il CV non è uno solo. Ce ne vuole uno nuovo praticamente per ogni potenziale datore di lavoro. È quindi fondamentale preparare bene le informazioni in precedenza, per non dilungare inutilmente i tempi di redazione e costruzione.

    13. Per superare la selezione di un software Applicant Tracking System è importante prestare estrema attenzione nell’analisi dell’inserzione alla quale si risponde: bisogna scovare le parole chiave della posizione per la quale ci si candida, e reinserire le stesse, non dei sinonimi, nel CV. L’algoritmo, scansionando il testo, le noterà e le evidenzierà, massimizzando quindi le possibilità di passare al gradino successivo, ossia la lettura del documento da parte di un essere umano.

    14. È conveniente chiedere durante il colloquio quali saranno i prossimi passi per l’azienda e per i candidati, in modo da avere un’idea delle tempistiche associate a un’eventuale risposta. Il giorno stesso del colloquio, per e-mail, ringraziare per il tempo concesso, riconfermare – se è il caso – l’interesse, poi attendere con pazienza prima di prendere contatto. Nel caso in cui lo si faccia, è importante essere gentili e non limitarsi a chiedere il tempo di attesa rimanente, ma domandare anche se servano ulteriori informazioni, mostrando così proattività.

    15. La lettera di motivazione, che solitamente accompagna il CV, è uno strumento fondamentale, il cui contenuto deve riassumere e mettere in evidenza ciò che il candidato può concretamente apportare all’azienda. È consuetudine iniziare con una dichiarazione d’interesse verso la posizione, per poi raccontare le proprie esperienze personali e professionali pertinenti alla stessa, in modo conciso e focalizzato all’essenziale. Il messaggio che dev’essere trasmesso risponde idealmente alle domande: “Cosa posso offrire all’azienda? Come posso colmare il bisogno che motiva la loro inserzione? Cosa possiamo costruire insieme?”, senza eccedere i tre quarti di pagina.

    Per approfondire, il Congresso è visionabile per intero sul canale YouTube - Unione Giovani Svizzeri.

    A cura di Giuseppe Agrelli e Bianca Rubino
    Unione Giovani Svizzeri
    unionegiovanisvizzeri@gmail.com