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Flavio Cotti “Un signor consigliere federale”

    Il 16 dicembre è morto Flavio Cotti, Consigliere federale dal 1987 al 1999, il 7mo proveniente dal Ticino. È nato in Vallemaggia nel 1939 e ha frequentato il Collegio Papio Ascona e il Collegio benedettino di Sarnen. Nel 1962 ha conseguito la laurea in legge presso l'Università di Friburgo. In seguito ha lavorato come avvocato a Locarno.

    Cotti ha sempre militato tra le file del Partito Popolare Democratico. Dal 1964 al 1975 è stato membro del Consiglio comunale di Locarno e dal 1967 deputato nel Gran Consiglio ticinese.
    Nel 1975, a soli 36 anni, è stato eletto in Consiglio di Stato e ha diretto i Dipartimenti economia pubblica, giustizia e militare e per un breve periodo anche il Dipartimento dell'interno. È stato presidente del Governo cantonale nel 1977 e nel 1981 e nel 1983 ha lasciato la carica, diventando il più giovane Consigliere di Stato “pensionato”, per essere eletto in Consiglio nazionale. In seguito si è fatto strada a Berna, prima come consigliere nazionale (dal 1983). Nel 1984 è diventato presidente del PPD ticinese e poco dopo del partito nazionale. Il 10 dicembre 1986 è stato eletto in Consiglio federale, al posto del dimissionario Alphons Egli. Nel corso delle sue tre legislature quale consigliere federale ha condotto dapprima il Dipartimento federale degli interni (1987-1993) e in seguito il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) fino al 1999. A due riprese - nel 1991 e nel 1998 – ha ricoperto la carica di Presidente della Confederazione.

    Cotti, quale capo della diplomazia elvetica, assunse nel 1996 la presidenza dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE). Quell'anno di presidenza coincise tra l'altro con l'attuazione degli accordi di pace di Dayton (che misero fine alla guerra civile jugoslava) e le prime elezioni in Bosnia reduce dalla guerra. Cotti era altresì incaricato di negoziare i primi accordi bilaterali con l'UE approvati dal popolo nel 1999 ed entrati in vigore nel nuovo millennio.

    Cordoglio da parte di numerose autorità
    "Avrei tanto voluto approfittare di più della sua esperienza", ha poi affermato ai microfoni della RSI Ignazio Cassis, l’attuale consigliere federale di lingua italiana. “La sua esperienza aleggia ancora nel dipartimento". Mentre Renzo Respini, suo amico e esponente di spicco del PPD di quegli anni lo ricorda come un “signor Consigliere federale”. E aggiunge: “il terreno della sua politica era il dialogo e lui eccelleva nel ragionamento e nell’argomentazione. Se questo era il suo stile, nei contenuti la sua azione politica era anticipatoria (aveva cioè la capacità di vedere prima le cose e di impostare soluzioni per il futuro). Ma in lui c’era un elemento in più; lo scrupolo costante di individuare soluzioni praticabili, ossia l’esame di fattibilità (si direbbe oggi) riferito ai presupposti politici per l’accettazione di una proposta. A che servono le belle idee e i bei progetti se poi non abbiamo una maggioranza che li sostiene?”

    Angelo Geninazzi

    Flavio Cotti (secondo da sinistra) con i Consiglieri federali Kaspar Villiger (a sinistra) e Adolf Ogi (a destra) e il Cancelliere tedesco Helmut Kohl.