Durante la crisi del COVID-19, il Consiglio federale si è più volte scontrato con i cantoni e in diversi frangenti si è assistito a più di un malinteso. La causa degli attriti politici interni è da ricercarsi nel federalismo.
La crisi sanitaria ha colpito tutta la Svizzera ma non nella medesima intensità allo stesso momento. Per quanto riguarda la seconda ondata, ad esempio, alla fine di ottobre la Romandia ha subito un’impennata grave dei contagi, che ha condotto molti cantoni – sulla base delle loro competenze che in primavera erano ancora presso la Confederazione – a ordinare un lockdown parziale, con la chiusura di ristoranti o attività di tempo libero come musei e palestre. Le incisive misure regionali hanno ben presto ridotto i contagi che però sono aumentati nel frattempo nel resto della Svizzera. La decisione del Consiglio federale di metà dicembre di chiudere a livello nazionale i ristoranti, negozi e strutture del tempo libero alle ore 19 e la domenica ha raccolto forti critiche tra i cantoni romandi che, a loro avviso, i compiti li avevano già fatti in vista del Natale che era alle porte. La particolare circostanza, l’ennesima durante la pandemia, ha rilanciato il tema sul federalismo svizzero e l’equilibrio di quest’ultimo.
Decentrato e garante delle minoranze: il federalismo
Ma cos'è questo federalismo che sta opponendo governo e i cantoni, invece di unirli in questa crisi?
Il federalismo è il meccanismo svizzero di condivisione del potere e crea il contrappeso dei cantoni al governo centrale. Grazie ad esso Cantoni e Comuni godono di ampia autonomia decisionale. Il federalismo riguarda soprattutto gli ambiti della politica economica e culturale e la fiscalità, l'istruzione, o la protezione della popolazione.
Spesso unito al concetto di sussidiarietà – che prevede che il livello istituzionale più vicino al cittadino svolga un determinato compito dello Stato e che solo se questo non è in grado di assolverlo il compito viene delegato al livello superiore – ha sempre di più una connotazione politica: negli ultimi anni i Cantoni hanno aumentato la loro influenza politica sulla scena federale, in particolare con le conferenze intercantonali dei direttori.
In una Svizzera multilingue e dalle diverse mentalità, esso si traduce anche in strumento di perequazione: assicura un'influenza politica alle autorità regionali e alle minoranze politiche o linguistico-culturali. Il governo centrale non può semplicemente decidere dall’alto su singole regioni e cantoni.
In un interessante articolo su wwwswissinfo.ch, Renat Künzi evidenzia altre caratteristiche del federalismo e lo definisce come
• una camera d'eco di divergenze e dissonanze e allo stesso tempo una piattaforma di moderazione e mediazione: è un meccanismo per evitare e anticipare i conflitti.
• una sentinella politica: le iniziative popolari a livello cantonale indicano alla Confederazione i tempi rilevanti alla popolazione.
• una leva di solidarietà: nel sistema svizzero di perequazione finanziaria, i Cantoni "ricchi" ed economicamente forti sostengono le località economiche più deboli;
• uno strumento di integrazione - come garante della diversità culturale e dell'identità.
• un canale di democrazia diretta: le richieste che non hanno alcuna possibilità a livello nazionale possono essere inserite nell'agenda nazionale attraverso iniziative popolari nei Cantoni.
• un campo di ricerca: l'Istituto del federalismo dell'Università di Friburgo esiste da oltre 50 anni. È stato fondato dai cantoni.
• un "bene di esportazione": gli esperti della Svizzera sono spesso interpellati da governi e organizzazioni estere in materia di governance federale.
Il federalismo ha il suo prezzo
Invece di un'unica soluzione, in Svizzera vi sono spesso 26 soluzioni diverse per un ambito politico: 26 sistemi scolastici diversi, 26 organizzazioni di protezione della popolazione diverse. 26 leggi elettorale e così via. Questo da una parte conduce all’efficienza nelle risorse – ad esempio è possibile investire di più in forze di polizia dove i rischi sono maggiori – ma anche in effetti collaterali. Per alcuni il federalismo è fonte di ritardi, ad esempio nella politica della mobilità e in linea di principio rallenta il ritmo della politica stessa a causa della continua ricerca di equilibri.
Il federalismo si erode, ma resterà
La tendenza è chiara: sempre più poteri vengono trasferiti dai Cantoni alla Confederazione. Ciò è dovuto al fatto che i Cantoni sono contenti di affidare alla Confederazione i compiti che sono associati a costi ingenti, sgravando così i loro conti. Questo permette loro di essere più competitivi nella concorrenza fiscale intercantonale. Negli ultimi anni anche nel Consiglio agli Stati – la camera dei cantoni – una netta maggioranza degli interventi parlamentari aveva quale oggetto una centralizzazione delle competenze.
Nonostante tutti i fastidi e una tendenza centralizzatrice in moto da diverso tempo, nessuno in Svizzera pensa oggi di abolire il federalismo. Esso resta comunque il meccanismo che impedisce alle forze centrifughe di svilupparsi in una Svizzera eterogenea e multiculturale. La Svizzera senza il federalismo non è pensabile. Anche in tempi di coronavirus.
Non sono stati contenti i cantoni romandi dopo l’annuncio di misure a livello svizzero da parte del Consiglio federale a metà dicembre 2020